La rinnovata attenzione di tutti i Paesi per gli investimenti in infrastrutture nell`attuale periodo di crisi ed il ruolo fondamentale che una rete infrastrutturale moderna ed efficiente svolge nella crescita economica, sono gli elementi che risiedono alla base del “Secondo Rapporto sulle Infrastrutture in Italia“ redatto dal Centro Studi dell`Ance e presentato ad Ischia a fine maggio nell`ambito del convegno “Reti e mobilità, governare il dopo””.
Il rapporto approfondisce vari aspetti della realizzazione delle infrastrutture in Italia (volume degli investimenti, risorse finanziarie disponibili, tempi di realizzazione,…) ed analizza in particolare la dotazione infrastrutturale del nostro Paese, raffrontandola con quella dei principali Paesi europei.
Dal confronto emerge una generale inadeguatezza ed obsolescenza delle nostre reti, che non sembrano essere in grado di soddisfare in modo adeguato le esigenze espresse dai vari settori economici, dai cittadini e dai vari territori.
La rete ferroviaria è un esempio del ritardo infrastrutturale accumulato nel corso degli anni da parte dell`Italia.
In particolarein materia di Alta Velocità/Alta Capacità, lo scenario è quello di un`Italia, ormai staccata, che non riuscirà nei prossimi anni a diminuire il gap infrastrutturale che la separa da Francia, Spagna e Germania.
Nel 1981, l`Italia poteva contare su 150 km di rete Alta Velocità, ed era insieme alla Francia (301 km) l`unico Paese europeo che disponeva di questo tipo di collegamento.
A partire dagli anni `90, gli altri Paesi europei hanno cominciato ad investire fortemente in infrastrutture a dAlta Velocità/ Alta Capacità. In Italia però, ciò non è avvenuto.
Già nel 2000, l`Italia era stata largamente superata dai Paesi -Germania e Spagna- che avevano iniziato ad investire più di 10 anni dopo il nostro Paese.
In Italia, si è ricominciato a sviluppare la rete ferroviaria ad Alta Velocità solo a partire dal 2000 ma con ritimi ancora molto inferiori a quelli dei nostri principali partners europei.
Il completamento delle tratte ad Alta Velocità in corso di realizzazione, infatti, non colmerà il ritardo accumulato dall`Italia.
Inoltre, nei prossimi anni, il gap infrastrutturale è destinato ad aumentare in quanto non sono previsti nuovi investimenti dopo il 2009 mentre continueranno fino al 2012 in Germania, in Francia e soprattutto in Spagna.
Nel 2012, infatti, l`Italia potrà disporre di 876 km di linee ad Alta Velocità contro i 2.125 km della Francia ed i 3.230 km della Spagna.
La nostra rete AV/AC rimarrà quindi obsoleta al confronto con quella degli altri Paesi europei e caratterizzata da scarsa capillarità e dalla presenza di infrastrutture moderne solo in alcune zone del Centro-nord del Paese.
Infatti, mentre gli altri Paesi si stanno adoperando per sviluppare ulteriormente le loro linee interne e per connettere rapidamente ed in modo efficiente le reti nazionali con la rete europea dei trasporti, in Italia si stanno ancora progettando le principali opere transfrontaliere e le linee che permetteranno al Mezzogiorno di accedere alla rete ad alta velocità.
In allegato e’ disponibile il capitolo estratto dal Secondo rapporto sulle infrastrutture in Italia