Nella giornata del 27 marzo u.s., una delegazione dell`ANCE, guidata dall`ing. Claudio De Albertis è stata audita dal Comitato sulle diverse forme di inquinamento mafioso nel settore degli appalti e delle opere pubbliche, istituito all`interno della Commissione “Antimafia””.
Il Presidente De Albertis, nel corso dell`audizione, ha evidenziato che la lotta alla criminalità organizzata e il ripristino della legalità costituiscono i presupposti per avviare un processo di sviluppo duraturo del paese ed, in particolare, nel Meridione.
L`attività edile, è stato sottolineato, non ha adeguati mezzi per difendersi dall`aggressione di questa criminalità, perchè il cantiere genera profonde radici nel territorio e presuppone un numero infinito di legami con una pluralità di soggetti pubblici e privati.
L`entità del fenomeno della criminalità organizzata in Italia è preoccupante. Se si va, poi, a studiare la concentrazione geografica, i dati confermano che esiste una vera e propria “questione meridionale”” dove nel 1993 si sono concentrati il 73 per cento degli attentati dinamitardi e il 46 per cento delle estorsioni denunciate nell`intero territorio nazionale.
Da questi dati, ha sottolineato il Presidente De Albertis, emerge che il controllo del territorio da parte dello Stato è lacunoso, non essendo assicurate ai cittadini onesti le garanzie minime per compiere liberamente le proprie attività imprenditoriali.
Compito dello Stato è garantire il normale svolgimento delle attività economiche e sociali sul territorio, anche prevedendo una serie di adempimenti per i soggetti che vivono ed operano sul territorio stesso.
Questo non significa imporre comportamenti che scoraggiano le iniziative imprenditoriali, bensì, significa attuare una politica di prevenzione basata su un`agile azione investigativa volta ad evidenziare le anomalie su cui concentrare l`attenzione delle forze preposte alla sicurezza del territorio.
Nella fase realizzativa di un lavoro pubblico vengono richieste all`esecutore della stessa una serie di informazioni (nominativi dei subappaltatori, dei fornitori, ecc.) che non devono ridursi ad un semplice adempimento burocratico, ma devono essere utilizzabili, ed utilizzate, per indagini snelle e mirate al fine di creare un monitoraggio del territorio.
è stato a questo proposito evidenziata che soltanto attraverso un` adeguata raccolta di informazioni ed uno stretto collegamento fra tutti i soggetti preposti al controllo del territorio sarà possibile sviluppare una idonea tutela dei cittadini.
Infine, è stato sottolineato da parte dell`ing. De Albertis che, per prevenire le infiltrazioni malavitose nei cantieri, sarebbe opportuno che le istituzioni preposte alla difesa dell`ordine pubblico istituissero albi di soggetti certificati dal quale i costruttori possano attingere per intrattenere rapporti economici (fornitori, subappaltatori, ecc.).
Inoltre, in tutti i casi di attività particolarmente esposte al rischio di infiltrazioni malavitose, come la produzione del calcestruzzo o la gestione delle cave, si dovrebbe prevedere un`autorizzazione allo svolgimento di tale attività rilasciata dalla prefettura.
Circa, poi, il fenomeno delle estorsioni, che provocano ingenti danni alle imprese, un utile strumento di prevenzione potrebbe essere il presidio costante ed evidente del territorio da parte delle forze dell`ordine, attraverso una sorta di “tutor“ di cantiere – che potrà essere attuato anche “a campione”” prescindendo quindi da una specifica richiesta dell`imprenditore.