In relazione all`avvio dell`esame presso la Commissione Lavoro del Senato, in prima lettura, in sede referente, del disegno di legge recante “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”” (
DDL 3249/S), l`ANCE ha evidenziato le proprie osservazioni sui contenuti del provvedimento.
Si tratta, in particolare, delle seguenti:
Allineamento dell`aliquota CIG operai agli altri settori dell`industria.
L`Associazione ha rilevato la necessità riallineare, nell`ambito della riforma degli ammortizzatori sociali, l`aliquota CIG operai nell`edilizia, oggi pari al 5,20%, a quelle in vigore negli altri comparti industriali, tra 1,90% e 2,20% rispettivamente per le imprese con meno e più di 50 dipendenti. Su tale riduzione vi è il pieno accordo delle parti sociali, come si evince, da ultimo, dal protocollo sul costo del lavoro contenuto nel verbale di accordo del 19 aprile 2010 ed il risparmio originato, potrebbe, altresì, liberare utili risorse da destinare al sistema degli enti bilaterali, per il sostegno delle integrazioni salariali e della disoccupazione dei lavoratori del settore.
Esonero del settore dal contributo di licenziamento.
L`Associazione ha richiesto l`esonero del settore edile dal pagamento del contributo di licenziamento nei casi di interruzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato per cause diverse dalle dimissioni. Questo a conferma della peculiarità dell`attività edile che fino ad oggi vede i licenziamenti per fine lavoro non soggetti alla L.223/91. Una norma siffatta comporterebbe, inoltre, in un settore caratterizzato dal continuo avvicendarsi delle fasi lavorative e dalle frequenti aperture e chiusure dei cantieri, un ulteriore aggravio economico.
Delega al Governo per la qualificazione delle imprese e ambito di operatività del lavoratore autonomo.
L`ANCE ha evidenziato la necessità di promuovere la regolamentazione del mercato del lavoro privato in edilizia, che diversamente da quello delle opere pubbliche, non prevede attualmente disposizioni sui criteri di accesso alla professione nè sui limiti e le competenze dei soggetti deputati alla realizzazione delle singole lavorazioni. A tal fine ha, quindi, proposto una norma di delega volta a definire, entro 120 giorni dall`entrata in vigore del provvedimento, norme in materia di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi che operano nel settore dei lavori edili privati sulla base di specifici parametri connessi alle tipologie delle lavorazioni e al valore economico delle stesse.
Sullo stesso tema, l`Associazione ha, inoltre, sottolineato che i lavoratori autonomi rappresentano un`ampia fascia dell`intero mercato edile che può celare forme di lavoro irregolare, anche in virtù del minor costo in termini, ad esempio, di aliquote previdenziali (34,98% è il peso contributivo Inps a carico dell`impresa per il lavoratore subordinato a fronte di 21,3% per quello autonomo) ed ha, quindi, proposto, nelle more di una compiuta regolamentazione del settore privato, di circoscrivere l`ambito di operatività di tali lavoratori a specifici interventi, tra i quali quelli propri della manutenzione ordinaria, riservando la realizzazione delle attività edili più articolate e complesse, in via esclusiva, alle imprese strutturate, con una specifica organizzazione di lavoro ed in possesso di adeguati requisiti tecnici ed organizzativi necessari per la realizzazione delle opere.
Le proposte dell`ANCE hanno trovato sostanziale condivisione e saranno oggetto di valutazione nel prosieguo dell`iter del provvedimento.