CAMERA DEI DEPUTATI
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ATTO e PRIMA FIRMA
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OGGETTO
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IMPEGNI / RICHIESTE AL GOVERNO
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RISPOSTA DEL GOVERNO
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Interrogazione a risposta immediata in Assemblea
P. Terzoni, M5S
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Piano nazionale amianto, avvio delle bonifiche
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Richiesti chiarimenti su:
– iniziative finalizzate ad avere un quadro completo e aggiornato dei dati necessari per il completamento del piano nazionale amianto, e una completa catalogazione e gestione delle informazioni sulle situazioni di rischio amianto su tutto il territorio nazionale, come richiesto anche dall’Unione europea in materia di censimento;
– iniziative assunte per le bonifiche dei siti industriali e la rimozione dell’amianto dagli edifici, attraverso l’attuazione di quanto previsto nel piano nazionale, con priorità per le aree ad alta frequentazione pubblica (scuole, impianti sportivi e infrastrutture) con la più alta priorità di rischio (classe di priorità del rischio 1); – iniziative, anche a livello normativo, volte a uniformare su tutto il territorio nazionale i metodi di censimento delle coperture in amianto; – sullo stato di attuazione delle misure e degli impegni derivanti dagli ordini del giorno accolti dal Governo |
Evidenziato che:
-Il DM 101/2003: «Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate alla presenza di amianto, ai sensi dell’articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93 », prevede che le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano effettuino una mappatura dell’amianto sul proprio territorio, individuando i siti con amianto, e i siti maggiormente a rischio;
–tale mappatura, al novembre 2015, fa rilevare oltre 44 mila siti. Attraverso questa mappatura, è stato possibile individuare la presenza di amianto in categoria di rischio elevata (1 e 2), negli istituti scolastici e negli edifici pubblici in generale;
-attualmente sono sedici le regioni che hanno aggiornato i dati relativi alla mappatura amianto per il consuntivo 2014 e 2015 e permane un problema di eterogeneità delle modalità di rilevamento;
– in merito ai programmi di finanziamento per gli interventi di bonifica la legge 93/2001, aveva già previsto uno stanziamento di circa 8,9 milioni di euro per la realizzazione di una mappatura sul territorio nazionale, nonché per la realizzazione degli interventi di bonifica urgente. Il 50 % di detto importo è stato assegnato e trasferito alle regioni per la realizzazione della mappatura in questione, il restante 50 % è stato trasferito ai soggetti beneficiari rappresentati da dieci comuni (espressamente indicati);
– riguardo agli interventi di bonifica dei cosiddetti SIN (Siti di interesse nazionale) la legge di stabilità 2015 ha previsto per la prosecuzione delle bonifiche lo stanziamento di 45 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015-2016-2017, di cui 25 milioni annui a favore dei comuni di Casale Monferrato e Napoli;
– il cd. Collegato ambientale (L. 221/2015) attribuisce, nel limite di spesa di 5,667 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017-2018-2019, alle imprese che effettuino nell’anno 2016 interventi di bonifica da amianto su beni e strutture produttive un credito di imposta del 50 % delle spese sostenute per i predetti interventi. Le disposizioni per l’attuazione della citata norma sono adottate con apposito decreto del Ministero dell’ambiente, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, il cui iter è in corso;
– il Collegato ambientale prevede inoltre, l’istituzione presso il Ministero dell’ambiente del Fondo per la progettazione preliminare e definitiva degli interventi di bonifica di beni contaminati da amianto, con una dotazione finanziaria di 5,536 milioni di euro per l’anno 2016 e 6,18 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018;
– lo scorso 5 maggio è stato adottato in Conferenza unificata l’accordo tra Governo, regioni e province autonome di Trento e Bolzano per l’istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di un tavolo di coordinamento interistituzionale per la gestione delle problematiche relative all’amianto. Tra i vari compiti, il tavolo sarà chiamato ad individuare le misure, gli interventi e i programmi del Piano nazionale amianto che comportano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, al fine di richiedere adeguate coperture finanziare, nonché l’eventuale aggiornamento del Piano amianto anche attraverso la revisione di piani di azione biennale per la realizzazione di misure ritenute prioritarie.
La Sottosegretaria di Stato per l’Ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo
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Interrogazione a risposta immediata in Assemblea
G. Guidesi, LNA
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Dissesto idrogeologico
Rivisto ross
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Chiesti chiarimenti su:
–quali interventi urgenti si intenda adottare per la pulizia degli alvei dei fiumi e dei torrenti dai tronchi d’albero, dal materiale vegetale e dalla deposizione della sabbia e della ghiaia trascinate dalla corrente, allo scopo di ripristinare la storica condizione dell’alveo e la sezione originale di deflusso e garantire un’effettiva prevenzione dai pericoli di dissesto idrogeologico da straripamento dei corsi d’acqua.
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Evidenziato, tra l’altro che:
– con lo «sblocca Italia» sono state definite nuove regole per la programmazione, in coerenza con un quadro effettivo del rischio e garantendo criteri di trasparenza nella selezione degli interventi;
– è stato avviato il piano operativo nazionale degli interventi per il periodo 2014-2020;
– tale piano è stato definito con le regioni con una lunga concertazione attraverso l’utilizzo del sistemaReNDiS-web, in collaborazione con ISPRA;
–l’insieme degli interventi raggiunge un importo di circa 20 miliardi e 300 milioni di euro. Rispetto a tale stima complessiva, l’importo delle richieste validate dalle regioni ammonta a circa 17 miliardi e mezzo di euro;
– lo scorso 3 marzo, sono stati approvati due nuovi masterplan di riferimento in materia di acque e di gestione del rischio di alluvione coordinate a livello di distretto idrografico, espressamente richieste dalle normative comunitarie;
– la pulizia degli alvei dei fiumi e dei torrenti dai tronchi d’albero o altro materiale vegetale, è attività di competenza regionale. La questione della sabbia e della ghiaia trascinate dalla corrente, nel collegato ambientale è stata affrontata con una norma specifica che prevede che le autorità di bacino predispongano il programma di gestione dei sedimenti a livello idrografico. Tali attività devono fondarsi su un quadro conoscitivo aggiornato, rappresentato nello specifico dai piani di gestione e dalle loro attuazioni a livello territoriale.
Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti
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Interrogazione a risposta immediata in Assemblea
S. Matarrese, SCpl
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Dissesto idrogeologico
Rivisto ross
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Si chiede di chiarire:
– quale sia lo stato di attuazione della programmazione e della pianificazione degli interventi per il contrasto al fenomeno del rischio da dissesto idrogeologico in Italia,
– quali siano le risorse disponibili e gli elementi maggiormente ostativi all’impiego immediato e concreto delle risorse individuate da parte delle regioni e quali iniziative si intenda adottare al fine di rimuoverli per accelerarne la spesa.
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Evidenziato, tra l’altro che:
– si sta procedendo con la struttura di missione alla predisposizione di una nuova programmazione degli interventi;
– si sta lavorando con le regioni al Piano nazionale di prevenzione e di contrasto al dissesto per gli anni 2015-2023, nell’ambito del quale è già stato approvato nel settembre scorso il Piano stralcio per le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazioni esposte a rischio di alluvione, costituito da una sezione attuativa e già finanziata di 33 interventi per 654 milioni di euro e da una sezione programmatica di 99 interventi per altri 650 milioni di euro, destinati in un futuro finanziamento;
– il Piano nazionale potrà essere finanziato attraverso le risorse del bilancio ordinario e le risorse della politica di coesione nazionale ed europea;
– è stata prevista l’assegnazione di 150 milioni di euro nell’anno 2016, 50 milioni nel 2017 e 150 nel 2018, che si vanno a integrare agli 800 milioni che ricordavo prima; – per integrare tali risorse, si sta valutando, con gli enti di credito europeo, la richiesta di un mutuo per finanziare una parte del Piano nazionale. I fondi nazionali di sviluppo e coesione 2014-2020 sono stati già oggi parzialmente attribuiti alle regioni del meridione attraverso la sottoscrizione dei Patti per il Sud, per il contrasto proprio al dissesto idrogeologico.
Le risorse già date ammontano a 1 miliardo e mezzo di euro. Un’ulteriore assegnazione di risorse sarà fatta a valere sulla quota residua del fondo;
– per quanto concerne invece le risorse della coesione europea, si segnalano diversi interventi finanziari per circa 1,2 miliardi di euro. Esiste poi un ulteriore fondo di 100 milioni per la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, che sarà disciplinato con un decreto che è in corso di redazione ed uscirà fra poche settimane.
Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti
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Interrogazione a risposta in Commissione
S. Matarrese, SCpl
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Opere pubbliche incompiute
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Si richiede se:
– tra le opere censite dal Sistema informatico di monitoraggio delle opere incompiute (SIMOI), sono state selezionate quelle che si intende completare e quali siano le risorse che intende utilizzare a tale scopo, con particolare riferimento alle opere relative alla regione Puglia, e se quindi il fondo specifico per il completamento delle opere connotate da una prioritaria valenza istituzionale e strategica sia attivo.
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Evidenziato, tra l’altro, che:
–il Dlgs 50/2016 (nuovo Codice degli appalti) nell’ambito delle disposizioni che riguardano la pianificazione, programmazione e progettazione dei lavori e delle opere, ha previsto (art. 21) l’adozione, entro 90 giorni dall’entrata in vigore, di un provvedimento interministeriale MIT-MEF, previo parere del CIPE e sentita la Conferenza Unificata, volto a definire, tra l’altro, i criteri e le modalità per favorire il completamento delle opere incompiute;
– per quanto concerne le opere di prioritaria valenza istituzionale e strategica, proprio al fine di migliorare la capacità di programmazione e riprogrammazione della spesa per la realizzazione delle infrastrutture di preminente interesse nazionale, l’articolo 202 prevede l’istituzione, nello stato di previsione del MIT, di due Fondi: il Fondo per la progettazione di fattibilità delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese, nonché per la project review delle infrastrutture già finanziate e il Fondo da ripartire per la realizzazione delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese; -l’individuazione delle risorse assegnate ai menzionati fondi è definita con uno o più decreti MIT-MEF, previo parere del CIPE;
– con uno o più decreti del MIT sono definite le modalità di ammissione al finanziamento della progettazione di fattibilità e l’assegnazione delle risorse del Fondo per la progettazione di fattibilità delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese ai diversi progetti, nonché le modalità di revoca.
Il Sottosegretario di Stato alle Infrastrutture e ai trasporti, Umberto Del Basso De Caro
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Interrogazione a risposta scritta
D. Caparini, LN
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Soprintendenze uniche
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-Riconsiderare la possibilità di un’«opzione regionale», rispetto alla dimensione inter-provinciale degli enti, peraltro in corso di ridimensionamento a livello amministrativo generale;
-definire la tempistica per il completamento del passaggio dei musei e aree archeologiche ai poli museali e quali iniziative si intendano mettere in atto per quelle situazioni territoriali per le quali sono già state evidenziate criticità;
–assicurare ad ogni soprintendenza la dotazione organica necessaria per far fronte ai numerosi compiti derivanti dal nuovo assetto organizzativo;
– se non intenda, in alternativa, assumere iniziative per prevedere una moratoria nell’attuazione della riforma in tutte le sue fasi, al fine di attivare, anche in tempi brevi, un tavolo tecnico di coordinamento, tra il Ministero e gli operatori del settore e i loro organismi rappresentativi.
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Evidenziato, tra l’altro, che:
-il nuovo assetto organizzativo prevede la creazione delle soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio. aumentano i presidi di tutela sul territorio nazionale, che, per l’archeologia, passano dalle attuali 17 soprintendenze archeologia alle nuove 39 soprintendenze unificate (cui si sommano le due soprintendenze speciali del Colosseo e di Pompei);
-la nuova articolazione territoriale realizza una distribuzione dei presidi più equilibrata ed efficiente definita tenendo conto del numero di abitanti, della consistenza del patrimonio culturale e della dimensione dei territori; -le nuove soprintendenze parleranno con voce unica a cittadini e imprese riducendo tempi e costi burocratici. In un unico ufficio, responsabile di un’area territoriale più circoscritta e quindi più vicino a cittadini, amministratori locali e imprese, si concentrano e si coordinano le diverse competenze tecnico-scientifiche, con riduzione dei costi amministrativi e incremento di efficienza ed efficacia dell’attività di tutela; -ogni nuova soprintendenza verrà articolata in sette aree funzionali per garantire una visione complessiva dell’esercizio della tutela;
-ciascuna soprintendenza costituirà un riferimento univoco per la valutazione di qualunque aspetto di ogni singolo progetto, dalla tutela di beni archeologici per arrivare all’impatto paesaggistico, passando per gli aspetti di carattere artistico e architettonico: a un’unica domanda corrisponderanno un unico parere e un’unica risposta;
–riguardo alla cosiddetta «opzione regionale», il DPCM 171 del 2014, proprio per assicurare, a livello regionale, idonei livelli di coordinamento dell’azione amministrativa degli uffici del Ministero operanti nei territori ha disposto l’istituzione dei segretariati regionali (articolo 32) e delle commissioni regionali per il patrimonio culturale (articolo 39). I segretariati regionali assicurano il coordinamento dell’attività delle strutture periferiche del Ministero presenti nel territorio regionale.
Le commissioni regionali per il patrimonio culturale sono organi collegiali a competenza intersettoriale. Esse coordinano e armonizzano l’attività di tutela e di valorizzazione nel territorio regionale garantendo una visione olistica del patrimonio culturale, svolgono un’azione di monitoraggio, di valutazione e di autovalutazione. La Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo, Ilaria Carla Anna Borletti dell’Acqua.
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CAMERA DEI DEPUTATI
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ATTO e PRIMA FIRMA
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OGGETTO
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IMPEGNI/RICHIESTE AL GOVERNO
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Mozione
M. Lupi, NCD-UDC
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Politiche economiche UE (ruolo Italia)
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– Incalzare le istituzioni europee con concrete proposte orientate alla crescita dell’economia del continente;
– favorire il ritorno dell’inflazione su livelli coerenti con il mantenimento della stabilità dei prezzi che esige il riassorbimento della capacità produttiva inutilizzata e della disoccupazione;
– fare in modo che la politica monetaria sia affiancata dall’operare delle politiche economiche, anche a livello europeo;
– approfondire la propria azione all’interno delle istituzioni europee per un arricchimento delle politiche monetarie e fiscali in direzione della crescita e del sostegno alla domanda interna;
– proporre il rafforzamento del piano Juncker come valido strumento per incrementare la capacità delle economie europee e di rilancio della credibilità dell’Unione; -assumere iniziative per una rapida revisione di mezzo termine del bilancio pluriennale dell’Unione europea conformemente agli impegni presi al momento della sua approvazione, con la finalità di rendere disponibili risorse utili a sollecitare la inderogabile infrastrutturazione materiale ed immateriale dell’Unione, capace di renderla più competitiva e di collocarla all’avanguardia nell’«economia della conoscenza» del secolo XXI; –riconsiderare il ruolo della Banca europea per gli investimenti (BEI) per migliorare l’utilizzo della capacità di credito dell’Istituto e ampliare la portata del suo intervento nell’ambito degli investimenti.
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Interrogazione a risposta scritta
A. Scotto, SI-SEL
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Privatizzazione ferrovie
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Si chiede di sapere:
-per quali ragioni, stanti le previsioni contenute nel Documento dell’economia e delle finanze 2016, non sia stata ancora presentata in Parlamento, come previsto dall’articolo 1, comma 677, della legge di stabilità 2016 una relazione sull’impatto economico, industriale e occupazionale derivante dalla privatizzazione nella quale siano indicati in particolare:
a) i dati finanziari e industriali degli effetti dell’alienazione o dell’eventuale aumento di capitale sulle società interessate e sul bilancio dello Stato;
b) la minore spesa per interessi derivante dall’utilizzo delle risorse incassate dall’alienazione per la riduzione del debito pubblico;
c) i minori dividendi versati al bilancio dello Stato in conseguenza dell’alienazione;
d) gli effetti dell’alienazione o dell’aumento di capitale riservato al mercato sul piano industriale del gruppo.
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Interrogazione a risposta scritta
A. Maestri, Misto
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Riduzione pressione fiscale e rilancio delle imprese
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Si chiede:
– quali iniziative si intenda assumere per abbattere in modo incisivo la pressione fiscale in Italia a vantaggio della ripresa economica;
-se non si ritenga opportuno riformare il sistema tributario così da ridurre la pressione fiscale e rilanciare il settore dell’artigianato e della piccola e media impresa.
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Interrogazione a risposta in Commissione
G. M. Fragomelli, PD
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Immobili pubblici
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Considerato che a decorrere dal 1o gennaio 2014, la legge di stabilità per il 2013 prevede (art. 1, comma 138, L 228/2012) che le operazioni di acquisto di immobili, da parte degli enti territoriali e degli enti del servizio sanitario nazionale, possano essere effettuate solo ove ne siano comprovate documentalmente l’indispensabilità e l’indilazionabilità attestate dal responsabile del procedimento, si chiede:
-se non si ritenga utile intervenire con un idoneo atto volto a definire parametri oggettivi per superare le incertezze interpretative della norma in merito alle fattispecie di indispensabilità e indilazionabilità delle operazioni di acquisto che, in alcuni casi, hanno impedito al responsabile del procedimento di concludere le operazioni, a tal fine anche esplicitando che, come avvenuto per il 2013, il divieto di acquistare immobili a titolo oneroso non si applica alle procedure relative all’acquisto a titolo oneroso di immobili o terreni effettuate tramite espropriazioni per pubblica utilità;
–se l’inserimento di immobili negli atti di pianificazione urbanistica comunale, in quanto destinati alla funzione pubblica, possa costituire requisito necessario per effettuare le citate operazioni di acquisizione di immobili da parte dei medesimi enti territoriali.
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Interrogazione a risposta in Commissione
M. Di Stefano, PD
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Pagamento diretto subappaltatori
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Considerato che:
-sussistono incertezze interpretative nell’applicazione dell’art. 118 del DLgs 163/2006 (Codice contratti pubblici), nella versione risultante all’esito delle modifiche apportate dall’articolo 13 comma 10, lettera a) del decreto legislativo 23 dicembre 2013, n. 145 convertito con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9;
– che la norma trova applicazione anche nei confronti dei consorzi e, in particolare, nel rapporto tra consorzio aggiudicatario e consorziato assegnatario dei lavori (assimilabile al rapporto antagonista appaltatore/subappaltatore);
– che le stazioni appaltanti sono refrattarie a disporre il cosiddetto pagamento diretto, che interviene soltanto quale extrema ratio, vale a dire quando l’aggiudicatario della commessa versa in una situazione di vera e propria insolvenza, si chiede di chiarire:
– per quali ragioni le stazioni appaltanti abbiano omesso di disporre il pagamento diretto ai sensi dell’articolo 118 del codice dei contratti pubblici;
– che tipo di istruttoria sia stata compiuta per verificare la sussistenza dei presupposti delineati dalla norma;
– in quante occasioni l’istruttoria si sia conclusa con la decisione di disporre il cosiddetto pagamento diretto;
– se le difficoltà interpretative ed applicative debbano ritenersi superate nella vigenza del nuovo codice dei contratti pubblici o se non sia opportuno assumere ulteriori iniziative normative al riguardo (D.Lgs 50/2016).
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SENATO DELLA REPUBBLICA
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ATTO e PRIMA FIRMA
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OGGETTO
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Mozione
M. Filippi, PD
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Mose
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-Adottare ogni iniziativa necessaria per favorire il completamento del MOSE entro il 31 dicembre 2018, nel rispetto del cronoprogramma redatto con l’atto integrativo e modificativo del 14 maggio 2015 e di quanto previsto nell’allegato VI al documento di economia e finanza 2016, stanziando a tal fine le residue risorse finanziarie necessarie al completamento dell’opera e alla salvaguardia di Venezia e della sua laguna;
– vincolare il consorzio Venezia nuova, ancorché in fase di gestione commissariale, sia per le attività ancora da realizzare al fine del completamento delle opere, sia per la loro gestione nelle more del passaggio di quest’ultima ad altro soggetto, al rispetto di quanto disposto nel nuovo codice degli appalti per le concessionarie autostradali in materia di affidamento di lavori, forniture e servizi di importo superiore a 150.000 euro, imponendo il ricorso a procedure di evidenza pubblica nella selezione degli affidatari;
– prevedere misure volte a superare e separare la fase di realizzazione e l’esperienza del consorzio Venezia nuova da quella della gestione successiva dell’opera, individuando una soluzione di governo per il futuro dell’infrastruttura e della città e le risorse necessarie al suo funzionamento e alla sua manutenzione;
– contrastare il fenomeno della corruzione, della frode e degli illeciti, in tutti i settori dell’economia e nell’ambito delle amministrazioni pubbliche, nelle società partecipate e controllate, promuovendo l’adozione di misure preventive della corruzione, l’attuazione della trasparenza in tutti gli aspetti gestionali della pubblica amministrazione, la previsione della pubblicità e della rotazione degli incarichi e il potenziamento dell’attività di vigilanza nell’ambito dei contratti pubblici, degli incarichi e comunque in ogni settore della pubblica amministrazione che potenzialmente possa sviluppare fenomeni corruttivi;
– favorire il potenziamento della collaborazione tra l’ANAC e l’autorità giudiziaria, rafforzare l’azione di vigilanza amministrativa in materia di affidamento ed esecuzione dei contratti pubblici, per consentire alle Procure della Repubblica l’accesso alle informazioni acquisite in via amministrativa;
– promuovere, in relazione alla realizzazione di infrastrutture pubbliche e di eventi, il ricorso all’adozione di protocolli che favoriscano l’adozione di modelli di cooperazione istituzionale e di vigilanza degli appalti pubblici per massimizzare la trasparenza, la correttezza e l’efficacia dei preparativi, nonché il monitoraggio e la supervisione delle procedure di appalto, lo scambio di informazioni, e il controllo nella realizzazione delle opere, anche dal punto di vista della qualità delle medesime;
– dotare le amministrazioni pubbliche delle risorse professionali adeguate ad affrontare le problematiche dell’interlocuzione con i progettisti delle opere e ad esercitare il controllo sui lavori;
– rafforzare il ruolo dell’ANAC per la prevenzione dei fenomeni di corruzione nel settore degli appalti pubblici.
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Mozione
J. Crosio, LN
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Trasparenza negli appalti e correzione del DLgs 50/2016 (nuovo Codice appalti)
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-Avviare ogni possibile azione per eliminare la concentrazione dei poteri di pianificazione, valutazione, attuazione e controllo negli appalti e ogni altro comportamento che possa permettere l’insinuarsi della criminalità e della collusione nelle opere pubbliche;
–garantire la pubblicità e trasparenza delle procedure quale elemento essenziale per l’informazione e partecipazione dei cittadini ai processi decisionali;
– assumere le opportune iniziative, per esaminare gli atti e le procedure di appalto viziati da fenomeni di corruzione, rendendo pubbliche le situazioni di illegalità e provvedendo al commissariamento dei relativi appalti, per garantire la prosecuzione dei servizi e dei lavori e non penalizzare i cittadini;
– riferire al Parlamento sulle attività in corso da parte dell’Anac verso il ristabilirsi della legalità in materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, anche con riferimento agli appalti in materia di servizi pubblici locali e alla correttezza delle procedure di affidamento dei servizi da parte dei gestori, soprattutto ai fini della tutela dell’interesse pubblico;
– adottare iniziative per stimolare le Regioni a creare, sulla base dell’esempio della Regione Lombardia, autorità regionali anticorruzione, con compiti di vigilanza, controllo, prevenzione e repressione della corruzione e dell’illegalità in tutte le attività svolte dalle strutture regionali, al fine di attuare una sinergia tra amministrazioni centrali e territoriali e raggiungere risultati concreti contro i fenomeni di corruzione in materia di appalti;
– tenere in considerazione il lavoro che si apprestano a svolgere le Commissioni parlamentari nell’ambito delle procedure conoscitive per l’approfondimento, correzione e implementazione del decreto legislativo n. 50 del 2016.
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Mozione
L. Uras, SI-SEL
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Contrasto alla corruzione negli appalti pubblici
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-Riferire al Senato con cadenza semestrale sulle iniziative adottate, o che intenda adottare, anche in raccordo con Regioni ed enti locali, per contrastare il fenomeno della corruzione nell’ambito delle procedure di gara relative a contratti e appalti pubblici;
– valutare se, nell’ambito delle predette iniziative, ritenga di dover agire per reintrodurre un sistema efficace di controlli preventivi di legittimità sugli atti amministrativi delle pubbliche amministrazioni.
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Interrogazione a risposta orale
I.Angione, PD
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Apprendistato
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Si chiede di sapere se:
-non si ritenga che con la recente riforma (Dlgs 81/2015 attuativo Jobs Act) non siano state ancora del tutto superate le criticità relative al contratto di apprendistato che ne limitano di fatto l’applicazione;
– se siano in fase di studio misure normative o d’incentivo al rilancio dell’apprendistato per fare in modo che diventi il principale strumento di inserimento lavorativo dei giovani del nostro Paese.
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