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Sono all’esame della Camera dei Deputati le proposte sul nuovo quadro finanziario settennale, improntato all’esigenza di finanziare sia le politiche tradizionali dell’Unione sia le nuove priorità, attraverso una modernizzazione delle politiche di spesa ed una maggiore flessibilità.

Archivio, Governo e Parlamento

Quadro finanziario pluriennale UE 2021-2027: esame in Parlamento

1 Ottobre 2018
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Sono all’attenzione delle Commissioni riunite Bilancio e Politiche dell’Unione europea della Camera dei Deputati le proposte europee che definiscono il  quadro finanziario dell’UE per i prossimi anni (Relatori per la Commissione Bilancio, l’On. Nunzio Angiola, del Gruppo M5S; per la Commissione Politiche dell’Unione europea l’On. Matteo Luigi Bianchi del Gruppo Lega). Si tratta, in particolare, dei seguenti atti:  
 
– Comunicazione recante il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (COM(2018)321)
– Proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale 2021-2027  (COM(2018)322)
– Proposta di accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria  (COM(2018)323)
– Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla tutela del bilancio dell’Unione in caso di carenze generalizzate riguardanti lo Stato di diritto negli Stati membri (COM(2018)324)
 – Proposta di decisione del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell’Unione europea (COM(2018)325)
– Proposta di regolamento del Consiglio concernente le modalità e la procedura di messa a disposizione delle risorse proprie basate sulla base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società, sul sistema di scambio di quote di emissioni dell’Unione europea e sui rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati, nonché le misure per far fronte al fabbisogno di tesoreria (COM(2018)326)
– Proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce misure di esecuzione del sistema delle risorse proprie dell’Unione europea (COM(2018)327)
– Proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (CEE, Euratom) n. 1553/89 concernente il regime uniforme definitivo di riscossione delle risorse proprie provenienti dall’imposta sul valore aggiunto (COM(2018)328).
 
Il quadro finanziario, nello specifico, stabilisce l’ammontare complessivo di risorse che l’Unione europea può spendere per finanziare le proprie politiche in un arco temporale non inferiore a 5 anni (di prassi 7). Vengono stabiliti i limiti di impegno annuali per ciascuno dei principali settori di intervento dell’Unione (rubriche).
La Commissione europea, in particolare, nella sua Comunicazione, individua tra le principali sfide per il futuro quadro la necessità di assicurare un adeguato finanziamento sia per le  politiche tradizionali dell’Unione (politica di coesione e politica agricola comune, che assorbono circa il 70 per cento dell’attuale QFP) che per le nuove priorità, emerse negli ultimi anni che necessiteranno di maggiori risorse (tra cui gestione del fenomeno migratorio). A tale quadro si aggiunge il recesso dall’Unione europea del Regno Unito, tra i principali Paesi contributori del bilancio unionale, che, secondo le stime della Commissione europea, potrebbe produrre una riduzione nel bilancio annuale dell’Unione europea tra i 10 e i 12 miliardi di euro annui (circa il 10 per cento del bilancio annuale dell’UE).
Per far fronte alle nuove esigenze viene proposta una modernizzazione delle politiche di spesa basata su specifici principi:
–          valore aggiunto europeo: le risorse UE vanno concentrate nei settori in cui l’intervento dell’UE risulta più efficiente ed economico rispetto a quello dei singoli Stati membri (alcuni esempi sono gli investimenti nelle reti trans-europee o la gestione delle frontiere esterne);
–          trasparenza: occorre ridurre il numero di Programmi finanziati nelle diverse Rubriche e riorganizzarle in modo da chiarirne il collegamento con le priorità politiche dell’Unione;
–          semplificazione: occorre ridurre gli oneri amministrativi a carico dei beneficiari, sia attraverso l’armonizzazione delle regole che disciplinano l’utilizzo dei Fondi UE (in particolare nell’ambito della politica di coesione), sia semplificando le norme sugli aiuti di Stato e il loro allineamento alle regole sui Fondi;
–          flessibilità: vanno rafforzati i meccanismi che permettono di spostare risorse all’interno e tra le rubriche, oltre che tra i diversi anni di riferimento del  QFP, in modo che il bilancio UE possa rispondere rapidamente all’evolversi delle circostanze e delle priorità e all’insorgere di crisi;
–          efficacia: occorre rafforzare le disposizioni che consentono di verificare, nell’intero arco della programmazione, i risultati ottenuti dalla spesa finanziaria dall’Unione. La Commissione propone anche di istituire un legame tra bilancio UE e rispetto da parte degli Stati membri dei principi dello Stato di diritto.
 
Per il QFP 2021-2027 viene proposto un massimale complessivo, a prezzi correnti, di 1.279 miliardi di euro in termini di impegni e di 1.246 miliardi di euro in termini di pagamenti.
Viene altresì proposta una riorganizzazione della struttura del QFP, che passa da 5 a 7 Rubriche, collegate alle priorità politiche europee: mercato interno, innovazione e digitale; coesione e valori; risorse naturali e ambiente; migrazione e gestione delle frontiere; sicurezza e difesa; vicinato e resto del mondo; pubblica amministrazione europea. Tra queste, in particolare: la rubrica 1 (mercato interno) prevede un ammontare di 187,4 miliardi di euro (in crescita rispetto al precedente bilancio), al suo interno sono previsti il nuovo programma europeo per la ricerca (Horizon Europe) e il InvestEU che integrerà tutti i programmi di investimento europei; la rubrica 2 (coesione e valori) con 442,4 milioni di euro conferma gli attuali Fondi strutturali e di investimento europei; nonché le proposte della Commissione in tema di unione economica e monetaria.
 
Vengono, inoltre, previste una serie di innovazioni per accrescere la flessibilità del quadro finanziario ed in particolare: il rafforzamento del margine globale per i pagamenti (che consente di adeguare verso l’alto il massimale annuale dei pagamenti di un importo equivalente alla differenza tra i massimale dei pagamenti dell’anno precedente e i pagamenti effettivamente effettuati) il pieno utilizzo del margine globale per gli impegni (consente di utilizzare i margini ancora disponibili al di sotto dei massimali annuali per gli impegni come riserva per assumere impegni al di sopra dei massimali negli anni successivi) il rafforzamento degli strumenti speciali previsti per consentire all’UE, in particolari circostanze di spendere risorse anche oltre i massimali stabiliti dal QFP (fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione; fondo europeo di solidarietà riserva per gli aiuti di emergenza, strumento di flessibilità , margine per imprevisti).
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