Mentre ha ripreso la definizione delle intese con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, sei nuove regioni hanno presentato al Governo una richiesta di maggiore autonomia
Dopo un periodo di sospensione dovuto all’insorgere di dubbi sotto il profilo sia procedurale, sia finanziario, da alcune settimane è ripreso il dibattito sul federalismo differenziato ossia sulla possibilità per le Regioni a statuto ordinario di ottenere “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” in alcune materie – fra le quali tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali, governo del territorio, tutela e sicurezza del lavoro, grandi reti di trasporto e navigazione, ecc. – ai sensi dell’art. 116, comma 3 della Costituzione (vedi news Ance n. 36022 del 20/05/2019 Nuovo federalismo: il punto sullo stato di attuazione).
Durante la riunione del Consiglio dei Ministri del 19 giugno scorso, il Ministro per gli affari regionali ha informato il Governo sullo stato avanzato dell’iter di definizione dei contenuti delle intese definitive con le regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Ha inoltre informato che sono pervenute le richieste dalle regioni Piemonte, Liguria, Toscana, Marche, Umbria e Campania, il cui iter è ancora in fase iniziale.
La situazione al momento sembra potersi così sintetizzare:
• tre regioni (Lombardia, Veneto e Emilia Romagna) hanno siglato con il Governo una intesa preliminare (28 febbraio 2018) ed è in corso la trattativa sui contenuti dell’intesa definitiva che successivamente dovrà essere approvata dal Parlamento con legge;
• sei regioni (Liguria, Piemonte, Toscana, Marche, Umbria e Campania) hanno presentato formalmente al Governo la richiesta di autonomia ai sensi dell’art. 116, comma 3, Cost.
Al riguardo si evidenzia che, ai sensi dell’art.1, comma 571 della Legge 147/2013, le iniziative regionali sono presentate al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro degli affari regionali che devono avviare i negoziati entro 60 giorni dal ricevimento della richiesta;
• una regione (Lazio) ha formalmente conferito al Presidente della Regione l’incarico di avviare le procedure con lo Stato ma non risulta ancora che abbia presentato al Governo una richiesta formale;
• quattro regioni (Basilicata, Calabria, Molise e Puglia) hanno assunto iniziative preliminari sotto forma di atti di indirizzo;
• una regione (Abruzzo) al momento non risulta aver assunto alcuna iniziativa.
Per quanto riguarda il governo del territorio, si ricorda che Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna hanno chiesto una maggiore autonomia in questa materia, elencando in modo molto dettagliato le varie competenze (ad esempio, consolidamento del sistema urbanistico regionale, incentivazione della rigenerazione urbana, disciplina del consumo di suolo, disciplina del contributo di costruzione per favorire la rigenerazione urbana, semplificazione dei procedimenti dei titoli abilitativi, ecc.).
Nel corso dell’audizione svoltasi presso la Camera dei Deputati il 28 maggio scorso il Ministro per gli affari regionali ha evidenziato che su questa materia “l’intesa può già oggi considerarsi possibile”.
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