– Documento di economia e finanza (DEF) 2018, previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196).
Il DEF si compone di tre sezioni:
Sezione I: Programma di Stabilità dell’Italia
Sezione II: Analisi e tendenze di finanza pubblica
Sezione III: Programma Nazionale di Riforma (PNR)
Il Documento è completato da alcuni allegati.
In ragione del momento di transizione caratterizzato dall’avvio dei lavori della XVIII legislatura, il DEF non contempla alcun impegno per il futuro, bensì si limita alla descrizione dell’evoluzione economico-finanziaria internazionale, all’aggiornamento delle previsioni macroeconomiche per l’Italia e del quadro di finanza pubblica tendenziale che ne consegue. Il Documento fornisce un quadro aggiornato della situazione economica e finanziaria quale base per la valutazione delle politiche economiche e dei programmi di riforma che il prossimo Esecutivo vorrà adottare.
Per quanto riguarda il periodo di previsione preso in considerazione nel DEF, le stime macroeconomiche contemplano una crescita del Prodotto interno lordo rispetto all’anno precedente pari a 1,5% nel 2018 e 1,4% nel 2019 e una riduzione del tasso di disoccupazione rispettivamente al 10,7% nel 2018 e al 10,2% nel 2019.
Il sostegno alla crescita economica è atteso dall’impulso agli investimenti privati dall’accelerazione dei consumi privati, da un recupero degli investimenti pubblici in valore assoluto e in misura minore dalle esportazioni nette. Il ripristino di condizioni di credito più favorevoli a consumi e investimenti contribuisce alla ripresa economica, dopo gli interventi degli anni scorsi che hanno migliorato la governance nel settore bancario e risolto crisi specifiche.
Per quanto riguarda la finanza pubblica, il quadro tendenziale prevede una riduzione del deficit all’1,6% del PIL nel 2018 e allo 0,8% nel 2019, con l’avanzo primario in crescita rispettivamente all’1,9% e al 2,7%. Il debito pubblico è previsto scendere al 130,8% del PIL nell’anno in corso e al 128% l’anno prossimo.
Il DEF 2018 è corredato, altresì, dagli “Indicatori di benessere equo e sostenibile”: si tratta di 12 indicatori di diverse aree che caratterizzano la qualità della vita dei cittadini relative a disuguaglianza, istruzione, salute, ambiente, sicurezza, etc. In esito alla sperimentazione relativa a 4 indicatori, a partire dal 2018 l’Italia è il primo paese dell’Unione europea e dei G7 a dotarsi di un set di indicatori di benessere in base ai quali misurare l’impatto delle politiche pubbliche, abitualmente valutato su pochi indicatori macroeconomici e di finanza pubblica, in primis il PIL.
Il quadro economico-finanziario prospettato nel DEF, non avendo natura programmatica, contempla l’aumento delle imposte indirette nel 2019 e, in minor misura, nel 2020, previsto dalle clausole di salvaguardia in vigore. Come già avvenuto negli anni scorsi, tale aumento potrà essere sostituito da misure alternative con futuri interventi legislativi che potranno essere valutati dal prossimo Governo;
– In esame preliminare, un regolamento, da adottarsi con decreto del Presidente della Repubblica, che adegua la disciplina sull’organizzazione e la dotazione delle risorse umane dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) alle nuove previsioni introdotte dalla legge 17 ottobre 2017, n. 161, di modifica del Codice antimafia, che ne hanno fortemente potenziato la struttura, con la creazione del Comitato consultivo d’indirizzo e l’ampliamento della dotazione organica di personale (passata da 30 a 200 unità).
Il regolamento stabilisce i principi di organizzazione a cui si ispira l’Agenzia individuando, inoltre, gli organi dell’Agenzia (direttore, consiglio direttivo, collegio dei revisori e comitato consultivo d’indirizzo) e la sua articolazione, che viene suddivisa in direzioni generali (affari generali e del personale; beni mobili e immobili sequestrati e confiscati; aziende e beni aziendali sequestrati e confiscati; gestioni economiche, finanziarie e patrimoniali), uffici dirigenziali e servizi.
Il Consiglio, inoltre, ha deliberato:
la dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza delle ripetute e persistenti avversità atmosferiche verificatesi nel periodo dal 2 febbraio al 19 marzo 2018 nei territori di alcuni Comuni delle province di Reggio Emilia, di Modena, di Bologna, di Forlì Cesena e di Rimini, nei territori montani e collinari delle province di Piacenza e di Parma e nei territori dei Comuni di Faenza, di Casola Valsenio, di Brisighella, di Castel Bolognese e di Riolo Terme in provincia di Ravenna;
la proroga dello stato di emergenza in relazione alla crisi di approvvigionamento idrico nel territorio della provincia di Pesaro e Urbino.
Il Consiglio ha, altresì, esaminato alcune leggi regionali, nell’ambito delle quali ha deliberato di non impugnare, tra l’altro, le seguenti:
la legge della Regione Toscana n. 10 del 21/02/2018, recante “Disposizioni in materia di servizio idrico. Modifiche alla l.r. 69/2011”;
la legge della Regione Friuli Venezia Giulia n. 8 del 23/02/2018, recante “Interventi per la promozione della nuova mobilità ciclistica sicura e diffusa”.