Dallo Stato legittimo degli immobili ai cambi d’uso, dalle tolleranze alle varianti ante 1977: sono alcuni delle questioni principali delle linee di indirizzo e i criteri interpretativi del cosiddetto decreto salva-casa (del decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69) pubblicate dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Un documento che, tra l’altro, viene incontro ad alcune delle interpretazioni che l’Ance aveva già presentato in una precedente nota di approfondimento (vedi news del 31 luglio 2024). L’obiettivo del ministero è quello di facilitare l’attuazione del provvedimento da parte delle amministrazioni competenti e di fornire ai cittadini linee di orientamento e di indirizzo. Nel documento viene specificato che le disposizioni del decreto-legge sono di per sé auto-applicative e non richiedono ulteriori interventi attuativi da parte dello Stato e che rimane ferma la possibilità per la legislazione regionale di adottare norme di dettaglio. Viene inoltre sottolineato che le linee di indirizzo contenute nel documento sono fornite a titolo informativo e non hanno valore vincolante, in quanto forniscono orientamenti applicativi che possono essere soggetti a integrazioni o aggiornamenti.
Da una prima lettura delle linee di indirizzo del MIT, tra le questioni di maggiore interesse, si segnala:
Per l’analisi e l’approfondimento degli indirizzi contenuti nelle linee guida seguirà una successiva nota tecnica.
Nel frattempo, sale a otto il numero delle Regioni che hanno fornito indirizzi per chiarire l’applicabilità delle nuove norme del decreto “Salva-casa”. In particolare, si tratta della Campania, dell’Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Umbria, Veneto e Sicilia.
L’Ance ha aggiornato il dossier messo a punto qualche settimana fa con le indicazioni dettate dalla Regione Campania. Con la Circolare n. CI/2025/3 del 28 gennaio 2025, l’amministrazione campana ha sostenuto l’applicazione diretta di molte delle semplificazioni introdotte dal legislatore nazionale e dall’altro ha fornito delle specifiche indicazioni in tema di mutamenti d’uso, recupero dei sottotetti e attività edilizia libera.
Va rilevato, però, che molte di alcune delle indicazioni già fornite dagli enti territoriali sono divergenti con quanto previsto dalle linee di indirizzo diramate dal MIT. Sarà per questo necessario valutare attentamente e attendere successive integrazioni al fine di poter arrivare all’obiettivo auspicato dal Ministero di promuovere prassi interpretative e attuative coordinate rispetto alle scelte operate dal legislatore statale nell’esercizio delle competenze al medesimo costituzionalmente attribuite.
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