Nella seduta del 28 maggio c.m., presso la Commissione Bicamerale per le Questioni regionali, si è svolta l’audizione del Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Erika Stefani, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul processo di attuazione del “regionalismo differenziato” ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
Nel documento depositato in Commissione il Ministro Stefani ha affrontato, in particolare, i seguenti punti:
–aggiornamento sullo stato delle Intese con le Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
Ha precisato che si è giunti alla definizione di un testo –che verrà portato all’attenzione del Consiglio dei Ministri, suddiviso in due parti: una su cui si è raggiunto il consenso delle parti sulle richieste avanzate ed un’altra su cui non è stato ancora trovato un accordo politico. In particolare, il consenso appare raggiunto in materie quali la tutela e sicurezza sul lavoro, governo del territorio e internazionalizzazione delle imprese;
–coinvolgimento del Parlamento nella definizione delle Intese
Ha evidenziato la necessità che le Camere possano interloquire fattivamente con la Presidenza del Consiglio e con la Regione richiedente, prima della sottoscrizione finale dell’Intesa. Questa verrebbe, quindi, rafforzata ed integrata attraverso l’apporto di indirizzi e di pareri che starà poi alle 2 parti (Presidente del Consiglio e Presidente della Regione) far propri al fine di garantire l’approvazione della legge di recepimento dell’Intesa;
–determinazione delle risorse da trasferire alle Regioni richiedenti e modalità di attribuzione
Premesso che dall’applicazione dell’art. 116, terzo comma, non devono determinare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, ha chiarito che per la determinazione delle risorse è stato previsto che si faccia riferimento, in una prima fase, alla spesa sostenuta dallo Stato all’atto del trasferimento della competenza e successivamente, entro 3 anni, alla individuazione dei fabbisogni standard di ogni singola materia. In particolare, il lavoro di analisi per l’individuazione dei suddetti fabbisogni che verrà affidata ad un apposito Comitato paritetico Stato-Regioni non potrà – ad avviso del Ministro – riguardare la sola regione richiedente ma tutti i territori regionali relativamente ad ogni competenza trasferita o trasferibile.
In merito alle modalità di finanziamento delle competenze determinate ha evidenziato che l’approccio scelto consiste nella attribuzione delle risorse in termini di compartecipazione al gettito IRPEF e di altri eventuali tributi erariali maturati nel territorio regionale con possibilità che il finanziamento preveda una riserva di aliquota nell’ambito di quelle previste dalla legge statale.