Se fosse un’operazione matematica darebbe un risultato sbagliato, i numeri relativi alla legge sulla rigenerazione urbana non tornano: 6 legislature lungo 26 anni di attività hanno prodotto 76 proposte di riforma urbanistica. Senza riuscirci.
In media negli ultimi 26 anni, ogni 4 mesi è iniziato l’iter parlamentare senza arrivare a una decisione. Così, la legge urbanistica è ferma al 1942, affiancata da un decreto del 1968 sugli standard urbanistici. Poi, il nulla: “Non è più possibile governare le trasformazioni in atto con questo quadro normativo. Serve quanto prima una legge statale che affermi l’interesse pubblico degli interventi di rigenerazione urbana”, ha affermato il presidente Ance Gabriele Buia dal palco del teatro Regio di Parma in occasione della due giorni che si è svolta a Parma sul tema della rigenerazione urbana, Com’e bella la città. Ance chiede una nuova governance per la politica urbana nazionale e propone un decalogo: incentivi, semplificazioni, un nuovo sistema di fiscalità immobiliare e misure specifiche per la riqualificazione energetica e sismica. Un’impostazione condivisa anche dal Ministro Giovannini: “In questo momento c’è una spinta verso il rinnovamento delle città. Un fermento nato durante la pandemia quando le associazioni hanno usato questo periodo di sosta forzata per sognare. Per questo si tratta di una stagione che non deve essere sprecata”. Il Ministro ha poi annunciato la ripresa dell’iter del progetto di legge sulla rigenerazione urbana: “Si è fermato per un momento di riflessione sulle implicazioni finanziarie, ma ora con la Ragioneria dello Stato e con il Ministero dell’economia e delle finanze abbiamo raggiunto un accordo per andare avanti, tra l’altro con la costituzione di un fondo per la rigenerazione urbana”.
Il Pnrr, secondo i conti di Ance, destina circa 48 miliardi di euro a investimenti per le città e i territori: 9,1 miliardi sono dedicati alla rigenerazione urbana; 3 miliardi ai piani integrati; 2,8 miliardi per il programma innovativo nazionale per la qualità dell’ambiente.
Durante l’incontro a Parma sono state presentate diverse esperienze sul territorio. Le ha sintetizzate l’Ance in un dossier presentato al ministro Giovannini. “Città che vai investimento che trovi”: tre focus su altrettanti centri urbani del Nostro Paese: Roma, Napoli e Milano. Se nella Capitale gli investimenti maggiori sono destinati alla cultura e al turismo (per un totale di 2,7 miliardi di euro), a Napoli circa un terzo dei fondi è destinato a interventi di rigenerazione urbana per l’inclusione e la coesione sociale (2,2 miliardi). A Milano, poi, quasi il 60% dei fondi del Pnrr riguarda interventi per una mobilità sostenibile (2,6 miliardi).
“Dobbiamo spendere rapidamente queste risorse per progetti sostenibili e di qualità”, ha concluso Gabriele Buia, “non possiamo lasciare andare questa grandissima opportunità”.
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