In relazione all’iter del disegno di legge recante “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”(DDL 2233-A/S), all’esame dell’Aula del Senato, in prima lettura, dopo l’approvazione in Commissione Lavoro, l’Associazione è tornata ad evidenziare i propri rilievi sulla norma, modificata in corso d’esame in Commissione, che prevede la promozione, da parte delle Amministrazioni Pubbliche, in qualità di stazioni appaltanti, della partecipazione dei lavoratori autonomi agli appalti pubblici, favorendo, tra l’altro, l’accesso alle informazioni relative alle gare pubbliche e adattando i requisiti previsti dai bandi e dalle procedure alle caratteristiche dei lavoratori stessi (art.11).
In particolare, è stato ribadito che la disposizione, così come formulata, presenta forti criticità in quanto sembrerebbe consentire ai lavoratori autonomi non imprenditori di partecipare, al pari di imprese strutturate e qualificate, agli appalti pubblici, senza ben intenderne le modalità né le limitazioni.
Sarebbe, quindi, necessario eliminare nella formulazione del testo il riferimento agli appalti, ferma restando – in coerenza con le finalità della norma, volta ad introdurre misure di sostegno in favore dei lavoratori autonomi non imprenditori – la possibilità per tale categoria dell’accesso ai bandi per l’assegnazione di incarichi.
In alternativa, occorrerebbe quanto meno chiarire, in coerenza con la normativa contenuta nel codice dei contratti pubblici (D.Lgs 50/2016), quali siano i lavoratori autonomi professionisti cui si applica la disciplina dettata dalle norme del testo, specificando che la partecipazione agli appalti o ai bandi per l’assegnazione di incarichi sono consentiti a tutti coloro che svolgono attività professionale ai sensi della legge n. 4/2013. Tali soggetti dovrebbero comunque essere sottoposti, da parte delle stazioni appaltanti, alle stesse verifiche sul possesso dei requisiti di qualificazione, generali e speciali, previsti dalla disciplina degli appalti pubblici.
La proposta ANCE ha trovato sostanziale condivisione e sarà oggetto di valutazione nel corso dell’esame.