In Aula della Camera dei Deputati sono state discusse le Mozioni (n. 1-00760 primo firmatario On. Elisabetta Zamparutti del Gruppo parlamentare PD; n. 1-00877 primo firmatario On. Chiara Braga del Gruppo parlamentare PD, n. 1-00878 primo firmatario On. Mauro Libè del Gruppo parlamentare UdC, n. 1-00879 primo firmatario On. Guido Dussin del Gruppo parlamentare LNP, n. 1-00885 primo firmatario On. Donato Mosella del Gruppo parlamentare Misto, n. 1-00886 primo firmatario On. Aurelio Salvatore Misiti del Gruppo parlamentare Misto, n. 1-00889 primo firmatario On. Domenico Scilipoti del Gruppo parlamentare Popolo e Territorio-Noi Sud, n. 1-00890 primo firmatario On. Agostino Ghiglia del Gruppo parlamentare PdL, n. 1-00891 primo firmatario On. Sergio Michele Piffari del Gruppo parlamentare IdV), concernenti interventi per la difesa del suolo (Mozioni accolte in un testo riformulato ad eccezione della n. 1-00879).
Nelle premesse degli Atti viene evidenziata, tra l`altro:
– la particolare conformazione geologica del territorio italiano che lo espone ad elevato rischio di alluvioni, frane e valanghe;
– la scarsa efficacia della politica di tutela del territorio che continua a destinare le poche risorse disponibili all`emergenza, anzichè ad una effettiva opera di prevenzione e messa in sicurezza del territorio;
– la necessità di dare immediata attuazione al Piano straordinario contro il dissesto idrogeologico composto in gran parte di progetti immediatamente cantierabili. Al riguardo, la Mozione 1-00891 cita l`ANCE ricordando che la stessa ha più volte denunciato che i cantieri “non sono mai stati avviati””;
– l`opportunità di avviare il Piano di messa in sicurezza quale “grande opera”” strategica di cui il Paese ha prioritariamente bisogno.
Le mozioni approvate impegnano il Governo in particolare:
– “ad aumentare adeguatamente le risorse destinate alla prevenzione, anche ristabilendo una quota di finanziamento sui fondi annuali destinati agli interventi di difesa del suolo, da destinare obbligatoriamente alla manutenzione dei corsi d`acqua e delle opere;
– “a non concedere alcun nuovo condono e, anzi, a favorire la delocalizzazione dei manufatti a rischio rispetto ad una loro messa in sicurezza secondo un`adeguata analisi costi/benefici””;
– “ad assumere iniziative volte a promuovere e sostenere un piano straordinario di manutenzione diffusa del territorio e dei corsi d`acqua, che coinvolga il sistema delle autonomie locali e che possa prevedere eventuali deroghe rispetto ai vincoli di spesa imposti dal patto di stabilita””`;
– “a promuovere le opportune modifiche normative che garantiscano la possibilità del sistema della protezione civile di operare in modo tempestivo ed efficace nel campo del contrasto ai danni provocati dal dissesto idrogeologico””;
– “a destinare risorse all`attuazione del piano straordinario di interventi per la messa in sicurezza e riqualificazione del territorio nazionale e del patrimonio abitativo pubblico e privato, esposto a rischio sismico e idrogeologico””;
– “a prevedere la messa in sicurezza del territorio nazionale attraverso una stima completa delle aree dove intervenire, un elenco delle opere e dei relativi costi, l`individuazione degli interventi sulla base di indici tecnici che ne determinino le priorità e il coinvolgimento di tutti gli organismi preposti””;
– “ad assumere iniziative volte a prevedere misure di lungo periodo, nell`ambito destinate alla salvaguardia del territorio, per far fronte ad un aumento costante dei fenomeni di rischio, dovuti a fattori naturali e umani””;
– “ad attuare piani di prevenzione, di manutenzione e di monitoraggio continuo del territorio, anche prevedendo la delocalizzazione delle strutture e dei fabbricati a rischio””;
– “ad assumere iniziative, anche normative, volte a rendere più stretti i vincoli che vietano la costruzione nelle zone esposte al pericolo, anche attraverso la predisposizione di sanzioni più aspre per i comportamenti contrari alle norme in materia””;
– “ad introdurre, con carattere prioritario, politiche di salvaguardia e messa in sicurezza del territorio nelle politiche di rilancio dell`economia e dello sviluppo, cominciando ad intervenire in quelle aree che negli ultimi anni hanno, più di altre, subito gravi danni a causa del profondo dissesto idrogeologico del proprio territorio””;
– “ad intervenire in sede europea affinchè si arrivi a politiche unitarie di difesa del suolo attraverso, se necessario, la previsione di fondi europei destinati a tale scopo””;
– “a valutare la possibilità di individuare ulteriori risorse, nonchè lo « sblocco » di risorse già previste per la prevenzione del rischio idrogeologico, anche attraverso: la rimodulazione di delibere Cipe e di fondi esistenti; la revisione – in accordo con le Regioni – delle priorità della « legge obiettivo» al fine di mettere al primo posto le opere di difesa del suolo; l`individuazione di ulteriori forme di finanziamento, quali, per esempio, l`istituzione di un fondo rotativo finalizzato alla messa in sicurezza del territorio, la previsione di un credito d`imposta per investimenti che hanno effetti positivi sulla sicurezza del suolo.