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Il Ministro dell’Economia ha informato le Camere sul possibile avvio di una procedura per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia, illustrando le stime aggiornate per il 2019 con un indebitamento netto inferiore alle previsioni della Commissione UE. In corso un dialogo costruttivo per arrivare ad un accordo.

Archivio, Governo e Parlamento

Procedura UE per disavanzo eccessivo dell’Italia: il Ministro Tria riferisce in Parlamento

13 Giugno 2019
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Si è svolta ieri in Parlamento l’informativa del Ministro dell’economia e delle finanze, Giovanni Tria, in merito all’eventuale avvio di una procedura per disavanzi eccessivi nei confronti dell’Italia nonché sugli esiti dell’Ecofin del 17 maggio 2019 e sui temi dell’Ecofin del 14 giugno 2019.
 
Tra i passaggi più salienti dell’intervento si evidenziano, in particolare, i seguenti:
 
-il 5 giugno scorso la Commissione europea ha pubblicato il suo rapporto sull’osservanza delle regole di bilancio, nel quale rileva che l’Italia non ha conseguito l’obiettivo di riduzione del saldo strutturale per il 2018, pari allo 0,3 per cento del PIL. Inoltre, secondo la Commissione, l’Italia rischia di deviare dal sentiero di convergenza verso l’obiettivo di medio termine anche nel 2019 e il profilo di riduzione del debito programmato per il periodo 2020-2022 dal Governo italiano non aderisce al rapido percorso previsto dalla regola numerica della disciplina fiscale europea. L’aggiornamento del quadro macroeconomico e di finanza pubblica non assicura il rispetto della parte preventiva del Patto di stabilità e crescita e la Commissione europea ritiene pertanto che sia motivata l’apertura di una procedura per deficit eccessivo;
 
-il Governo ha preso atto dell’esito della valutazione della Commissione e ha confermato il suo impegno a rispettare i dettami del Patto di stabilità e crescita per il 2019. In particolare, il Ministro ha ricordato che in risposta alle valutazioni della Commissione, l’Esecutivo ha inviato il documento sui fattori rilevanti, in cui esplicita la propria posizione in merito all’andamento del disavanzo del debito nel 2018 e prefigura le prospettive per l’anno in corso e il successivo triennio: per quanto riguarda il 2018, “sebbene la crescita economica abbia sorpreso al ribasso, principalmente a causa di fattori esterni, l’anno si è chiuso con una significativa riduzione del disavanzo delle amministrazioni pubbliche, attestatosi al 2,1 per cento del PIL, in discesa dal 2,4 per cento del 2017. Il saldo primario era salito all’1,6 per cento del PIL dall’1,4 per cento dell’anno precedente”, mentre il saldo strutturale si è mantenuto stabile rispetto al 2017 (all’1,4 per cento). In particolare, il mancato conseguimento del miglioramento in termini strutturali, pari allo 0,3 per cento del PIL, “è stato principalmente legato a fattori imprevisti. A fronte di un rallentamento dell’economia, la correzione del saldo di bilancio nominale per la componente ciclica è peggiorata, anziché migliorare. Inoltre, si è verificato un imprevisto aumento di alcuni trasferimenti in conto capitale e alcune componenti temporanee sono state riviste al rialzo. Per il 2019, la revisione al ribasso delle previsioni di crescita ha portato la previsione del deficit nominale al 2,4 per cento. Il deficit strutturale stimato nel Documento di economia e finanza è atteso peggiorare di solo 0,1 punti percentuali, portandosi quindi al -1,5 per cento del PIL”;
 
-il Ministro ha, quindi, citato le stime più aggiornate per il 2019 che portano a ritenere che i saldi di finanza pubblica rispetteranno i dettami del braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita e  che l’indebitamento netto nel 2019 sarà sensibilmente inferiore alla previsione della Commissione. Evidenziato, altresì, il monitoraggio più recente delle entrate in base al quale, per l’anno in corso, sono previste maggiori entrate tributarie e contributive e maggiori entrate non tributarie che, dedotte le maggiori spese e risorse necessarie per il bilancio di assestamento, porterà a stimare un beneficio netto di circa 0,2 punti percentuali. Conseguentemente, il deficit si collocherà al 2,2 per cento del PIL, cioè a un livello inferiore di quanto previsto in aprile e secondo quanto scritto nel Documento di economia e finanza. Un deficit del 2,2 per cento del PIL produrrebbe quindi un miglioramento di 0,1 punti del saldo strutturale nel 2019, con un sostanziale rispetto del braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita.
Al riguardo il Ministro ha sottolineato che il Governo potrà fornire stime più aggiornate a fine luglio, non appena saranno disponibili i dati sulle liquidazioni d’imposta. Alle stime di indebitamento netto vanno, inoltre,  aggiunti i possibili effetti del minor utilizzo delle risorse stanziate per le nuove politiche di welfare del Governo. Al riguardo il titolare del Dicastero economico ha evidenziato che, sulla base delle informazioni ad oggi disponibili, la minore spesa potrebbe essere pari a un ulteriore 0,07 per cento del PIL, facendo attestare l’indebitamento netto per il 2019 al 2,1 per cento del PIL. Migliorerebbe in tal caso, in misura corrispondente, il saldo strutturale, con un effetto compensativo ancora più marcato rispetto al gap registrato nel 2018; questo, lo voglio sottolineare, senza incidere sul complesso dei servizi per il welfare e ovviamente a legislazione invariata;
 
-per il 2020, nel Documento di economia e finanza il Governo ha fissato un obiettivo di miglioramento del saldo strutturale di bilancio pari a 0,2 punti percentuali; in base alle ultime previsioni ufficiali, il disavanzo nominale scenderà di 0,3 punti percentuali in confronto al 2019. Il DEF approvato dal Parlamento traccia una discesa dell’indebitamento netto fino all’1,5 per cento del PIL nel 2022, con un miglioramento complessivo del saldo strutturale di quasi 0,8 punti percentuali. L’avanzo primario raggiungerebbe il 3,1 per cento su base strutturale nel 2022. Il Ministro ha ricordato, altresì, che il Parlamento ha impegnato il Governo a cercare misure alternative all’aumento dell’IVA e di procedere a una riforma fiscale, pur nel rispetto dei saldi di finanza pubblica indicati nel DEF.
 
Il Ministro, ha evidenziato, in conclusione, che il Governo ha già fornito alla Commissione e agli altri Paesi membri rassicurazioni circa i propri programmi di politica economica e di bilancio e che dovrebbe rendersi disponibile “a un dialogo serrato e costruttivo con la Commissione, per arrivare a un accordo che consenta di evitare la procedura per disavanzo eccessivo”.
 

Resoconto Aula Senato con Informativa del Ministro Tria

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