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Tra le tematiche sottoposte al Governo: destinazione proventi titoli abilitativi; autostrada Asti-Cuneo; lavoro accessorio; dissesto idrogeologico; bonifica amianto; fondo efficienza energetica; sicurezza edifici scolastici; politiche per il lavoro; asse viario Marche-Umbria; portale opere pubbliche; contributi previdenziali; inquinamento olfattivo

Archivio, Governo e Parlamento

Atti di indirizzo e controllo n. 17/2016: Mozioni, Interrogazioni e Interpellanze in Parlamento.

9 Maggio 2016
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Sono stati discussi alla Camera dei Deputati, tra gli altri, i seguenti Atti di indirizzo e controllo:
 
CAMERA DEI DEPUTATI
ATTO e PRIMA FIRMA
OGGETTO
IMPEGNI / RICHIESTE AL GOVERNO
RISPOSTA DEL GOVERNO
2-00429
Interpellanza
 
C. Mannino, M5S
Destinazione proventi titoli abilitativi
 
 
Fornire i chiarimenti necessari, ai fini della predisposizione degli atti di competenza degli enti locali in materia di bilancio concernenti la destinazione dei contributi per il rilascio dei permessi di costruire e delle sanzioni previste dal DPR 380/2001, in modo da assicurare un’omogenea e univoca applicazione della normativa statale vigente in materia e una piena applicazione delle disposizioni contenute nell’art. 4 della L. 10/2013.
L’art. 4, c.3, della L. 10/2013 – che stabiliva che le maggiori entrate derivanti dai contributi per il rilascio dei permessi di costruire e dalle sanzioni previste dal DPR 380/2001 sono destinate alla realizzazione di opere pubbliche di urbanizzazione, di recupero urbanistico e di manutenzione del patrimonio comunale, in misura non inferiore al 50 per cento del totale annuo – è stato abrogato, a decorrere dal 1° gennaio 2015, dall’articolo 77, c.1, lett. g) del D.Lgs 118/2011.
Inoltre, il DDL 2039/C sul contenimento di consumo di suolo e riuso del suolo edificato, attualmente in discussione in Aula della Camera, prevede all’art.10 che «i proventi dei titoli abilitativi edilizi e delle sanzioni di cui all’articolo 7 della presente legge, nonché quelli delle sanzioni previste dal Testo unico di cui al Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, sono destinati esclusivamente e senza vincoli temporali alla realizzazione e alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, al risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici, ad interventi di riuso e di rigenerazione, a interventi di demolizione di costruzioni abusive, all’acquisizione e alla realizzazione di aree verdi destinate ad uso pubblico, ad interventi di tutela e riqualificazione dell’ambiente e del paesaggio, anche ai fini della messa in sicurezza delle aree esposte alla prevenzione e alla mitigazione del rischio idrogeologico e sismico e della tutela e riqualificazione del patrimonio rurale e pubblico, nonché ad interventi volti a favorire l’insediamento di attività in agricoltura in ambito urbano”.
Si segnala, infine, che l’art. 2, c.8, della L. 244/2007 ha cessato di essere efficace per ragioni di carattere temporale, in quanto prevedeva che, per gli anni dal 2008 al 2015, i proventi sopracitati, possono essere utilizzati per una quota non superiore al 50% per il finanziamento di spese correnti e per una quota non superiore ad un ulteriore 25% esclusivamente per spese di manutenzione ordinaria del verde, delle strade, e del patrimonio comunale.
 
Sottosegretario di Stato per l’Economia e le finanze, Pier Paolo Baretta
3-02227
Interrogazione a risposta immediata in Assemblea
 
G. Monchiero, SCpI
 
Autostrada A3 Asti-Cuneo
 
 
Quali iniziative straordinarie si intendano assumere per portare a compimento le numerose opere pubbliche da anni in corso di realizzazione, a partire dall’autostrada A33, Asti-Cuneo.
 
Evidenziato, tra l’altro:
-la necessità di sbloccare le opere pubbliche, incluse quelle private;
-negli ultimi sette anni siamo passati da 40 a 20 miliardi di opere in Italia, segno evidente della crisi;
-con riferimento alla realizzazione dell’autostrada A33, Asti-Cuneo, l’ultimo progetto descriveva un piano economico finanziario insostenibile, più 45 per cento di pedaggio. Al riguardo, si sta lavorando a una soluzione alternativa. Il Ministro delle Infrastrutture si recherà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, anche in Piemonte per discutere nel merito con i sindaci, con il presidente della regione e con i deputati interessati, oltre che con i cittadini;
-al termine di questo percorso potremo ragionare delle nuove grandi opere, ma il punto chiave oggi è quello di riuscire finalmente a sbloccare le cose bloccate. In questo senso “il lavoro fatto sul codice degli appalti credo che sia sintomatico e significativo di un totale e generale cambio di passo”.
 
Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi
3-02231
Interrogazione a risposta immediata in Assemblea
 
A. Scotto, SI-SEL
Utilizzo dei voucher
 
 
Considerato che  recentemente la banca dati dell’Inps sul lavoro accessorio ha rilevato come nel 2015 siano stati venduti 115.079.713 voucher, rispetto ai 69.181.075 venduti nel 2014 (+66,35 per cento) e ai 40.787.817 venduti del 2013 (+182,14 per cento), evidenziando tuttavia come ne siano stai riscossi solo 87.981.801 (rispetto ai 63.878.306 del 2014 e ai 36.337.978 del 2013),
assumere iniziative urgenti per cancellare definitivamente quello che appare un sistema inaccettabile di gestione o organizzazione del lavoro, soprattutto dei più giovani, basato sull’utilizzo dell’istituto del voucher.
Il Governo è contrario all’abolizione dei voucher ed è disponibile a discutere, insieme al Parlamento, di eventuali forme migliorative, ove vi fosse la possibilità e la necessità di farlo.
Il Jobs Act ha prodotto, dal primo giorno in cui noi siamo qua ad oggi, 398.000 posti di lavoro in più, di cui 354.000 a tempo indeterminato. Il numero dei percettori dei voucher oscilla tra l’1,9 il 2,7 per cento della forza lavoro e del bacino osservato (in larga parte turismo e commercio). Se ci sono degli eccessi il Governo è pronto a discuterne.
 
 
 
 
 
Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi
4-06667
Interrogazione a risposta scritta
 
 
F. Lavagno, Misto
Contrasto dissesto idrogeologico
 
 
 
-Escludere l’utilizzo delle risorse per interventi di prevenzione e manutenzione del territorio dal saldo finanziario rilevante ai fini della verifica del rispetto del patto di stabilità interno, o adottare  tale misura quanto meno per gli enti locali direttamente colpiti da eventi calamitosi;
 -incentivare finanziariamente progetti di manutenzione degli alvei fluviali, diretti a migliorare lo stato dei corsi d’acqua per prevenire il rischio alluvioni, anche nell’ottica di una semplificazione delle competenze tra i vari enti che hanno autorità o competenze relative ai bacini idrici e fluviali;
 -assicurare la priorità degli investimenti e degli interventi tesi alla riduzione del rischio idrogeologico di tutto il territorio nazionale nell’ambito di un quadro organico di interventi che garantiscano innanzitutto la possibilità del sistema della protezione civile di operare in modo tempestivo ed efficace nel campo del contrasto ai danni provocati dal dissesto idrogeologico.
Evidenziato, tra l’altro, che:
 
–il Ministero dell’Ambiente, insieme alla Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha avviato il piano operativo nazionale degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico per il 2014-2020;
–il piano è stato definito dalle proposte presentate dalle regioni attraverso l’utilizzo del sistema web Rendis (Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo) Ministero dell’ambiente in collaborazione con Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). L’insieme degli interventi localizzati sull’intero territorio nazionale raggiungono un importo pari a circa 20,3 miliardi di euro, rispetto a tale importo, quello relativo alle richieste validate dalle regioni nel sistema Rendis, ammonta a circa a 17,5 miliardi di euro;
-al fine di assicurare l’avvio degli interventi più urgenti di contrasto al rischio idrogeologico nelle aree soggette a frequenti esondazioni, è stato individuato, nell’ambito del piano operativo nazionale, un piano stralcio costituito da un insieme di interventi di mitigazione del rischio riguardanti le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazione esposta a rischio di alluvione, con un costo di circa 1.389 milioni di euro;
-per il finanziamento del piano stralcio la delibera Cipe n. 32/2015 ha assegnato al Ministero dell’ambiente 450 milioni di euro a valere sulle risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione afferenti alla programmazione 2014-2020.
Per la medesima finalità sono inoltre state individuate risorse disponibili a legislazione vigente pari a 150 milioni di euro,
a cui si devono aggiungere, nel biennio 2015-2016, ulteriori 54 milioni di euro circa che il Ministero dell’ambiente ha disposto di destinare al fine di incrementare la copertura del piano stralcio citato, in considerazione della rilevanza e dell’urgenza degli interventi in esso previsti;
–Il piano stralcio è composto di una sezione attuativa, nella quale sono riportati gli interventi da realizzare nell’immediato per un importo di oltre 650 milioni di euro, e di una sezione programmatica che potrà essere successivamente finanziata in cui sono inseriti alcuni studi di fattibilità o progettazioni preliminari per i quali si prevede un rapido sviluppo del livello progettuale e che coinvolgono un’alta percentuale di popolazione esposta al rischio di alluvione.
 
Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti
4-11539
Interrogazione a risposta scritta
 
D. Toninelli, M5S
Bonifica dall’amianto
 
 
Adottare iniziative a livello generale per risolvere il problema delle tempistiche degli interventi volti alla rimozione dell’amianto in edifici pubblici quali asili comunali o in strutture prossime a edifici analogamente sensibili.
Evidenziato, tra l’altro, che:
 
–sulla scorta delle informazioni contenute nella mappatura amianto, è possibile effettuare l’identificazione dei siti a maggior rischio;
-l‘acquisizione dei dati georeferenziati consentirà l’incrocio con i dati catastali, rendendo possibile l’individuazione diretta dei proprietari delle strutture che ancora utilizzano materiali in cemento o amianto.
-l‘informatizzazione interesserà l’intero processo di bonifica, dalla presentazione del Piano di lavoro alla relazione riassuntiva annuale, prevista dall’articolo 9 della L.257/1992. Le informazioni saranno, così, inserite nella Banca dati nazionale, ai sensi del DM 101 del 2003;
-sono state avviate alcune procedure parallele per rispondere in tempi brevi alle criticità più urgenti.
L’articolo 1, comma 50 della L. 190/2014 (legge di Stabilità 2015) ha previsto, al fine di garantire la messa in sicurezza e bonifica di strutture pesantemente contaminate da amianto nei Siti di bonifica di interesse nazionale (SIN), lo stanziamento di euro 45.000.000,00 per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017;
-con riferimento alla messa in sicurezza e bonifica degli edifici pubblici, con DPCM del 27 maggio 2014 è stata istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri la struttura di Missione per l’edilizia scolastica.
La Struttura, siglando lo scorso 21 luglio un protocollo d’intesa con l’agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), ha avviato un programma di riqualificazione energetica e messa in sicurezza degli oltre 40 mila edifici scolastici. L’iniziativa si focalizza principalmente sugli interventi per la sostenibilità e l’efficientamento energetico degli edifici stessi ma anche su quelli per la messa in sicurezza dal rischio sismico e la bonifica da amianto;
-in relazione alle criticità dell’iter del Piano nazionale amianto, nella Conferenza unificata dell’11 giugno scorso si è deciso di formulare uno specifico accordo per la costituzione di un Tavolo interistituzionale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri che avrà il compito di recuperare il Piano nazionale amianto, rendendolo sostenibile rispetto alle obiezioni del Ministero dell’economia e delle finanze.
 
Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti
5-08559
Interrogazione a risposta in Commissione
 
A.   Vallascas,
M5S
Fondo efficienza energetica
 
 
Chiarire i motivi della mancata adozione dei decreti attuativi, rispettivamente, del fondo nazionale per l’efficienza energetica e del programma per il miglioramento della prestazione energetica degli immobili della P.A. ai sensi del Dlgs 102/2014 e fornire indicazioni precise sui tempi di emanazione
Nei mesi scorsi sono stati condotti ulteriori approfondimenti che hanno consentito di prevedere delle ipotesi che permettano di assicurare delle sinergie tra il Fondo nazionale per l’efficienza energetica e il Fondo europeo per gli investimenti strategici (cosiddetto Piano Juncker), con l’obiettivo di poter sommare alle risorse nazionale le risorse messe a disposizione dall’UE.
Il Piano Juncker consiste, infatti, in un programma di investimenti di circa 315 miliardi di euro suddivisi in diverse aree di intervento tra cui figura anche l’efficienza energetica.
Nelle prossime settimane si concluderà, quindi, il confronto tecnico con gli altri Ministeri interessati (Ministero dell’Economia e delle finanze e Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare), terminato il quale sarà possibile procedere all’emanazione del provvedimento.
 Per quanto riguarda, invece, il decreto attuativo concernente la riqualificazione energetica degli immobili della P.A., sono stati svolti dai Ministeri concertanti (Ministero dell’Economia e delle finanze, Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti) ulteriori approfondimenti con particolare riferimento alle procedure di erogazione dei finanziamenti, arrivando ad un’ulteriore versione dello schema di decreto, nella quale si è dovuto anche tenere conto delle nuove previsioni, introdotte con la L. 209/2015, finalizzate a razionalizzare i flussi procedurali e finanziari tra le Amministrazioni, per quanto riguarda le risorse a disposizione per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici. Il testo è stato inviato al Ministero dell’Economia e delle finanze, al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, il 15 aprile scorso e potrà essere emanato a breve, non appena ricevuto il formale concerto da parte dei suddetti Ministeri.
 
Vice Ministro dello Sviluppo economico, Teresa Bellanova
5-08582
Interrogazione a risposta immediata in Commissione
 
G. Castiello, FI
Messa in sicurezza negli edifici scolastici in Sicilia
 
 
Chiesti chiarimenti in merito sulle procedere per gli interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici in Sicilia, considerato che a seguito dell’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici, i piccoli comuni non possono eseguire gare di appalto, per importi uguali o superiori a 40 mila euro, in quanto tale compito deve essere svolto dalle centrali uniche di committenza, con conseguente perdita dei finanziamenti di cui al programma per interventi urgenti sul patrimonio scolastico di cui alle delibere CIPE 32/2010 e 6/2012, per i quali il termine ultimo per le aggiudicazioni provvisorie delle gare era stato prorogato al 30 aprile 2016.
 
 
Evidenziato in particolare che:
– l’entrata in vigore il 19 aprile 2016 del nuovo Codice non può essere intesa come causa per la perdita dei finanziamenti, nel presupposto che l’ente doveva comunque trasmettere l’aggiudicazione provvisoria, e non il bando, entro il 30 aprile 2016;
-pur applicando procedure semplificate per l’aggiudicazione provvisoria, i bandi avrebbero dovuto essere pubblicati almeno entro i primi giorni del mese di aprile;
-anche dopo l’entrata in vigore del Codice i bandi potevano essere comunque pubblicati;
-la disposizione transitoria prevista dall’articolo 216, comma 10 del nuovo Codice, prevede che, fino alla data di entrata in vigore del sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti prevista dall’articolo 38 del Codice stesso, i requisiti di qualificazione sono soddisfatti mediante l’iscrizione all’anagrafe unica delle stazioni appaltanti di cui all’art. 33-ter del DL 179/2012;
-si tratta di interventi risalenti al 2010 e al 2012 per i quali i competenti Enti locali beneficiari, proprio in considerazione dell’urgenza e della priorità, si sarebbero dovuti attivare nei termini normativamente previsti sia per le aggiudicazioni che per la conclusione dei lavori;
-in definitiva, ai sensi dell’articolo 1, comma 165, della citata L 107/2015, gli enti beneficiari avrebbero dovuto trasmettere al MIT entro il 30 aprile 2016 le aggiudicazioni provvisorie dei lavori, pena la revoca dei finanziamenti, ma tale omessa trasmissione non è stata determinata dall’entrata in vigore del Codice alla data del 19 aprile 2016 nella considerazione che in virtù del regime transitorio appena esposto, le stazioni appaltanti soddisfano il requisito di qualificazione mediante l’iscrizione nell’anagrafe unica;
-il medesimo comma 165 prevede che le risorse oggetto di revoca sono destinate dal CIPE alle medesime finalità di edilizia scolastica in favore di interventi compresi nella programmazione nazionale triennale 2015-2017 secondo modalità individuate dal medesimo Comitato.
 
Sottosegretario di Stato alle Infrastrutture e trasporti, Umberto del Basso De Caro.
 
 
Sono stati presentati alla Camera dei Deputati ed al Senato, tra gli altri, i seguenti Atti di indirizzo e controllo:
 
CAMERA DEI DEPUTATI
ATTO e PRIMA FIRMA
OGGETTO
IMPEGNI/RICHIESTE AL GOVERNO
1-01236
Mozione
 
R. Polverini, FI
Politiche per il lavoro
 
 
Assumere iniziative per prevedere un esplicito richiamo al regolamento (CE) 800/2008 nelle misure di decontribuzione per favorire l’assunzione di personale a tempo indeterminato;
-rafforzare le politiche attive attraverso un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni di rappresentanza sindacale e datoriale, nonché dei fondi interprofessionali per la formazione continua nella definizione delle linee programmatiche dell’Agenzia nazionale per le politiche attive;
-favorire, sull’esempio del programma «Garanzia giovani», un’attività di profilazione dei lavoratori disoccupati con più di 45 anni, al fine di avere un quadro, anche statistico, più chiaro delle professionalità disponibili.
4-13036
Interrogazione a risposta scritta
 
 
R. Palese, Misto
Fondi UE
 
 
Considerato che per il ciclo di programmazione 2014-2020, il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) è stato rifinanziato dall’articolo 1, comma 6, della legge di stabilità 2014 (legge n. 147 del 2013) nella misura complessiva di 54.810 milioni, si chiede di sapere:
-quali siano le linee strategiche che il Governo sta seguendo nella programmazione delle risorse (quota nazionale e regionale);
-se non si ritenga indispensabile ed urgente, alla luce di tutti gli indicatori economici e statistici che testimoniano la drammatica situazione economica e sociale del Mezzogiorno, assumere iniziative per ripristinare le risorse destinate alle regioni del Sud che negli ultimi anni sono state tagliate o destinate ad altri interventi.
5-08563
Interrogazione a risposta in Commissione
 
D. Agostinelli, M5S
 
Asse viario Marche- Umbria
 
 
Considerato che la Quadrilatero Marche Umbria s.p.a. è stata costituita, in qualità di soggetto attuatore unico, per la realizzazione del progetto pilota denominato «Asse viario Marche Umbria e Quadrilatero di penetrazione interna»,
-chiarire:
·        se e come l’Anas e la società Quadrilatero intendano affrontare la mole esorbitante delle «riserve» iscritte dalle imprese esecutrici che risultano pari agli importi dei lavori messi a gara, considerato il rischio di risarcire una somma abnorme a carico dello Stato;
·        se, anche nel 2015 e nei primi mesi del 2016, siano aumentate le previsioni di spesa per la realizzazione del progetto;
·        a quanto ammontino le spese di gestione della società Quadrilatero dalla sua costituzione ad oggi;
-assumere iniziative per arginare l’emorragia di fondi pubblici.
5-08574
Interrogazione a risposta immediata in Commissione
 
G. M. Fragomeli, PD
Funzionamento portale opere pubbliche
(portale BDAP di cui all’art.1 del D.Lgs 229/2011)
 
 
Considerato che:
-secondo l’art. 2 del D.Lgs 229/2011 (recante attuazione dell’art. 30, comma 9, lett.e), f) e g), della L.196/2009), i dati anagrafici, finanziari, fisici e procedurali relativi alle opere pubbliche rilevati mediante i sistemi informatizzati, sono resi disponibili dalle amministrazioni pubbliche alla banca dati delle amministrazioni stesse – BDAP – istituita presso il Ministero dell’economia;
-il Ministero dell’economia gestisce, attraverso un portale, il sistema di alimentazione delle citate informazioni necessarie al monitoraggio degli investimenti pubblici relative alle opere pubbliche aventi finanziamenti statali;
-secondo quanto previsto dal documento operativo del Portale BDAP per il monitoraggio opere pubbliche redatto dalla ragioneria generale dello Stato, l’accesso al sistema sarebbe consentito soltanto in determinati orari prestabiliti: dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 19;
viene chiesto:
 
quali siano le motivazioni che hanno indotto il Ministero dell’Economia a stabilire un orario di funzionamento del portale utile per completare la procedura di inserimento dei dati al fine di ottenere la notifica di avvenuta ricezione e se non ritenga utile estendere tale orario, permettendo comunque l’inserimento dei dati per una successiva revisione e rielaborazione e per la convalida finale da parte del responsabile dei progetti.
7-00986
Risoluzione in Commissione
 
P. Gribaudo, PD
Contributi previdenziali
 
 
 
Assumere iniziative volte ad una modifica della normativa vigente in tema di contribuzione, al fine di consentire ai lavoratori, che hanno frequentato e concluso corsi di addestramento professionale anche in periodi antecedenti il 31 dicembre 1996, in possesso dei requisiti stabiliti dalla legge, il computo dei periodi di frequenza ovvero la possibilità di riscatto a titolo oneroso degli stessi ai fini previdenziali.
SENATO DELLA REPUBBLICA
ATTO e PRIMA FIRMA
OGGETTO
IMPEGNI/RICHIESTE AL GOVERNO
1-00569
Mozione
 
L. Battista, AUT
Inquinamento olfattivo
 
 
Considerato che ad oggi, in Italia, l’inquinamento olfattivo non è disciplinato in maniera specifica dal legislatore e mancano completamente dei riferimenti normativi cogenti sui livelli di accettabilità degli odori e del disagio olfattivo e che la prima definizione espressa di inquinamento atmosferico nell’ordinamento italiano risale al DPR 203/1988, recante “Attuazione delle direttive CEE n. 80/779, 82/884, 84/360 e 85/203 concernenti norme sulla qualità dell’aria, relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali, ai sensi dell’art. 15 della L. 183/1987, viene chiesto, tra l’altro, di:
 
-adottare le opportune iniziative legislative al fine di disciplinare, in maniera specifica, l’inquinamento olfattivo, in particolare prevedendo:
·        strumenti normativi che stabiliscano i livelli di accettabilità degli odori e del disagio olfattivo;
·        specifiche legislazioni applicabili a tutte le attività   che, durante il loro esercizio, danno luogo ad emissioni odorigene, quindi soggette ad autorizzazione integrata ambientale o ad autorizzazione alla gestione dei rifiuti, nonché a tutte le attività sottoposte a valutazione d’impatto ambientale o a verifica di assoggettabilità da cui possono derivare emissioni odorigene;
–intraprendere, eventualmente anche nelle sedi europee, ogni iniziativa utile a definire il quadro normativo di riferimento tenute presenti le peculiarità tecniche ed ambientali.
3-02828
Interrogazione a risposta orale
 
L. Malan, FI
Autostrada Asti-Cuneo
 
 
-Per quale motivo siano occorsi 3 anni all’Anas per bandire la gara del 2003;
–quali siano le cause per cui sono passati 29 mesi dall’aggiudicazione definitiva della gara all’operatività dell’aggiudicazione stessa, dal settembre 2005 al febbraio 2008;
-se il capitale della società Asti-Cuneo sia stato versato, sia dal socio privato, sia dall’Anas e in quali importi;
–in che modo l’Anas abbia fronteggiato il lievitare dei costi, quale sia stata la sua azione presso il Tar in occasione dei ricorsi, perché non si sia appellato al Consiglio di Stato, di fronte a sentenze totalmente sfavorevoli;
– in quale modo si intenda dare copertura ai maggiori costi sostenuti e se si intenda venire ancora una volta incontro al socio privato della Asti-Cuneo, attraverso la proroga di concessioni su altre tratte, come quella sulla Torino-Piacenza, sulla quale infatti la gara avrebbe già dovuto essere bandita, essendo in scadenza soltanto tra un anno;
–se non si ritenga opportuno revocare la concessione e procedere a una nuova gara, con i dovuti aggiustamenti tecnici per rendere effettivamente completabile l’opera.
 
Si veda precedente del 2 maggio 2016
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