Il Consiglio dei Ministri nella seduta del
27 luglio u.s., n. 40, tra l’altro, approvato uno Schema di D.Lgs recante alcune integrazioni e modifiche al codice del processo amministrativo (decreto legislativo n. 104 del 2010). Le modifiche, predisposte sulla base del progetto redatto da una apposita Commissione speciale istituita presso il Consiglio di Stato e composta da magistrati amministrativi, ordinari, avvocati dello Stato, esponenti dell’Accademia e del libero foro, sono necessarie per rendere più funzionali gli istituti processuali e ridurre i tempi dei processi. Le novità principali sono:
– Competenza del giudice amministrativo – si conferma il principio secondo cui il difetto di competenza territoriale (che si verifica quando l’organo giudicante non ha la legittima autorità a compiere un atto) può sempre essere rilevato d’ufficio. Si introduce poi la possibilità di eccepire il difetto di competenza con una richiesta espressa rivolta al giudice entro un tempo determinato. La misura è finalizzata a ridurre i tempi dei processi.
– Chiarezza e sinteticità degli atti processuali e specificità dei motivi – il decreto legislativo modifica alcuni termini processuali per renderli più coerenti con il sistema processuale, precisa quali regole si applicano ai mezzi di impugnazione (e in particolare all’appello cautelare) e, infine, chiarisce il rapporto tra le sezioni semplici e l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato.
– Adeguamento a sentenze costituzionali – sia in materia di giudizi elettorali che con riguardo alle impugnazioni delle sanzioni irrogate dalla CONSOB, il testo del Codice è stato adeguato a recenti pronunce della Corte costituzionale.
Lo Schema andrà al parere delle Commissioni parlamentari competenti.
Il Consiglio ha, inoltre, esaminato la questione relativa alle misure urgenti per la bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione territoriale di Taranto. Illustrati i contenuti del protocollo d’intesa sottoscritto il 26 luglio tra il Ministero dell’ambiente, il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero della coesione territoriale, la regione Puglia, la provincia e il Comune di Taranto e il Commissario straordinario del porto di Taranto.
Gli obiettivi del protocollo – tra i quali rientrano lo sviluppo di interventi infrastrutturali di bonifica, gli incentivi alle imprese locali e la riqualificazione industriale dell’area – verranno realizzati nelle prossime settimane attraverso appositi accordi e sotto la guida di un Comitato di Sottoscrittori e di una cabina di regia coordinata e gestita dalla Regione Puglia. Lo stanziamento complessivo previsto dal protocollo è di 336.668.320 euro, di cui 329.468.000 di parte pubblica e 7.200.000 di parte privata.
Ha ,altresì, esaminato alcune leggi regionali e provinciali, nell’ambito delle quali ha deliberato:
– l’impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale della legge Regione Friuli Venezia Giulia n. 12 del 31 maggio 2012 recante “Disciplina della portualità di competenza regionale” in quanto contiene una norma che, prevedendo la possibilità per la Regione di stipulare convenzioni con i privati in deroga alla disciplina statale in materia d’uso dei beni pubblici;
– la non impugnativa, in particolare, delle seguenti leggi:
– Legge Regione Puglia n. 15 del 11 giugno 2012 “Norme in materia di funzioni regionali di prevenzione e repressione dell’abusivismo edilizio”;
– Legge Regione Toscana n. 24 del 5 giugno 2012 “Norme per la gestione delle crisi idriche e idropotabili. – Modifiche alla l.r. 69/2011 ed alla l.r. 91/1998”;
– Legge Regione Toscana n. 26 del 6 giugno 2012 “Istituzione della commissione regionale per il paesaggio ai sensi dell’articolo 137 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137)”;
– Legge Regione Toscana n. 27 del 06 giugno 2012 “Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica”;
– Legge Regione Veneto n. 21 dell’8 giugno 2012 “Modifica della legge regionale 13 marzo 2009, n. 3 “Disposizioni in materia di occupazione e mercato del lavoro” e successive modificazioni”.