L'Associazione ha illustrato in un’apposita memoria trasmessa alla Commissione Finanze le proprie osservazioni sui contenuti del provvedimento e le proposte sul costo del lavoro nell’edilizia.
La Commissione Finanze del Senato, nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del DL 3/2020 recante “Misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente” (DDL 1698/S – Relatore il Sen. Emiliano Fenu del Gruppo parlamentare M5S), ha deliberato lo svolgimento di un ciclo di audizioni per l’approfondimento del testo.
In merito ai contenuti del provvedimento, l’ANCE ha inviato un proprio documento di posizione in cui, dopo aver manifestato apprezzamento per l’intento di intervenire al fine di “restituire potere d’acquisto alle retribuzioni dei lavoratori dipendenti pubblici e privati, in modo da rilanciare i consumi di individui e famiglie che da molti anni hanno visto salari stagnanti”, ha evidenziato la necessità che tale misura di riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente sia accompagnato da un intervento volto ad un complessivo abbattimento del costo del lavoro, al fine di arginare fenomeni di elusione e favorire un mercato del lavoro basato su regolarità, trasparenza e leale concorrenza tra le imprese.
Con particolare riguardo al settore dell’edilizia, caratterizzato da un elevato costo del lavoro, che crea un divario molto ampio tra quanto percepito dal lavoratore e quanto complessivamente pagato dal datore di lavoro (forbice di 1 a 3), l’Associazione ha rilevato l’importanza, in primo luogo, di una riduzione dell’aliquota contributiva CIGO per gli operai edili, che potrebbe quantificarsi nella misura di equilibrio del 4,00% (dall’attuale 4,70%).
In secondo luogo, occorre provvedere al ripristino, per la parte di competenza dell’Inail, dell’agevolazione contributiva di cui all’art. 29 della L. n. 341/1995 (abrogata dalla Legge di Bilancio 2019), pari all’11,50%, rivolta alle imprese iscritte e in regola con la Cassa Edile e che versano i contributi sull’orario di lavoro contrattuale (40 ore). Tale beneficio premiale dell’11,50%, applicato ai tassi di tariffe Inail, vale in termini di riduzione del costo del lavoro uno 0,91% e coinvolge esclusivamente le imprese regolari iscritte alla Cassa Edile che denunciano 40 ore settimanali di lavoro. Il mancato ripristino della misura agevolativa, peraltro, anche a fronte della riduzione dei tassi introdotto dalla riforma del 2019, vale, in termini economici, un incremento del costo del premio assicurativo in misura pari a circa il 13%. Dai dati delle Casse Edili emerge che in tale situazione si trovano circa 94.000 lavoratori, la cui retribuzione lorda media annua è di circa 25.000 euro.
La percentuale di riduzione del costo del lavoro pari allo 0,91%, applicata alla retribuzione lorda media di ciascun lavoratore per il numero dei lavoratori che si trovano nelle suddette condizioni, porta a prevedere una copertura finanziaria di circa 22 milioni di euro per ciascun anno la quale viene autoalimentata dall’emersione del lavoro irregolare.
Stante la presenza di un sistema bilaterale strutturato e, tenuto conto del fatto che il costo di tale Enti è interamente sopportato dalle imprese edili (solo per formazione e sicurezza, le imprese pagano un contributo pari all’1%) ha, altresì, evidenziato l’opportunità di prevedere che il contributo dello 0,30%, non destinato specificatamente a Fondimpresa, sia riservato al sistema bilaterale dell’edilizia.
In allegato il Documento con il dettaglio della posizione ANCE consegnato agli atti della Commissione.
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