Il 3 marzo si è svolta la prima riunione della commissione speciale per la crisi abitativa (HOUS) del Parlamento europeo, dopo la riunione costitutiva del 30 gennaio in cui Irene Tignali, europarlamentare del PD, era stata eletta presidente della commissione parlamentare. In occasione della prima riunione, gli eurodeputati hanno potuto incontrare il Commissario europeo Jørgensen, danese, incaricato dei temi dell’energia e delle politiche abitative, il quale ha presentato ai membri della commissione speciale gli ultimi aggiornamenti rispetto ai temi di sua competenza. La sala piena e la presenza non solo del Commissario Jørgensen, ma anche del Vicepresidente esecutivo della Commissione Raffaele Fitto, a sua volta protagonista di uno scambio di opinioni con i deputati dopo il danese, hanno sottolineato ancora una volta la rilevanza politica del tema, condiviso per la prima volta da tutti i Paesi membri dell’UE.
Durante la riunione, Jørgensen ha confermato nuovamente che la Commissione presenterà il Piano per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili nel 2026. Sebbene il carattere emergenziale del tema avesse inizialmente portato la Commissione ad annunciare la presentazione del Piano entro i primi 100 giorni di lavoro della Commissione, contati a partire dai primi di novembre, il Piano per l’edilizia abitativa è stato poi rimosso dalla versione definitiva del Programma di Lavoro della Commissione per il 2025, contenente le iniziative che la Commissione intende presentare nel suo primo anno di mandato. In parte, può essere interpretato come un cambio di priorità motivato dalle recenti evoluzioni geopolitiche e dal contesto economico attuale, che hanno portato ad un’accelerazione su tutti i temi riguardanti la competitività, quali la recente presentazione del Clean Industrial Deal e dei pacchetti Omnibus di semplificazione delle direttive sulla sostenibilità. Tuttavia, paradossalmente, anche l’importanza del tema stesso è alla base del motivo per il quale si è scelto di ritardarlo al prossimo anno: la costituzione della commissione speciale HOUS ha dato ragioni sufficienti a Jørgensen per ritenere che l’elaborazione del piano necessitasse della consultazione del Parlamento europeo, e di far procedere i lavori della Commissione in parallelo a quello dei deputati nei 12 mesi di vita di HOUS.
Questo slittamento in calendario, ha tranquillizzato Jørgensen, non significa che la crisi abitativa dovrà aspettare un anno per avere le prime risposte: nel frattempo il Commissario, assieme al Gruppo di progetto dei Commissari che presiede, si concentrerà su altri provvedimenti trasversali che avranno un impatto importante sul tema. In particolare, ha citato la riforma degli aiuti di stato, le cui regole attuali troppo spesso hanno impedito la costruzione di abitazioni convenzionate o pubbliche, ed il raddoppio dei fondi di coesione destinati all’edilizia abitativa. Su questo tema è stato poi in particolare interrogato il Vicepresidente Fitto, responsabile per la Coesione e le Riforme. Nella fattispecie, si tratta di quattro fondi relativi alla Politica di Coesione: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo di coesione (FC), il Fondo per la transizione giusta (JTF), i Fondi Interreg. Dai fondi FESR proviene il 69% del totale dei fondi mentre il 27% proviene dal Fondo di coesione. Il raddoppio, ha spiegato Fitto, porterebbe i fondi della politica di coesione destinati all’edilizia abitativa da 7,5 a 15 miliardi. Per l’Italia, secondo le stime Ance, ciò comporterebbe un aumento di 730 milioni di euro.
Tra le iniziative sulle quali si muoverà l’Unione europea nei prossimi mesi spicca inoltre il lavoro della Banca europea degli investimenti, con la quale la Commissione europea collaborerà al fine di creare una Piattaforma di investimento che mobiliterà finanziamenti pubblici e privati a supporto degli investimenti in edilizia abitativa a prezzi accessibili. Mentre il lavoro del Parlamento, in particolare della commissione HOUS, avrà un approccio politico e molto ampio e complessivo sulla questione, da una prima interlocuzione con la BEI è emersa l’attenzione verso alcuni temi specifici quali il permitting, la riduzione dei costi di costruzione e la digitalizzazione, a favore di una maggiore competitività e dunque di uno stimolo all’offerta.
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