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Reverse charge per i consorziati che fatturano al consorzio aggiudicatario di appalti pubblici - Emendamento approvato al DdL Stabilità 2016

Archivio, Fiscalità e incentivi

DdL di Stabilità 2016 – “Split payment” e “reverse charge” per i consorzi

14 Dicembre 2015
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Nell’ambito dei lavori pubblici, nell’ipotesi in cui il consorzio fattura alla Stazione appaltante con il meccanismo dello “split payment”, i consorziati fatturano, a loro volta, le prestazioni al consorzio in “reverse charge”.
Questo il contenuto dell’emendamento n.9.74[1], presentato dall’On.le Vecchio (Scelta Civica per l’Italia) ed approvato il 10 dicembre scorso in Commissione Bilancio della Camera, nel corso della discussione del Disegno di Legge di Stabilità 2016 (II lettura – atto n.3444/C)[2].
La disposizione, tuttavia, sarà efficace solo dopo l’autorizzazione di deroga da parte dell’UE all’art.395 della Direttiva 2006/112/UE in materia di IVA.
Accogliendo le istanze dell’ANCE, l’emendamento risolve il problema della posizione di credito IVA in cui si viene a trovare il consorzio a seguito dell’entrata in vigore, dal 1° gennaio 2015, del meccanismo della scissione dei pagamenti (“split payment” – art.17-ter, D.P.R. 633/1972)[3].
Sul tema, si ricorda che, in base al meccanismo della “scissione dei pagamenti” (cd. “split payment”), dal 1° gennaio 2015, al 31 dicembre 2017[4], per tutte le cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate nei confronti di determinate Amministrazioni pubbliche[5], l’IVA deve essere da queste versata direttamente all’Erario.
Come noto, la nuova disciplina produce effetti anche con riferimento al comparto dei lavori pubblici, ed anche nell’ipotesi in cui la prestazione viene eseguita attraverso l’utilizzo di strutture associative di natura consortile (consorzi) che agiscono in virtù di un “mandato senza rappresentanza”, ossia in nome proprio ma per conto delle singole imprese consorziate.
Infatti, nel caso in cui il consorzio affidi i lavori alle proprie consorziate, il processo di fatturazione della complessiva operazione nei confronti della PA committente avviene, ad oggi, con le seguenti modalità:
–       il consorzio emette fattura nei confronti dell’Ente pubblico, applicando il regime della “scissione dei pagamenti”,
–       le singole imprese fatturano al consorzio in regime ordinario.
E’ evidente che ciò determina l’emergere dell’eccedenza di credito IVA in capo al Consorzio (che, non ricevendo più l’imposta dalla PA committente, non può compensare l’IVA pagata alle singole imprese consorziate), con la connessa difficoltà di recupero dello stesso, tenuto conto che, generalmente, le struttura associativa viene meno al termine dei lavori.
Sotto tale profilo, per quel che riguarda i consorzi aggiudicatari di appalti pubblici, le cui fatture nei confronti della Stazione appaltante per i lavori eseguiti ricadono nel sistema dello “split payment”, l’emendamento approvato stabilisce l’applicazione dell’inversione contabile per le fatture emesse dai consorziati al consorzio.
La disposizione, tuttavia, sarà efficace solo dopo l’autorizzazione di deroga da parte dell’UE all’art.395 della Direttiva 2006/112/UE in materia di IVA.
Si tratta di una norma fortemente voluta dall’ANCE che, proprio con riferimento all’applicabilità dello “split payment” in presenza di strutture consortili, aveva intrapreso le più opportune iniziative presso le competenti Sedi, volte ad ottenere l’operatività dell’equivalente meccanismo del “reverse charge” nei rapporti di fatturazione interna tra consorzio ed imprese consorziate.
In tal modo, verrà superata la grave criticità connessa all’emersione di un ingente credito IVA in capo ad un soggetto (il consorzio) destinato a venir meno al completamento dell’opera.
Diversamente, il credito IVA emergerà in capo alle singole imprese consorziate.
A seguito dell’esame in Commissione Bilancio, il Disegno di Legge di Stabilità 2016, comprensivo dell’emendamento approvato, verrà trasmesso all’aula della Camera, a cui seguirà un ulteriore passaggio al Senato prima dell’approvazione definitiva e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
In linea generale, comunque, l’ANCE continuerà ad evidenziare, anche in sede europea, le gravi criticità legate all’estrema lentezza del sistema italiano di rimborso dei crediti IVA vantati dalle imprese ed amplificati dallo “split payment”.

[1]Cfr. anche l’emendamento n-50-bis.38, di identica formulazione, a firma dell’On.le Parrini (PD).
[2] Cfr. ANCE “DdL Stabilità 2016 – Inizio esame alla Camera” – ID n.22844 del 26 novembre 2015, “DdL Stabilità 2016 – Parere positivo Commissione Finanze” – ID n.22860 del 27 novembre 2015 e “DdL di Stabilità 2016 – Detrazione del 65% per le fasce deboli” – ID n.23008 dell’11 dicembre 2015.
[3]Infatti, il nuovo art.17-ter del D.P.R. 633/1972 è stato introdotto dall’art.1, co.629, lett.b, della legge 190/2014 – legge di Stabilità 2015. Cfr., ANCE “Split Payment – CM 15/E/2015 e il punto sui chiarimenti dell’AdE” – ID n.20122 del 15 aprile 2015.
[4]Il sistema della “scissione dei pagamenti”, infatti, è stato autorizzato dal Consiglio dell’UE con la Decisione n.2015/1401 del 14 luglio 2015 per una per una durata triennale (1° gennaio 2015 – 31 dicembre 2017) non rinnovabile – cfr. ANCE “Split payment – In Gazzetta Ufficiale l’approvazione definitiva dell’ECOFIN” – ID n.21736 del 26 agosto 2015.
[5]Si tratta in particolare delle operazioni effettuate nei confronti di:
–        Stato, organi dello Stato ancorché dotati di personalità giuridica,
–        enti pubblici territoriali e consorzi tra essi costituiti,
–        camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura,
–        istituti universitari,
–        aziende sanitarie locali,
–        enti ospedalieri,
–        enti pubblici di ricovero e cura aventi prevalente carattere scientifico,
–        enti pubblici di assistenza e beneficenza e quelli di previdenza.

23037-Emendamento n.9.74_ALL 1.pdfApri
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