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Non dovrà essere superiore a trenta giorni il tempo massimo che intercorre tra una delibera Cipe sui finanziamenti delle opere pubbliche e l'invio della stessa alla firma del premier. La misura è prevista dal dl 1/12, pubblicato in G.U., che mira a ridurre i tempi morti all'esame del ministero dell'Economia

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Dl semplificazioni: 30 giorni per l’avvio delle risorse deliberate dal Cipe

14 Febbraio 2012
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[MF – 14/02/2012 – di Luisa Leone]

Fissa in 30 giorni i tempi delle delibere Cipe per tutti i progetti
Il dl semplificazioni sblocca i cantieri
Non più di 30 giorni per far partire i finanziamenti deliberati dal Cipe. Lo stabilisce il dl semplificazioni pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso venerdì 10 febbraio. All`articolo 22 il decreto fissa un termine massimo di 30 giorni per l`invio alla firma del premier delle delibere del Comitato interministeriale per la programmazione economica. Questa tabella di marcia varrà per tutti gli atti del Cipe e non solo per quelli relativi a opere ritenute strategiche, come aveva stabilito alla fine dello scorso anno il decreto salva-Italia.
Dare solo 30 giorni di tempo tra la seduta in cui finanziamenti vengono deliberati e l`invio della delibera al presidente del consiglio per la firma implica anche una forte pressione sulle strutture interessate dai vari passaggi di controllo, comprese quelle che fanno capo all`Economia, chiamate a controllare le coperture prima della chiusura delle pratiche. Proprio nel passaggio a Via XX Settembre, spesso, si accumulavano i ritardi maggiori e ora, con il termine fissato per legge, tutti gli uffici interessati, non solo quelli del Cipe (che dall`insediamento del nuovo esecutivo stanno lavorando senza sosta), saranno chiamati a uno sforzo in più.
D`altronde non si tratta di una questione meramente burocratica, ma sostanziale per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che il governo si è posto in tema di infrastrutture. Solo la settimana scorsa il ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, ha annunciato lo sblocco, entro il 2012, di 60 miliardi di nuove infrastrutture per il Paese. Per tentare una simile impresa imporre una tabella di marcia accelerata alle delibere del Cipe era necessario. Lo stesso Passera, sempre parlando alla Mobility Conference (promossa da Assolombarda e Camera di commercio di Milano), ha spiegato che si tratta in gran parte di lavori già programmati, che devono solo passare alla fase di cantiere. Insomma, fondi bloccati da lungaggini burocratiche di vario genere. Per questo l`esecutivo è ora intenzionato a fare quanto in suo potere per accelerare l`iter del maggior numero possibile di interventi. «Il Cipe nelle ultime due riunioni, di dicembre e gennaio, ha sbloccato fasi di lavoro per 20 miliardi. Erano tutti interventi bloccati, alcuni si sarebbero persi come fondi, soprattutto quelli europei. Adesso ci sono altri 20 miliardi da mettere in moto con le concessioni autostradali e aeroportuali e sono già stati individuati ulteriori 20 miliardi di opere prioritarie, in alcuni casi già cantierabili, che ci proponiamo di mettere in opera nel corso dell`anno. Quando si comincia a parlare di 40-60 miliardi di opere sono punti significativi di Pil», ha detto il responsabile dello Sviluppo e delle Infrastrutture. Sempre in quell`occasione Passera ha sottolineato che il governo è intenzionato a portare avanti «un`azione senza pace» per lo sblocco dei cantieri. C`è quindi da sperare che la norma (articolo 22 del decreto legge semplificazioni) rimanga così com`è e
non subisca modifiche nel passaggio in Parlamento per la trasformazione in legge e che possa essere usata come viatico per un`avvio più rapido delle opere.
Intanto il prossimo Cipe dovrebbe tenersi il primo o il 2 marzo e sbloccare un`altra fetta di opere, per lo più di piccole dimensioni, ma anche facilmente cantierabili.
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