Nella seduta del 15 marzo scorso l’Aula della Camera ha concluso l’esame delle Mozioni in materia di agevolazioni fiscali, approvando le seguenti:
–valutare la possibilità di adottare, nel rispetto del quadro di finanza pubblica e del dettato dell’articolo 81 della Costituzione, le opportune iniziative di carattere normativo, volte al complessivo riordino del sistema di incentivazione per la ristrutturazione edilizia, sotto il profilo energetico e sismico;
-tener conto, nelle valutazioni delle misure che saranno adottate, della specificità delle organizzazioni non lucrative di volontariato, quelle che operano nel terzo settore e gli istituti autonomi delle case popolari e assimilati nonché delle condizioni economiche dei soggetti che saranno destinatari delle misure medesime;
-promuovere il coinvolgimento degli ordini professionali competenti per materia nella stesura delle regole tecniche attuative delle normative in materia di bonus fiscali in ambito sismico ed energetico.
Negli impegni viene citata l’Ance: “per quanto riguarda invece gli effetti positivi sulle imposte dirette e indirette, numerosi studi pubblicati in questi mesi (Consiglio nazionale ingegneri (CNI), Nomisma, ANCE, CENSIS, CRESME, Consiglio e fondazione nazionale dei commercialisti), esprimono perplessità sulle stime eccessivamente prudenziali dell’effetto fiscale positivo derivante dall’applicazione della norma”.
-adottare iniziative volte al complessivo riordino del sistema di incentivazione per il restauro e risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia;
-adottare iniziative di competenza volte a tenere conto, con riferimento all’applicazione della direttiva europea sulla prestazione energetica nell’edilizia, della valenza storica, architettonica e paesaggistica del nostro patrimonio edilizio, intervenendo in sede di Unione europea affinché le risorse previste vengano incrementate adeguatamente, e coordinando l’utilizzo delle future risorse europee disponibili con quelle ordinarie nazionali, al fine di mantenere efficiente un comparto strategico per il nostro Paese;
-adottare iniziative di competenza volte a sbloccare il mercato delle cessioni secondo modalità coerenti con le strategie e indicazioni dell’Unione europea o altri enti, adottando anche iniziative volte a semplificare le procedure documentali amministrative e tecniche;
-favorire la massima partecipazione delle associazioni rappresentative delle imprese, delle arti e professioni, dei comuni e del mondo finanziario e bancario, al fine di creare un tavolo di regia permanente in materia di riqualificazione e rigenerazione del patrimonio edilizio esistente del nostro Paese.
-adottare iniziative volte ad un complessivo riordino, per il futuro, del sistema delle agevolazioni fiscali e delle detrazioni in relazione agli interventi edilizi, al fine di perseguire il livello ottimale di riqualificazione energetica e sismica del patrimonio edilizio nazionale in funzione dei costi, garantendo particolare attenzione ai soggetti economicamente più deboli e alle situazioni di maggiore disagio e avviando un tavolo di confronto con le associazioni di categoria e gli ordini professionali;
-adottare iniziative di competenza affinché, in attesa di un complessivo riordino della disciplina, possa essere ripristinato lo sconto in fattura e la cessione del credito per gli interventi relativi all’abbattimento delle barriere architettoniche, a quelli messi in campo dagli enti del terzo settore e a quelli relativi agli edifici che insistono sui territori dei comuni dei crateri del sisma del Centro Italia.
Link Allegato – testi delle Mozioni
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Nel corso della discussione parlamentare sono state affrontate le tematiche del superbonus, della cessione e della direttiva EPBD, in cui tra l’altro viene citata l’Ance:
-Su. Evi (AVS)
La direttiva prevede non solo molte esenzioni e flessibilità per raggiungere gli obiettivi, ma aiuterà anche a ridurre le bollette, a creare posti di lavoro, ad affrontare la crisi climatica, a migliorare la salubrità di case, scuole e ospedali. Peraltro, ANCE, durante un’audizione nella Commissione attività produttive, sottolineava che, per raggiungere gli obiettivi della nuova direttiva EPBD, dovremo mantenere il ritmo attuale di ristrutturazioni, effettuate grazie al superbonus, e non tornare indietro.
Per fare tutto ciò si potranno e, quindi, si dovranno utilizzare anche le risorse del Recovery Fund, del Fondo sociale per il clima e dei fondi di coesione, mettendo in sicurezza in primis le famiglie che oggi soffrono di povertà energetica, che abitano negli edifici più inefficienti e con fragilità economiche, secondo, quindi, un criterio che preveda che la spesa sia pari a zero per chi oggi è in povertà energetica, minima per i condomini e i redditi medi e maggiore per tutti coloro che se lo possono permettere.
Non solo. Anche il riordino del quadro degli incentivi e delle agevolazioni fiscali dovrebbe essere fatto nell’ottica di tornare ad una progressività fiscale, smantellata negli ultimi 30 anni e, invece, richiesta dalla nostra Costituzione, ad esempio in base ai consumi con i relativi prelievi in tariffa. Questo per noi significa combinare giustizia climatica e giustizia sociale.
-Su. Marattin (Az/IV)
Siamo per la sistematizzazione dell’incentivo, non certo al 110, non certo neanche al 90, ma ad una percentuale che sarà ritenuta compatibile con gli obiettivi di politica economica e con quelli di finanza pubblica, in modo che gli italiani sappiano una volta per tutte che, se ti rifai casa e fai certi lavori, avrai diritto a questo tipo di sconto in tot anni dalla dichiarazione dei redditi. Questo è quello che pensiamo della vicenda.
La pronuncia di Eurostat ci impedisce anche solo di considerare opzioni di proroga indiscriminata della cessione, a meno che non si voglia, legittimamente ovviamente, contestare i manuali di finanza pubblica dell’Unione europea, cosa che si può fare, ma non si può fare sulla base del fatto che “me l’ha detto mio cugino”, ma di considerazioni un pochino più articolate.
-Su. Fenu (M5S)
Avrei qualche perplessità sulla questione dei costi del superbonus e delle entrate conseguenti, sull’indotto. Il collega Marattin purtroppo non c’è, ma ha fatto un riferimento, ha detto che questa misura andrebbe valutata non in base a quello che ha detto “mio cugino”, ma in base ai dati che ci fornisce il MEF, che ci forniscono altri istituti. Il fatto è che non ce l’ha detto “nostro cugino” che c’è un ritorno, una retroazione fiscale che va dal 50 al 70 per cento, ce l’ha detto il Censis, ce l’ha detto ANCE, ce l’ha detto Nomisma.
-Su. De Bertoldi (FdI)
Ricapitolando quanto chiediamo al Governo in questa mozione, dalla valenza soprattutto politica, in primo luogo, si tratta di riordinare il sistema dei bonus edilizi, come già detto. In tal senso, ricordo anche un emendamento, che io stessi feci approvare sulla relazione finale della Commissione banche, laddove si chiese di intervenire anche sull’efficientamento energetico, come a dire che il bonus deve essere calibrato anche sull’efficientamento energetico, perché non può essere uguale per tutti, ricchi e poveri, e indipendentemente dall’efficientamento conseguito.
Il secondo punto è dare risposte alle ONLUS e alle case popolari. È il sistema del welfare, che dovrebbe stare a cuore a voi come a noi e come dimostreremo sicuramente nel decreto e nei prossimi provvedimenti, dando alle ONLUS e alle case popolari quel rispetto che serve.
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