Per opportuna conoscenza, si forniscono in allegato i documenti diffusi dalla Direzione Generale dell’attività ispettiva, contenenti, rispettivamente, un riepilogo dei risultati dell’attività di vigilanza svolta dalle strutture ispettive del Ministero del Lavoro e degli Enti previdenziali Inps ed Inail, riferiti all’anno 2015, nonché il documento di programmazione dell’attività di vigilanza per l’anno 2016.
I dati generali evidenziano, in particolare, che lo scorso anno, delle 206.080 aziende ispezionate (-7% rispetto al 2014), 136.028 sono risultate irregolari, ossia il 66,00% di quelle sottoposte a controllo (poco meno di 2 punti percentuali in più rispetto al 2014).
Il numero dei lavoratori irregolari, pari a 182.523, sono aumentati dello 0,50% rispetto al 2014; di questi, 64.775 sono risultati totalmente in nero (-16,3% rispetto al 2014).
La flessione dei lavoratori in nero, secondo il dicastero, è conseguente all’azzeramento dei costi contributivi legati alle assunzioni a tempo indeterminato e ad un maggior utilizzo dei voucher.
I dati relativi ai lavoratori in nero, ad ogni modo, evidenziano un fenomeno ancora oggi rilevante nel sistema economico italiano. Se riferiti alla totalità dei lavoratori irregolari, infatti, i lavoratori in nero, sebbene in calo di circa 7 punti percentuali rispetto al 2014, rappresentano comunque il 35,49%.
L’attività di vigilanza svolta dai soli organi del Ministero del Lavoro ha consentito di ispezionare 42.671 aziende del settore edile; nel 63,73% dei casi sono state rilevate delle irregolarità che hanno coinvolto 11.238 lavoratori del settore.
Complessivamente, sono state irrogate 41.570 maxisanzioni per l’occupazione di lavoratori in nero (+1,3% rispetto al 2014); l’edilizia, tra i settori maggiormente interessati da tale fenomeno, ha fatto registrare 6.332 lavoratori in nero, che corrisponde al 15% degli accertamenti definiti nel settore.
I lavoratori interessati dalle violazioni riconducibili alla “riqualificazione” dei rapporti di lavoro sono stati in linea con quelli rilevati nell’anno precedente; a tal riguardo, sono stati 9.439 (9.428 nel 2014) i lavoratori inquadrati con tipologie contrattuali non corrette e di questi 1.272 appartenenti al settore dell’edilizia.
I 9.620 lavoratori coinvolti da violazioni riferite ad appalti illeciti, ai fenomeni interpositori e al distacco/ somministrazione illecita mostrano un incremento di circa il 16% rispetto al 2014; 1.015 di questi hanno interessato il settore delle costruzioni.
Dei 1.716 lavoratori extracomunitari clandestini, ossia privi del permesso di soggiorno, 189 hanno interessato il settore edile (+110% rispetto al 2014).
La redditività, che consente anche per il 2015 l’autofinanziamento dell’attività di vigilanza, ha comportato ricavi pari a 67.789.478 euro a seguito delle sanzioni irrogate dal personale ispettivo del Ministero del lavoro, a cui si devono aggiungere i 100.071.690 euro relativi a contributi e premi accertati.
La tabella contenente i dati relativi al monitoraggio dell’applicazione dell’art. 14 del D.Lgs. n. 81/08 e smi (provvedimento sospensivo), conferma che dei 7.118 provvedimenti sospensivi, 7.111 sono stati adottati per l’impiego di personale irregolare. L’edilizia, in tale ambito, con 1.084 provvedimenti rappresenta, dopo quelli dei pubblici esercizi e del commercio, il terzo settore merceologico maggiormente interessato a tale violazione.
Secondo le rilevazioni ministeriali, i provvedimenti sospensivi sono stati revocati per regolarizzazione nell’83% dei casi, mentre in edilizia la percentuale scende al 75%.
In riferimento alla vigilanza in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, le violazioni prevenzionistiche, pari a 20.453, collocano l’edilizia al primo posto tra tutti i settori merceologici.
Con riferimento alla programmazione dell’attività di vigilanza per l’anno 2016, questa evidenzia una pianificazione strettamente correlata a specifici fenomeni di rilevante impatto economico-sociale, come ad esempio il lavoro nero, ai comportamenti elusivi della normativa lavoristica previdenziale, al contrasto al caporalato, sul corretto utilizzo del voucher e sulla corretta qualificazione dei rapporti di lavoro.
La previsione è quella di ispezionare almeno 132.500 aziende nell’anno in corso, seguendo una specifica ripartizione regionale e le priorità dei rispettivi ambiti territoriali, nonché le informazioni disponibili in tempo reale fornite dalle banche dati.
Infine, con riferimento al settore dell’edilizia, il documento di programmazione evidenzia la necessità di intensificare i controlli di competenza della vigilanza tecnica per limitare il fenomeno infortunistico ed incrementare il livello di regolarità dei rapporti lavorativi
In termini quantitativi, saranno almeno 18.000 le aziende edili oggetto di ispezione, soprattutto per verificare la correttezza degli adempimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Gli accessi ispettivi, da un punto di vista qualitativo, saranno effettuati non soltanto nei cantieri medi e grandi, ma anche in quelli piccoli, dove l’incidenza statistica degli infortuni gravi è risultata assolutamente rilevante (65%).
24469-Program_vigilanza_2016_Dir_attiv_ispettiva_Min_lav.pdfApri
24469-Rapporto_annuale_2015_Dir_attiv_ispettiva_Min_lav.pdfApri