L’Europa al fianco dell’Ucraina non solo nei momenti drammatici della guerra, ma anche in futuro per la ricostruzione del Paese. Alla vigilia della conferenza internazionale URC2025 che si terrà a Roma il 10 e 11 luglio, con i principali leader mondiali, l’Ance, insieme a CBU (Confederation of Builders of Ukraine), alle Federazioni europee delle costruzioni, alla FIEC (European Construction Industry Federation) e all’EIC (European International Contractors), e in collaborazione con Neo-Eco Ukraine, ha organizzato un convegno con ospiti istituzionali nazionali ed internazionali per discutere sulla ricostruzione sostenibile dell’Ucraina e presentare case study di progetti già attivi sul territorio martoriato dal conflitto.
Al netto della recrudescenza della guerra di queste ultime settimane, a fine 2024, il quarto Rapid Damage and Needs Assessment, ossia la valutazione dei danni diretti alle infrastrutture e agli edifici, elaborato dal Governo ucraino, dalla Banca Mondiale, dalla Commissione europea e dalle Nazioni Unite, ha stimato 506 miliardi di euro il costo totale della ricostruzione.
In particolare, il danno diretto accumulato ha raggiunto i 170 miliardi di euro. I settori più colpiti sono l’edilizia residenziale, con oltre il 13% del patrimonio abitativo distrutto o danneggiato e più di 2,5 milioni di famiglie coinvolte, e i trasporti e le infrastrutture, con danni diretti pari a 18,1 miliardi di euro e oltre 25.000 km di strade e più di 340 ponti danneggiati o distrutti e circa il 50% della rete ferroviaria nelle aree prossime al fronte compromessa.
Dei 506 miliardi di euro per la ricostruzione, si stima un fabbisogno di almeno 81 miliardi di euro per il settore abitativo, 75 miliardi per i trasporti e 12,6 miliardi solo per lo smaltimento delle macerie.
La ricostruzione, è stato evidenziato nel corso dell’evento che si è svolto presso la sede dell’Ance, non deve limitarsi alla restituzione dello status quo ante, ma trasformarsi in un’occasione per ricostruire meglio, nel rispetto dei principi dell’adesione all’Unione Europea, adottando soluzioni innovative e sostenibili, rafforzando le istituzioni statali e locali, integrando la pianificazione della ripresa nei bilanci a medio termine e investendo nel capitale umano e nella coesione sociale. Principi alla base della collaborazione tra Ance e Cbu contenuti nel protocollo siglato nel 2022.
Nel corso del suo intervento il Presidente del Gruppo PMI Internazionali dell’ Ance, Gaetano Vecchio, ha spiegato che la ricostruzione ‘’deve essere orientata a una trasformazione sostenibile per costruire un futuro più verde, resiliente e moderno”.
Per il rappresentante dell’Associazione, “parlare di ricostruzione in Ucraina non è solo parlare di opere, di fabbriche o di infrastrutture. È parlare di futuro europeo. Di come possiamo accompagnare un Paese che guarda con coraggio all’Europa, aiutandolo non solo a ripartire, ma a farlo meglio di prima. Questa ricostruzione, per noi e per l’Ucraina, deve essere l’occasione per costruire un nuovo modello industriale europeo”. Infine, per Vecchio, il trasferimento degli standard e della qualità europei può avvenire in modo davvero efficace “solo se accompagnato da partnership con le imprese locali. Lavorare insieme – ha dichiarato – significa mettere in rete competenze tecniche e conoscenze locali, valorizzare le filiere esistenti e costruire soluzioni più solide, sostenibili e aderenti ai bisogni reali del Paese”.
Concludendo i lavori, Piero Petrucco, il presidente della Fiec, la Federazione dell’industria europea delle costruzioni, e vicepresidente dell’Ance, ha sottolineato come la ricostruzione sostenibile dell’Ucraina non sia solo un’impresa tecnica, ma un progetto umano. “Non siamo solo costruttori di strade o edifici – ha dichiarato – ma abilitatori della ripresa, della coesione sociale, della resilienza.”
Petrucco ha sottolineato l’importanza del coordinamento, della fiducia e delle partnership tra attori ucraini ed europei, tra pubblico e privato, tra donatori e implementatori. Ricostruire significa anche costruire fiducia nelle istituzioni, in procedure trasparenti e in un futuro sostenibile.
“Usciamo da questa sala non solo informati, ma ispirati – ha concluso – a trasformare le idee in azione, a superare insieme gli ostacoli, e a contribuire a una ricostruzione che sia davvero verde, equa e europea.”
Lingua originale:
Italiano:
Ukrainian:
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