In relazione all’esame, in prima lettura, in sede referente, presso la Commissione Bilancio del Senato, del disegno di legge di conversione del decreto legge 95/2012 recante “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini” (
DDL 3396/S), l’ANCE ha evidenziato, nelle competenti sedi parlamentari, alcune proposte sui contenuti del provvedimento.
Nello specifico, l’Associazione è tornata a ribadire in relazione alle misure adottate nel DL 52/2012 (
c.d. spending review), convertito dalla L.94/2012, per lo smobilizzo dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione di cui all’art. 9 del DL 185/2008 – la necessità di equiparare i certificati di pagamento rilasciati, ai sensi del Codice dei contratti pubblici e relativo regolamento di attuazione, per i contratti pubblici di appalto di lavori, con i certificati emessi dagli enti debitori ai sensi dell’art. 9 del suddetto DL 185/2008, in particolare ai fini delle operazioni di anticipazioni in banca (attualmente escluse dalla norma) garantite dal Fondo centrale di garanzia per le Piccole e medie imprese (si veda, al riguardo, precedente del
16 luglio 2012).
L’ANCE si è, altresì, soffermata sulle norme del testo relative alla riduzione dei costi delle locazioni passive, con cui viene previsto, in particolare, il blocco degli aggiornamenti Istat sui canoni dovuti dalle amministrazioni pubbliche per il periodo 2012-2014, per l’utilizzo di immobili in locazione passiva sia di proprietà privata, sia di soggetti pubblici, nonché la contestuale riduzione del 15% dei canoni stessi a partire dal 1° gennaio 2013 (ad esclusione degli immobili di proprietà dei fondi immobiliari).
In proposito, ha evidenziato che tali disposizioni non risultano condivisibili, in quanto, oltre a scoraggiare gli investimenti nel settore, azzerano, senza possibilità di trattativa – salvo che il locatore non voglia rinunciare al proseguimento del rapporto contrattuale – contratti negoziati ed in essere anche da tempo il cui canone è stato determinato anche in base al piano economico finanziario predisposto dal costruttore promotore per la realizzazione dell’immobile tenendo conto anche del finanziamento concesso da istituti di credito. Ulteriore criticità delle norme è rappresentata, inoltre, dalla disparità di trattamento conseguente all’esclusione dal suo ambito di applicazione degli immobili di proprietà dei fondi immobiliari.
Alla luce delle considerazioni espresse, sarebbe, quindi, opportuno il superamento delle disposizioni suddette.
Le proposte dell’ANCE hanno trovato ascolto e sostanziale condivisione e per gli sviluppi occorrerà attendere il prosieguo dell’iter di conversione del decreto legge.