Presso la Commissione Lavoro del Senato, nell`ambito dell`indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della disciplina in materia di diritto al lavoro delle persone disabili di cui alla legge n.68/1999, si è svolta, l`11 gennaio scorso, la prevista audizione dell`ANCE.
Sul tema la delegazione associativa ha evidenziato le numerose difficoltà riscontrate dalle imprese del settore nell`ambito dell`inserimento “mirato”” dei lavoratori diversamente abili nelle proprie unità produttive, in primo luogo per l`evidente peculiarità di un ambiente lavorativo in cui la grande maggioranza del personale è addetta a mansioni operative di cantiere e non impiegatizie.
L`ANCE ha rilevato, altresì, la particolare onerosità della previsione contenuta nella legge 68/1999 che esclude dalle gare per appalti pubblici le imprese che non risultino in regola con gli adempimenti ivi previsti. Norma, quest`ultima, resa ancora più onerosa dall`ampliamento operato dalla legge medesima che estende l`obbligo dell`assunzione di disabili alle imprese con più di 15 dipendenti.
Inoltre, dall`entrata in vigore della legge ad oggi risultano oggettive difficoltà di inserimento dei soggetti affetti da disabilità anche da parte degli Uffici preposti, spesso a causa delle resistenze poste dagli stessi soggetti ad essere inseriti nelle attività di cantiere.
La non adeguatezza del cantiere come luogo di lavoro consono a persone con disabilità è una realtà evidente e, come tale, condivisa anche in ambito parlamentare e governativo.
Gli stessi sindacati di categoria hanno, peraltro, a tale riguardo formalmente convenuto, in un documento predisposto per i tavolo dell`edilizia istituito presso il Ministero del Lavoro, sulla necessità di esentare il settore edile dalla normativa sul collocamento obbligatorio.
Tale posizione è stata confermata, da ultimo, nella lettera a firma congiunta delle Associazioni datoriali e sindacali, inviata al Ministro del Welfare, On.Maroni, in cui viene ribadita la necessità dell`esclusione dalla base di computo per l`individuazione delle quote di riserva del personale di cantiere e degli addetti al trasporto.
L`ANCE ha poi osservato che a livello regionale sono state emanate leggi in materia di collocamento obbligatorio, che contengono previsioni ulteriormente gravose come, ad esempio, quella dell’Emilia Romagna che rende obbligatoria la chiamata nominativa che nella maggioranza dei casi impone l`assunzione di disabili anche in assenza di professionalità e mansioni compatibili con quelle richieste dall`impresa edile o da settore in generale.
Alla luce di quanto evidenziato, l`Associazione ha quindi espresso l`auspicio che il Parlamento si adoperi affinchè in un prossimo provvedimento legislativo la problematica possa trovare positiva e definitiva risoluzione.
Si allega il Documento ANCE consegnato in Commissione con l`unita lettera congiunta sulla problematica inviata al Ministro del Lavoro.
Si vedano precedenti del 20 luglio 2005, del 19 settembre 2005 e del 17 ottobre 2005.