Tra le tematiche sottoposte al Governo: emergenza terremoto; risorse per messa in sicurezza delle ferrovie; messa in sicurezza degli edifici scolastici; programma “6000 Campanili”; ruolo delle Soprintendenze nel fronteggiare i danni post sisma; nuove norme tecniche per le costruzioni; “Art bonus”; Emergenza maltempo territorio laziale.
CAMERA DEI DEPUTATI
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ATTO e PRIMA FIRMA
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OGGETTO
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IMPEGNI / RICHIESTE AL GOVERNO
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RISPOSTA DEL GOVERNO
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Interpellanza urgente
R. Polverini, FI
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Emergenza terremoto
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Si chiede di sapere:
–quante siano le risorse realmente e immediatamente disponibili per affrontare la prima emergenza legata al sisma e quante quelle altrettanto necessarie per avviare un piano di ricostruzione dei comuni colpiti;
–quali siano i provvedimenti normativi in cui sono stanziate tali somme;
-se sia stata avviata la procedura per l’attivazione del fondo di solidarietà (FSUE) per le calamità naturali dell’Unione europea e quale sia l’ammontare delle spese per le quali si chiede l’intervento dell’Unione europea;
–se si ritenga utile e necessario assumere iniziative per prevedere l’allentamento del patto di stabilità per i comuni colpiti dal sisma, i quali pur avendo delle risorse disponibili per affrontare l’emergenza non sono in grado di utilizzarle;
–quali siano stati gli interventi effettuati fino ad ora per la messa in sicurezza del patrimonio abitativo, produttivo e infrastrutturale, nonché del patrimonio artistico e architettonico (come, ad esempio, puntellamenti e coperture provvisorie, tipici di queste prime fasi emergenziali);
-quali soluzioni saranno adottate per consentire lo svolgimento dell’ordinaria attività scolastica per le scuole di ogni ordine e grado;
–quali le ragioni per cui si rende necessario prevedere l’utilizzo dei container (entro Natale) prima della sistemazione nelle «casette» in legno (a primavera) in attesa della ricostruzione delle abitazioni, e se le aree che verranno urbanizzate per i container saranno le stesse che verranno utilizzate per le «casette» in legno;
-quali le ragioni per cui non è stato ancora convocato il tavolo di coesione nazionale, quale luogo ove condividere con l’insieme delle forze politiche scelte e strategie per affrontare un’emergenza così drammatica;
–quale sia lo stato di attuazione del cosiddetto progetto «Casa Italia», e quali risorse siano realmente disponibili.
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Evidenziato tra l’altro che:
– a seguito degli eventi sismici che si sono verificati nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria il 24 agosto 2016, il CDM ha disposto, con delibera del 25 agosto 2016, un primo stanziamento per i primi interventi pari a euro 50 milioni;
– a seguito dei successivi eventi sismici del 26 ottobre 2016 con successiva delibera del 27 ottobre il CDM ha stanziato ulteriori 40 milioni di euro.
Evidenziato inoltre che:
– per far fronte alle spese di ricostruzione, sono stati stanziati 266 milioni per il 2016 e 200 milioni per il 2017, con il DL n. 189 del 17 ottobre, e oltre 6 miliardi di euro complessivi, in un arco pluriennale a partire dal 2017, per il finanziamento della ricostruzione privata, e 1,3 miliardi per il finanziamento della ricostruzione pubblica, con l’art. 51 del disegno di legge di bilancio;
– quanto all’allentamento del Patto di stabilità per i comuni colpiti dal sisma, si ricorda che esso è stato già disposto dal Governo, con le misure di cui all’articolo 44 del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189.
– Sull’attivazione del Fondo di solidarietà dell’Unione europea, sin dall’istituzione del Fondo, il Dipartimento della Protezione civile assicura un’azione di coordinamento su scala nazionale per garantire il massimo supporto alle istanze di attivazione ragionevolmente motivate e accettabili da parte della Commissione europea.
Evidenziato inoltre che:
– la soluzione del container è temporanea e transitoria. Le verifiche di agibilità degli edifici privati e l’attività tecnica già in atto sugli edifici pubblici consentiranno di definire a breve quanto del patrimonio edilizio è da considerarsi agibile e quanto potrà essere reso tale con la realizzazione di limitati interventi di riparazione, così da far rientrare in tempi brevi parte della popolazione nelle proprie case. A coloro i quali dimoravano in abitazioni che risulteranno inagibili verranno assegnati moduli abitativi provvisori, le cosiddette «casette», che potranno ospitarli fino alla ricostruzione; –in merito agli interventi effettuati per la messa in sicurezza del patrimonio abitativo, produttivo e infrastrutturale, nonché del patrimonio artistico e architettonico: dal 24 agosto al 2 novembre 2016, sono stati più di 52 mila gli interventi effettuati dal Corpo nazionale dei Vigili del fuoco nelle aree interessate dagli eventi sismici. Sono circa 2500 le opere previsionali per la messa in sicurezza degli edifici.
Evidenziato che:
– per quanto riguarda l’organizzazione delle scuole, acquisite le certificazioni sugli edifici, si procederà a valutare caso per caso, nell’ipotesi di inagibilità delle scuole, la possibilità di installare moduli provvisori ad uso didattico, la progettazione e gli acquisti degli stessi;
– circa lo stato di attuazione del progetto «Casa Italia», è stata costituita la struttura di missione, che ha attivato i tavoli di confronto con università, enti di ricerca, associazioni scientifiche e professionali, organizzazioni imprenditoriali e sindacali. In prima attuazione, le spese di prevenzione e messa in sicurezza, includono 600 milioni aggiuntivi per gli investimenti in opere pubbliche; parte delle risorse stanziate con l’art.21 della legge di bilancio e spazi di bilancio per comuni e regioni, liberati con l’art.65; 800 milioni per opere pubbliche contro il dissesto idrogeologico e per la messa in sicurezza delle scuole; 2 miliardi sotto forma di incentivi fiscali per le opere di ristrutturazione da parte dei privati. Più in generale, alla realizzazione della strategia contribuirà lo stanziamento aggiuntivo, operato in legge di bilancio, di 12 miliardi in tre anni per investimenti pubblici.
Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Sesa Amici
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Interpellanza urgente
D. De Lorenzo, M5S
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Risorse per messa in sicurezza ferrovie
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Si chiede di sapere:
– quante risorse siano state effettivamente stanziate per la messa in sicurezza delle ferrovie regionali e delle ferrovie concesse e se risulti confermato l’ammontare di un miliardo e ottocento milioni di euro promesso nei giorni seguenti al disastro ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016 lungo la linea ferroviaria regionale Bari-Barletta, tratta Corato-Andria, oltre alle risorse stanziate nel contratto di programma con RFI;
– se si intenda chiarire quali concrete iniziative si intenda adottare alla luce del crollo del cavalcavia e della diatriba in essere tra l’Anas e la provincia;
– se si intenda fornire i titoli dei quattro designati quali membri del consiglio di amministrazione di Enac, in modo da dimostrare in maniera inoppugnabile il possesso dei requisiti di legge di «comprovata cultura giuridica, tecnica ed economica nel settore aeronautico» precondizione imprescindibile per l’assunzione della carica di consigliere di amministrazione dell’Ente nazionale per l’aviazione civile.
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Evidenziato che:
– la cosiddetta “cura del ferro” assume dimensioni notevolissime e si concretizza con 2,1 miliardi di euro, cui si aggiungono 300 milioni di euro per il miglioramento delle condizioni di sicurezza delle ferrovie regionali deliberati dal CIPE il 10 agosto di quest’anno in corso di registrazione.
Evidenziato inoltre che: – relativamente agli investimenti sulla rete ferroviaria nazionale si conferma che con l’aggiornamento 2016 al contratto di programma sono allocate nuove risorse per complessive 8.934 milioni di euro, tra cui il proseguimento dei programmi di sicurezza e adeguamento agli obblighi di legge con interventi necessari a contenere i rischi nelle gallerie, nelle zone sismiche e in quelle soggette a dissesto idrogeologico, oltre ad interventi per la salvaguardia dell’ambiente e la mitigazione del rumore, per la soppressione dei passaggi a livello e la protezione in sicurezza delle rimanenti interferenze strada-ferrovia nonché per nuove esigenze connesse al piano sicurezza armamento.
Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle politiche sociali, Luigi Bobba
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Interrogazione a risposta immediata in Assemblea
G. Gigli, DS-CD
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Messa in sicurezza edifici scolastici
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Si chiede di sapere cosa sia accaduto ai fondi stanziati, in particolare, per le scuole del Friuli Venezia Giulia che non risultano essere ancora stati erogati e che sono indispensabili per la messa in sicurezza .
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Evidenziato che:
–il Friuli Venezia Giulia ha ricevuto uno stanziamento importante di complessivi 60 milioni di euro, che sono stati distribuiti nei diversi segmenti di progetto, dalla messa in sicurezza delle scuole (27.740.000 euro), al Progetto «scuole innovative», cioè il rinnovamento di quelle strutture didattiche o di arredo e di organizzazione degli spazi interni, che erano stati richiesti dalle amministrazioni locali (per 10.100.000 euro), all’antisismica, che in quella zona del Paese è una priorità. Per l’antisismica, sono arrivati in quella zona 1 milione di euro circa, poco meno (978.000 euro).
Evidenziato tra l’altro che:
– in merito al fatto che in alcuni comuni non erano arrivati gli stanziamenti previsti, al vaglio che è stato fatto, risulta che i Comuni che hanno regolarmente presentato la domanda e la procedura di richiesta regolarmente e in tempo per l’assegnazione di questi fondi hanno ricevuto puntualmente i fondi stessi (comune di Bicinicco, quello di Santa Maria la Longa, quello di Caneva, quello di Valvasone Arzene e quello di Tavagnacco). Laddove i fondi non sono stati assegnati perché non c’era stata una richiesta specifica, la legge n.107/2015 ha recuperato questi fondi e li ha rimessi nel grande Piano dell’edilizia, che dal 2014 ad oggi, ha stanziato 6 miliardi e 700 milioni per il tema dell’edilizia scolastica nelle sue varie accezioni.
Ministra dell’Istruzione dell’università e della ricerca, Stefania Giannini
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Interrogazione a risposta immediata in Assemblea
G. C. Sottanelli, Misto
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Danni agli edifici scolastici conseguenti agli eventi sismici
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Si chiede di sapere:
–se a seguito degli episodi sismici dell’ottobre 2016 sia stata effettuata una ricognizione sui danni riportati da edifici scolastici, quante risultino essere nel complesso le scuole di ogni ordine e grado dichiarate inagibili a seguito degli episodi sismici di agosto e ottobre 2016 e quanti gli alunni coinvolti.
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Evidenziato che:
-i recenti eventi sismici hanno prodotto danni ingenti e hanno creato un cratere di dimensioni molto ampie: 150 mila persone, più o meno, coinvolte.
Evidenziato, inoltre che:
– i dati precisi sono rassicuranti per un verso, ma ci descrivono un quadro ancora in movimento e su cui c’è un controllo sistematico e, anche grazie al decreto emergenziale che il Consiglio dei Ministri ha congedato, vi è la possibilità di intervenire caso per caso con le misure necessarie e con la tempestività necessaria;
– gli edifici scolastici che sono stati soggetti alla ricognizione puntuale della Protezione civile sono 152, ma gli edifici fisici, le scuole sono 356 e sono principalmente concentrati tra le Marche e l’Umbria, le zone più interessate. Di questi, 230 sono agibili e certificati come tali, 108 agibili, ma con necessità di interventi che ripristinino immediatamente, prima di poter far rientrare i ragazzi, la agibilità definitiva e 18 definitivamente inagibili.
Ministra dell’Istruzione dell’università e della ricerca, Stefania Giannini
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Interrogazione a risposta immediata in Assemblea
I. La Russa, FdI-AN
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Iniziative a favore delle popolazioni terremotate del Centro Italia
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Considerato che in seguito alla scossa di terremoto che ha colpito le zone del reatino nella notte del 24 agosto 2016 i gruppi comunali di Protezione civile della zona del lodigiano hanno avviato la raccolta di beni di prima necessità e prodotti alimentari a lunga conservazione da inviare alle popolazioni sfollate e che i beni e materiali raccolti grazie alla solidarietà della gente del lodigiano ancora giacciono nei magazzini della Protezione civile della provincia di Lodi a Casale e del gruppo comunale di Lodi a causa di difficoltà logistiche nel trasferimento, considerato inoltre che il nuovo sciame sismico che ha colpito le regioni di Umbria e Marche alla fine di ottobre 2016 ha creato un ulteriore stato di emergenza e che un gruppo di volontari sta cercando di far indirizzare i beni conservati nei magazzini della Protezione civile di Lodi alle comunità marchigiane in maggiore difficoltà, si chiede di sapere:
se non si ritenga di adottare le iniziative necessarie affinché sia reso possibile il trasferimento dei beni e materiali conservati nei magazzini della Protezione civile di Lodi nei comuni delle Marche che versano nelle condizioni di maggiore emergenza.
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Evidenziato che:
-la Protezione civile ha il compito di coordinare anche le attività di raccolta dei beni, di assistenza e di soccorso, coordinandosi con le varie amministrazioni comunali coinvolte;
-che, secondo le procedure previste, la raccolta deve essere attivata solo laddove vi sia davvero un’esigenza, un fabbisogno di derrate alimentari o di beni di prima necessità;
–nel caso specifico del sisma del 24 agosto, il Capo della Protezione civile pubblicamente, nelle prime conferenze stampa, sia il 25 che il 26 agosto, ha detto che non c’era l’esigenza di raccogliere derrate alimentari o beni di prima necessità;
– il sito istituzionale della Protezione civile in modo ufficiale ha ribadito che non c’era l’esigenza di procedere alla raccolta di beni alimentari o di beni di prima necessità;
-nello specifico, alla comunità di Lodi non risulta alla Protezione civile nazionale né una richiesta di attivazione da parte della Protezione Civile di Lodi né una richiesta di andare a recuperare quei beni presso la Protezione Civile di Lodi, tuttavia, laddove vi siano dei beni di prima necessità che sono vicini ad una scadenza proprio perché deperibili, solitamente viene effettuata una raccolta nelle varie regioni in modo tale che possano essere utilizzati per altri fini di solidarietà insieme alle associazioni che si occupano ovviamente di questo tipo di attività.
Ministra per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi
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Interrogazione a risposta immediata in commissione
P. Carrescia, PD
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Programma “6000 Campanili”
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Si chiede di sapere se, relativamente al programma «6000 Campanili» (DL 69/2013, convertito, con modificazioni, dalla L n. 98/2013), assumere iniziative per finanziare, le domande rimaste escluse dalla graduatoria stante le problematiche inerenti alla presentazione delle domande on-line.
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Evidenziato che:
– con il «6000 Campanili» sono stati finanziati 115 interventi con i 100 milioni di euro stanziati con il decreto legge n. 69/2013 (decreto «del fare»), 59 interventi con i 50 milioni di euro stanziati con la Legge di stabilità 2014; e successivamente, grazie all’apporto del decreto legge n. 133/2014 (Sblocca Italia), ulteriori 119 interventi facendo scorrere lo stesso elenco delle circa 4.300 richieste pervenute a partire dal 24 ottobre 2013. Complessivamente, quindi, a fronte di uno stanziamento di 250 milioni di euro sono stati finanziati 293 interventi i quali, allo stato attuale, sono tutti avviati e sono stati complessivamente erogati circa 177 milioni di euro, pari a più del 70 per cento del finanziamento. Di questi, 64 comuni, pari al 21 per cento, hanno rendicontato la chiusura dell’intervento.
Evidenziato inoltre che:
– l’ulteriore programma finanziato dal decreto Sblocca Italia, analogo a quello dei 6000 campanili e denominato “Nuovi Progetti di Intervento”, con uno stanziamento di 100 milioni di euro ha finanziato complessivamente 286 interventi, suddivisi per regione in base alla predeterminata suddivisione delle risorse, a fronte delle oltre 3000 richieste complessivamente pervenute a partire dalla data del 13 maggio 2015. Ad oggi, dei 100 milioni stanziati sono disponibili le annualità stanziate per il 2015 e 2016 pari 70 milioni; allo stato attuale tutti gli interventi sono avviati e sono stati erogati 26,2 milioni di euro, pari a oltre il 37 per cento delle somme disponibili.
Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Umberto Del Basso De Caro
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Interrogazione a risposta immediata in commissione
A. Pannarale, SI-SEL
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Ruolo delle Soprintendenze per fronteggiare i danni post sisma
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Considerato che secondo quanto appreso da notizie stampa, con riferimento alla messa in sicurezza ed alla ricostruzione degli immobili danneggiati dai recenti eventi sismici che hanno colpito il Paese, il Consiglio dei Ministri del 4 novembre 2016, avrebbe approvato il testo di un ulteriore emanando decreto-legge che velocizza alcune procedure amministrative legate alla ricostruzione conferendo ai comuni interessati la facoltà di effettuare direttamente gli interventi indispensabili per la messa in sicurezza del loro patrimonio storico-artistico essendo per questo anche autorizzati ad assumere a tempo determinato fino a 350 impiegati fra tecnici e amministrativi; e che tale previsione esautora il ruolo delle Soprintendenze, si chiede:
– quale la strategia del Ministero, con quali tempi e con quali risorse e come intenda coordinarsi con gli altri soggetti istituzionali per fronteggiare i danni provocati dal sisma.
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Evidenziato che:
-il nuovo decreto completa quanto già stabilito dal decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, adottato in seguito al sisma del 24 agosto. Supera ogni dubbio interpretativo e circa le procedure che devono essere seguite in caso di interventi indispensabili e urgenti per la salvaguardia del patrimonio culturale, inclusa la messa in sicurezza di beni culturali o paesaggistici danneggiati dai recenti eventi calamitosi;
– non sussiste il pericolo che la decisione circa le eventuali demolizioni di beni culturali colpiti dal sisma, che minaccino ulteriori crolli, sia consegnata in toto ai Comuni, con esautoramento delle soprintendenze statali. La nuova norma si limita a dire – ciò che era già evincibile dal vigente articolo 27 del codice dei beni culturali – che i Comuni (ma anche gli enti titolari di beni culturali) possono immediatamente provvedere al puntellamento e all’attrezzaggio delle opere provvisionali urgenti dirette a impedire ulteriori crolli, senza la necessità di aspettare l’autorizzazione ministeriale, dovendo, in tali casi, solo comunicare tempestivamente l’intervento alla soprintendenza;
– diversi sono gli interventi di demolizione per la salvaguardia della pubblica incolumità di resti di beni culturali che minaccino ulteriori crolli, interventi per i quali resta applicabile la misura eccezionale già prevista dall’art.28 del DL n. 189/2016, che richiede il parere del Ministero, ma che ne consente l’acquisizione con modalità particolarmente celeri, per motivi di urgenza, mediante l’assenso, dato anche a verbale, da parte del funzionario ministeriale incaricato che partecipi al sopralluogo.
Sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Ilaria Carla Anna Borletti Dell’Acqua Buitoni
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Interrogazione a risposta immediata in commissione
S. Valente, M5S
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“Art bonus”
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Considerato che:
-l’art.1 del DL n. 83/2014 ha introdotto un credito d’imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo, il cosiddetto «art bonus», si chiede di sapere:
–quale sia lo stato di attuazione degli impegni assunti.
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Evidenziato che:
–l’Art bonus è una forma di mecenatismo culturale previsto dall’art. 1 del DL 83/2014, chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta. L’estensione dell’Art bonus ad altre tipologie di enti non pubblici dipende dalla necessità di identificare opportune coperture economiche che vanno prioritariamente utilizzate per il patrimonio pubblico. Comunque entità private che hanno un ruolo di affidatari/concessionari di beni pubblici possono ugualmente beneficiare della raccolta erogazioni «art bonus» per interventi di manutenzione, protezione, restauro su quel bene pubblico;
– è possibile usufruire delle agevolazioni anche senza il trasferimento diretto di fondi agli enti pubblici territoriali, ma a condizione che il beneficiario provveda al pagamento delle fatture per la progettazione e l’esecuzione dei lavori di restauro del bene pubblico oggetto dell’intervento;
– anche le fondazioni bancarie possono accedere al regime fiscale dell’Art bonus pur non trasferendo direttamente somme di denaro, a condizione che si facciano carico esclusivo dell’esecuzione di progetti di restauro e valorizzazione di beni culturali, inclusi i relativi oneri finanziari e organizzativi, sulla base di protocolli d’intesa ad hoc stipulati con gli enti pubblici territoriali.
Evidenziato inoltre che:
– il recente DL n. 189/2016 ha esteso il credito di imposta in parola anche per le erogazioni liberali effettuate a favore del Ministero dei beni delle attività culturali e del turismo per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali di interesse religioso presenti nei Comuni colpiti dal Sisma anche appartenenti ad enti ed istituzioni della Chiesa cattolica o di altre confessioni religiose ed al fine di favorire gli interventi di restauro del patrimonio culturale nelle aree colpite da eventi calamitosi.
Sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Ilaria Carla Anna Borletti Dell’Acqua Buitoni
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Interrogazione a risposta immediata in commissione
C. Mannino, M5S
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Nuove norme tecniche per le costruzioni (NTC)
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Se non si ritenga opportuno, nell’ottica di favorire la messa in sicurezza del territorio nazionale, accogliere le istanze formulate dal Consiglio nazionale dei geologi relativamente alla bozza nuove norme tecniche per le costruzioni (NTC), il cui iter di approvazione
non si è ancora ultimato.
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Evidenziato che:
– la prevenzione del rischio e della messa in sicurezza del territorio nazionale è un tema sentito e che lo schema di decreto recante il «Testo aggiornato delle norme tecniche per le costruzioni» è oggetto di particolare attenzione da parte degli esperti del settore;
– le nuove norme sono all’esame della Conferenza Unificata per la prescritta intesa;
– il Consiglio Superiore dei lavori pubblici, la cui azione è da sempre finalizzata al miglioramento della qualità della progettazione, dell’esecuzione e del collaudo delle opere, e quindi della sicurezza delle costruzioni, a seguito delle richieste del Consiglio Nazionale dei Geologi e nello spirito di massima collaborazione e trasparenza, ha nominato apposita Commissione formata anche da geologi e geotecnici, per valutare l’eventuale sussistenza di elementi di accoglimento nell’ambito di quanto indicato.
Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Umberto Del Basso De Caro
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CAMERA DEI DEPUTATI
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ATTO e PRIMA FIRMA
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OGGETTO
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IMPEGNI/RICHIESTE AL GOVERNO
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Interrogazione a risposta orale
P. Terzoni, M5S
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Sisma del Centro Italia 2016
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Si chiede di sapere:
– se vi siano dati aggiornati circa lo stato dei beni artistici e culturali presenti nelle aree colpite dagli eventi sismici del 24 agosto, 26, 31 ottobre e 10 novembre 2016;
-se esista un piano degli interventi ed eventualmente quali siano le relative tempistiche di attuazione;
-se sia sta attivato un sistema di monitoraggio in grado di aggiornare in tempo reale le condizioni dei beni artistici e culturali colpiti dagli eventi sismici e sugli eventuali interventi già posti in essere;
– se non si ritenga di dover prevedere la stesura di un protocollo che detti le linee guida da rispettare per il rilievo dei danni e le operazioni di messa in sicurezza e ripristino dei beni artistici e culturali;
– quali siano i motivi che hanno rallentato e impedito la realizzazione delle opere di messa in sicurezza del patrimonio architettonico e se i fondi messi a disposizione siano ritenuti sufficienti a intervenire su tutte le strutture colpite;
– quali siano le priorità che si stanno seguendo nella programmazione degli interventi e se esista un piano degli interventi da eseguire;
– se non si ritenga di dover mettere a disposizione dei cittadini uno strumento attraverso il quale mappare i beni architettonici censiti nell’area colpita dai terremoti che si sono succeduti dal 24 agosto 2016 nelle zone di Marche, Umbria e Lazio, rendendo accessibili per ognuno in tempo reale le informazioni circa le condizioni, gli interventi programmati e l’avanzamento degli interventi stessi, al fine di consentire maggiore controllo e consapevolezza di quanto viene eseguito.
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Interrogazione a risposta orale
G. C. Sottanelli, Misto
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Sisma e Ricognizione sugli edifici scolastici
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Si chiede di sapere se:
–a seguito degli episodi sismici dell’ottobre 2016 sia stata effettuata una ricognizione sui danni riportati da edifici scolastici, e quante risultino essere nel complesso le scuole di ogni ordine e grado dichiarate inagibili a seguito degli episodi sismici di agosto e ottobre 2016 e quanti gli alunni coinvolti.
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Interrogazione a risposta orale
S. Battelli, M5S
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Sisma e attivazione del Fondo di solidarietà UE
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Considerata la necessità di procedere con azioni coordinate e rapide per minimizzare l’impatto sulla vita della popolazione e per la rivitalizzazione del tessuto produttivo in caso di disastri e per assicurare un più organico sostegno alle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto scorso, ove si intenda presentare domanda di finanziamento al Fondo di solidarietà dell’Unione europea (introdotto dal regolamento (CE) n. 2012/2002 del Consiglio dell’11 novembre 2012), quale sia il motivo per cui si è atteso lungamente, tanto da giungere alla scadenza delle 12 settimane, per attivare un fondo conosciuto e indubbiamente utile.
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Interrogazione a risposta scritta
G. Civati, Misto
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Obiettivi di efficienza energetica degli Enti locali
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Considerato che le attuali normative prevedono che gli enti locali possano beneficiare degli incentivi per l’efficienza energetica a fondo perduto solo nel caso in cui essi coprano almeno il 70% delle spese eleggibili e che di fatto, hanno estreme difficoltà ad accedere ad altri strumenti o anche ai bonus per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, messi a disposizione dallo Stato, e considerato che le amministrazioni pubbliche dovrebbero avere la possibilità di utilizzare gli strumenti di incentivazione statali, se potessero contrarre mutui attraverso progetti che prevedessero un risparmio energetico annuo superiore al valore della rata e attraverso progetti dove il risparmio fosse garantito con fideiussione dall’appaltatore, si chiede di sapere se:
– non si ritenga opportuno e urgente assumere iniziative normative per prevedere al più presto l’introduzione di una clausola che consenta agli enti locali di contrarre mutui alle due condizioni suddette.
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Interrogazione a risposta scritta
G. Melilla, SI-SEL
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Situazione Istituto ICCROM
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Quali iniziative si intenda assumere in relazione alla situazione debitoria dell’ICCROM (Centro internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei beni culturali) – per un ammontare, peraltro, non particolarmente consistente – che, oltre al danno prodotto alla credibilità dell’Italia a livello internazionale, se non dovesse essere sanata, priverebbe il nostro Paese di una prestigiosa istituzione nata per promuovere lo studio e la consapevolezza dei metodi di conservazione dei beni culturali su scala globale.
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Interrogazione a risposta scritta
B. Brignone,
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Infiltrazione mafiose appalti post terremoto
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Quali iniziative si intenda intraprendere al fine di bloccare le infiltrazioni mafiose nel processo di ricostruzione post-terremoto nel centro Italia, inclusi presunti sopralluoghi preliminari da parte di soggetti legati alla criminalità organizzata.
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Interrogazione a risposta scritta
B. Brignone, Misto
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Adeguamento degli impianti termici a seguito del sisma
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Se non si ritenga utile, considerata la situazione delle popolazioni marchigiane colpite dal tragico sisma di agosto e ottobre 2016, assumere iniziative normative per la sospensione dell’obbligo di adeguamento degli impianti termici e per la proroga della scadenza del 31 dicembre 2016 di cui al Dlgs n. 102/2014.
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Interrogazione a risposta scritta
M. V. Vezzali, Misto
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Beni culturali danneggiati dal sisma
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Considerato che la sequenza di scosse sismiche che ha colpito il centro ha fortemente compromesso il patrimonio artistico e reso inagibile buona parte dei luoghi di culto presenti nei circa 200 paesi coinvolti dal terremoto, si chiede di sapere:
-se non si ritenga di dover promuovere un intervento organico, attivando una cabina di regia nazionale per evitare che ciascun sindaco o ciascuna comunità religiosa possa procedere in emergenza e fare da sé e che la fama di alcuni monumenti e il ritorno di immagine che la donazione può portare possano concentrare l’interesse dei finanziatori su alcune opere a danno di altre.
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SENATO DELLA REPUBBLICA
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ATTO e PRIMA FIRMA
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OGGETTO
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IMPEGNI/RICHIESTE AL GOVERNO
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Interrogazione a risposta orale
M. Montevecchi, M5S
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Recupero beni culturali colpiti dal sisma
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Considerato che in un articolo di stampa (blog de “la Repubblica” del 3 novembre 2016) sono state riportate alcune dichiarazioni del Prof. Ordinario di Scienza delle costruzioni (Università degli studi di Perugia) che afferma di aver coordinato una squadra di ingegneri strutturisti che, a partire dai primi giorni del settembre 2016, ha fornito un supporto tecnico ai funzionari del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, incaricati di effettuare i rilievi dei danni al patrimonio culturale colpito dal sisma del 24 agosto 2016, che in molti casi sarebbero stati necessari interventi rapidi e che il disastro si sarebbe potuto limitare, se, fin dall’inizio, fossero state individuate le chiese maggiormente significative e rilevanti e si fosse intervenuto in modo adeguato almeno su queste, si chiede di sapere se:
– si sia a conoscenza del lavoro svolto di cui sopra, per quale motivo non sia stata eseguita nessuna operazione di messa in sicurezza dei beni ritenuti a rischio;
– quali iniziative si intenda adottare per garantire la ricostruzione ed il recupero dei beni culturali colpiti dal sisma.
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Interrogazione a risposta orale
C. Lucherini, PD
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Emergenza maltempo territorio laziale
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Considerati i recenti eventi di maltempo che hanno colpito con particolare virulenza il litorale laziale, soprattutto le città di Ladispoli e Cesano (Roma), dove si sono registrati morti e feriti e numerose abitazioni ed attività economiche sono andate distrutte, e che la ricostruzione di quanto è andato distrutto e il ripristino delle normali condizioni di lavoro e produzione comporta oneri insostenibili per i comuni interessati, si chiede di sapere se:
– non si ritenga di dover riconoscere per i suddetti territori lo stato emergenza finalizzato all’adozione di interventi e sostegni di natura straordinaria.
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Si veda precedente dell’8 novembre 2016
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