La Commissione Politiche dell`Unione Europea del Senato ha approvato il Documento conclusivo dell`indagine conoscitiva sulSistema Paese nella trattazione delle questioni relative all`Unione europea con particolare riferimento al ruolo del Parlamento italiano nella formazione della legislazione comunitaria.
Nel Documento della Commissione vengono, in primo luogo, ripercorsi il programma e gli obiettivi dell`indagine, nonchè i principali elementi emersi dal ciclo delle audizioni svolte.
Obiettivo dell`indagine è stato quello di effettuare una ricognizione della funzionalità delle varie strutture che interfacciano con l`UE ai vari livelli e del ruolo del Parlamento italiano nella formazione della legislazione comunitaria, nonchè di approfondire i meccanismi decisionali di cui l`Italia si è dotata nei rapporti istituzionali con l`Unione europea al fine di verificare l`esistenza di un effettivo coordinamento tra tutte le strutture preposte che sia in grado di assicurare un`azione univoca e sistematica del Paese nella tutela e nella promozione degli interessi nazionali.
In particolare, la Commissione si è concentrata sull`individuazione delle principali criticità legate al decision making del Paese e delle inefficienze che impediscono una proiezione più coerente dell`Italia nel contesto comunitario e, conseguentemente, sulla definizione di possibili ipotesi di soluzione.
Sul piano delle criticità ha evidenziato che la capacità da parte dell`Italia di incidere efficacemente sul processo decisionale dell`Unione europea appare offuscata dalla mancanza di una chiara e coerente definizione dell`interesse nazionale nella trattazione dei diversi dossiers europei, dall`assenza di una “cabina di regia”” in grado di incanalare e promuovere gli interessi precipui del Paese, e dalla sottovalutazione del ruolo del Parlamento europeo, divenuto vero e proprio co-legislatore. Gli elementi di maggiore debolezza sono stati individuati, in particolare, nella frammentarietà del sistema nazionale, nella scarsità delle risorse ad esso destinate e nella limitata visione strategica sulle priorità dell`Italia in Europa.
Sono stati, poi, illustrati gli strumenti per il rafforzamento del Sistema Paese, tra cui:
–l`azione di coordinamento interno tra le amministrazioni centrali che, a vario titolo, partecipano alla definizione della posizione nazionale sui singoli dossier europei. Tale coordinamento deve essere celere e affidato ad un soggetto centrale forte che deve essere definitivamente individuato;
–la valorizzazione del ruolo del Parlamento nazionale entrato – con il Trattato di Lisbona – a pieno titolo nel processo legislativo dell`Unione. Al riguardo, viene evidenziata la necessità che il Parlamento individui tempestivamente, in sinergia con il Governo, all`interno del programma annuale della Commissione UE, i dossier di maggiore rilevanza per l`interesse nazionale e che rafforzi i suoi rapporti con il Parlamento UE prevedendo, ad esempio, incontri periodici, anche in videoconferenza, con i deputati europei e con i relatori dei provvedimenti;
–lo svolgimento di riunioni periodiche con i funzionari che si occupano di determinate questioni nelle varie istituzioni europee, sotto la regia della Rappresentanza nazionale e con il coinvolgimento dei rami dell`amministrazione nazionale interessata nonchè di incontri sistematici a livello di Governo e Parlamento anche con esponenti delle varie realtà economiche, finanziarie e culturali del Paese, al fine di costruire solide posizioni nazionali da sostenere a Bruxelles con il supporto degli stessi soggetti coinvolti già in fase di elaborazione della posizione nazionale;
–il posizionamento di figure istituzionali di nazionalità italiana in ruoli chiave, quale, ad esempio, quello di relatore al Parlamento europeo o anche di “relatore ombra”” presso il proprio Gruppo politico di appartenenza;
–maggiore attenzione alle lobbies e alle associazioni di categoria, la cui azione in Europa è riconosciuta legalmente e valorizzata all`interno dei lavori istituzionali. Al riguardo, viene evidenziata la necessità che l`Italia si apra ad una regolamentazione del settore, favorendo una cultura sana e trasparente del lobbying, per allinearsi all`Europa, nonchè valorizzando al meglio questa risorsa in funzione dell`interesse nazionale.
–l`introduzione della valutazione ex post, da svolgere sistematicamente su ogni singolo provvedimento e su ogni singola vicenda, conformemente alle best practices europee;
–la riduzione dell`intervento diretto delle Regioni ai temi di loro esclusiva competenza al fine di concentrare le limitate risorse finanziarie e di personale a disposizione per sostenere al meglio l`interesse nazionale in Europa.
Si vedano precedenti del 27 novembre 2009, del 12 luglio 2010, del 1° ottobre 2010, del 25 ottobre 2010, del 23 dicembre 2010, del 19 gennaio 2011, dell`8 marzo 2011, del 20 maggio 2011, del 1° giugno 2011, del 23 giugno 2011, dell`8 settembre 2011, del 1° febbraio 2012 e del 16 marzo 2012.
In allegato il testo del Documento conclusivo approvato dalla Commissione.
6309-Documento conclusivo.pdfApri