Si è svolta il 14 giugno u.s. in Aula della Camera dei Deputati l’Informativa del Ministro dello Sviluppo economico del Lavoro e delle Politiche sociali Luigi Di Maio sugli incidenti nei luoghi di lavoro.
Tra i numerosi punti di interesse toccati, si evidenziano in particolare, i seguenti:
– dati INAIL: nei primi quattro mesi del 2018 sono stati 286 i lavoratori morti sul lavoro, con un incremento del 9,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017; i morti oggi sarebbero oltre 300, una media di due persone ogni giorno. Il dato reale potrebbe essere addirittura più alto, considerando i lavoratori non tutelati dall’INAIL e le denunce di infortunio mortale non riconosciute come tali dall’INAIL;
– la sicurezza sul lavoro non si può ottenere esclusivamente scaricando sulle imprese oneri e responsabilità, ovvero attraverso l’esclusivo uso di misure punitive. C’è bisogno di sensibilizzare datori e dipendenti verso una cultura della sicurezza sul lavoro, attraverso attività di informazione e formazione;
– occorre rafforzare le attività ispettive di vigilanza e controllo sui luoghi di lavoro attraverso il rafforzamento delle strutture amministrative competenti, ma, quando queste strutture rilevano delle violazioni delle norme, devono accompagnare l’impresa verso la messa in regola e non solo comminare delle sanzioni;
– occorre incentivare le buone prassi aziendali e premiare le imprese che investono nella sicurezza, premiando chi investe nella sicurezza;
– non occorre aumentare le norme ma fare rispettare quelle esistenti premiando chi le rispetta: potenziare i controlli e “ridurre la burocrazia di chi vuole rispettare le norme contro gli infortuni sul lavoro, ma non può pensare di dover compilare decine e decine di scartoffie per mettersi in regola”;
– non è alimentando il conflitto tra datore e dipendente che si potrà portare avanti il tema dei diritti dei lavoratori e dello sviluppo delle imprese. È il momento di fare squadra. IMinisteri del Lavoro e dello Sviluppo economico dovranno parlarsi di più, in un’ottica di sviluppo, di rilancio, per salvaguardare sì i livelli occupazionali, ma anche per crearne di nuovi;
– tutti i lavoratori, a norma dell’articolo 38 della Costituzione, a prescindere dalla qualificazione giuridica dei rapporti di lavoro, subordinati o meno, dovranno avere gli stessi livelli di tutela in caso di infortunio e di malattia professionale da parte dell’INAIL. L’obiettivo è il miglioramento assoluto delle condizioni di salute e di sicurezza sui luoghi di lavoro sui luoghi di lavoro;
– un primo strumento da valorizzare è il Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro, che fornisce dati per orientare, programmare e valutare l’efficacia di prevenzione degli infortuni e le malattie professionali. Il tavolo tecnico per lo sviluppo e il coordinamento di questo sistema informativo vede coinvolti rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, rappresentanti delle altre amministrazioni competenti (Ministeri della Salute, della Pubblica amministrazione, dell’Interno, della Difesa, dell’Economia e delle finanze, ella Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome, dell’INAIL). L’effettivo avvio del tavolo tecnico consentirà di verificare l’adeguatezza delle modalità di funzionamento del SINP, in funzione dell’esigenza di programmazione, monitoraggio e valutazione delle politiche di sicurezza;
– l’INAIL destina risorse finanziarie attraverso appositi bandi per la ricerca di collaborazione. Entro luglio 2018 sarà pubblicato un nuovo bando per l’annualità 2018 per un importo di circa 4,5 milioni di euro su tematiche trasversali, che riguardano tre rilevanti ambiti istituzionali: il reinserimento lavorativo, la tutela assicurativa e la prevenzione. La ricerca INAIL ha fornito un importante contributo nell’ambito degli interventi connessi al Piano nazionale industria 4.0, promosso dal Ministero dello Sviluppo economico. l’Istituto ha aderito a tre partenariati con la finalità di promuovere e realizzare progetti di ricerca applicata, di trasferimento tecnologico e di formazione su tecnologie avanzate, valorizzando tematiche trasversali della salute e sicurezza sul lavoro, nell’ambito delle proposte progettuali presentate da varie università italiane;
– l’INAIL può inoltre, dall’anno scorso, investire in start up innovative per la valorizzazione dei risultati della propria ricerca scientifica, oppure sottoscrivere quote di fondi comuni di investimento di tipo chiuso, dedicate all’attivazione e allo sviluppo di start up innovative operanti nella tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e nell’assistenza protesico-riabilitativa.
– Sono in corso di sperimentazione soluzioni tecnologiche per mitigare l’esposizione ai rischi dei lavoratori impegnati in settori ad elevato rischio di infortunio: come i robot per sostituire l’uomo in attività e interventi in scenari di lavoro ad alto rischio, esoscheletri integrati per la riduzione dell’affaticamento muscolo-scheletrico, sistemi basati su sensori per il monitoraggio delle attrezzature e degli ambienti di lavoro, e dispositivi indossabili per accertare la compatibilità delle soluzioni adottate con gli ambienti e le attrezzature in uso;
– un altro tema riguarda gli incentivi economici, ovvero favorire un sistema di premialità nei confronti delle imprese che decidono di investire sulla sicurezza, di migliorare le condizioni negli ambienti di lavoro e di impegnarsi nella formazione. Sempre maggiore importanza dovrà, inoltre, avere il sistema di informazione e formazione, vero fulcro del sistema preventivo dei rischi;
– va potenziata la ricerca per individuare soluzioni innovative in grado di assicurare a tutti i lavoratori una tutela 4.0, con particolare attenzione ai fattori di rischio emergenti connessi ai nuovi modelli organizzativi, al cambiamento dei processi produttivi e all’invecchiamento della popolazione lavorativa;
– per il capitolo della vigilanza e dei controlli, va ricordato che l’applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro viene svolta prioritariamente dai servizi ispettivi delle ASL competenti per territorio; però, solo in alcuni settori di attività, essenzialmente nel settore dell’edilizia, tale vigilanza può essere esercitata anche dagli uffici territoriali dell’Ispettorato nazionale del lavoro. 280 ispettori impiegati nell’attività di prevenzione hanno effettuato, solo nel 2017, 23 mila accertamenti, contestando 36 mila violazioni. “Per quanto riguarda il tasso di irregolarità delle aziende ispezionate, si è registrato un significativo aumento, nel corso del 2017, di circa 3,5 punti percentuali rispetto al 2016, cioè pari al 77 per cento rispetto al 73 dell’anno precedente”;
– obiettivo fondamentale resta quello di rafforzare ulteriormente i controlli mediante intese con le regioni e forme stabili di coordinamento tra le attività delle ASL e quelle in capo all’Ispettorato del lavoro. Per il potenziamento di questi organi ispettivi, dato che le competenze dell’Ispettorato in materia di salute e sicurezza sul lavoro sono sostanzialmente limitate al settore dell’edilizia, è possibile implementare le competenze attraverso l’emanazione di un atto di alta amministrazione, a legislazione vigente;
– dal punto di vista della agevolazione alle imprese che vogliono affrontare il tema della sicurezza sul lavoro mettendosi a norma, occorre ridurre i costi agevolando il valore dell’IVA sugli acquisti effettuati dai datori di lavoro, riguardanti tutto quanto concerne il settore della sicurezza per le aziende.