Nelle Aule di Senato e Camera, si sono svolte le comunicazioni del Presidente Conte in vista del Consiglio europeo, del 28 e 29 giugno, che riguarderà i temi: delle migrazioni, della sicurezza e difesa, dell’innovazione digitale, del lavoro, della crescita e competitività, dell’unione bancaria e monetaria, del quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
Sul tema dei flussi migratori, il Premierha evidenziato che il Governo italiano ha presentato una proposta organica per uscire dalla logica dell’emergenza in dieci obiettivi, tra cui i seguenti: intensificare gli accordi e i rapporti tra UE e Paesi terzi per ridurre all’origine il fenomeno migratorio; creare centri di protezione internazionale nei Paesi di transito; rafforzare le frontiere esterne dalla UE; superare il regolamento di Dublino, tenendo conto che solo il 7 per cento dei migranti sono rifugiati; superare il criterio del Paese di primo arrivo affermando il principio che chi sbarca sulle coste italiane sbarca in Europa; creare centri di accoglienza in più Paesi europei; rispettare la facoltà di ogni Stato di stabilire quote di ingresso di migranti economici e prevedere contromisure finanziarie per gli Stati che non si offrono di accogliere rifugiati.
Per quanto riguarda il prossimo quadro finanziario, ha rilevato che l’Italia che “è contributore netto del bilancio dell’Unione” merita una maggiore attenzione in tema di agricoltura, migrazioni, fondi strutturali per contrastare povertà e divario territoriale. Al riguardo, il Governo chiederà che il Fondo sociale europeo sia utilizzato per finanziare la riforma dei centri dell’impiego. Il bilancio dell’Unione “dovrebbe concentrarsi sui modi per sostenere la crescita nazionale e affrontare le sfide comuni in modo efficace”.
Sul fronte della competitività, il Governo porterà a Bruxelles la riforma del sistema tributario. “L’Italia ha bisogno di ridurre la pressione fiscale e di accompagnare a questa misura la riduzione del cosiddetto red tape: la burocrazia che, unita alla pressione fiscale, ha conseguenze nefaste sulla qualità del rapporto tributario tra lo Stato e i contribuenti, come pure sulla competitività del nostro Paese.
L’Italia, inoltre, lavorerà per ottenere soluzioni eque ed efficaci volte a risolvere le conseguenze negative generate dell’applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein.
In tema di governance economica, la posizione italiana è favorevole alla riduzione del debito pubblico ma in una prospettiva di crescita stabile, “orienteremo la politica fiscale e di spesa pubblica al perseguimento degli obiettivi di crescita stabile e sostenibile e sostenibile”. Il Governo “è contrario ad un Fondo monetario europeo che, lungi dall’operare con finalità perequative, finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti e automatici, con sostanziale esautorazione del potere di elaborare in autonomia politiche economiche efficaci. Siamo contrari a ogni rigidità nella riforma del meccanismo europeo di stabilità, soprattutto perché nuovi vincoli al processo di ristrutturazione del debito potrebbero contribuire essi stessi all’instabilità finanziaria, anziché prevenirla”.
In materia di innovazione e digitale, i negoziati sul prossimo bilancio settennale saranno “cruciali” per perseguire i nostri obiettivi di occupazione e crescita. Le regole europee devono “incentivare e non scoraggiare gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo e gli stessi investimenti delle banche nell’innovazione”.
Su tali basi sono state approvate le analoghe Risoluzioni di maggioranza 6-00008 n. 3 al Senato (a firma dei Sen. Massimiliano Romeo – Lega e Sen. Stefano Patuanelli del M5S) e 6-00006 alla Camera (a firma dei Sen. Francesco D’Uva del Gruppo M5S e Riccardo Molinari della Lega) che, impegnano il Governo, oltre che sul fronte dell’immigrazione, sicurezza e relazioni estere, anche sui seguenti punti:
in tema di lavoro, sviluppo e competitività:
– “a proporre un approccio alla crescita nazionale che si fondi sulla riforma del sistema tributario volto a ridurre la pressione fiscale e sulla sburocratizzazione”;
– “a definire un quadro fiscale più equo a livello di Unione mirante a supportare la crescita e la competitività e al contempo rendere più incisiva la lotta contro l’elusione e l’evasione fiscale”;
– “a promuovere un modello di crescita europea che non agisca sulla deflazione salariale e che possa permettere un’espansione della domanda interna nazionale”;
– “a rilanciare la spesa di investimento pubblica, in particolare di enti locali e territoriali, rimuovendo gli ostacoli, anche procedurali e normativi, che negli ultimi anni hanno bloccato questa tipologia di spesa”;
– “nell’ambito delle misure attinenti allo sviluppo di un’Europa digitale, a rappresentare l’impegno del nostro Paese a sviluppare e rafforzare le proprie capacità digitali, fondamentali per un concreto piano di innovazione e sviluppo a medio e lungo termine”;
– “al superamento degli effetti pregiudizievoli per gli interessi nazionali generati dall’applicazione della Direttiva 2006/123/CE (cosiddetta direttiva Bolkestein)”;
nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale:
– “a potenziare, estendere e rendere più efficaci ed efficienti la gestione dei fondi che incidono sulle politiche di welfare, che sostengano uno sviluppo equo e condiviso sostenibile, e che supportino gli Stati membri nei settori ove sono più necessari prevedendo appositi stanziamenti destinati alla lotta alla povertà e all’inclusione sociale e dall’altro un sostegno concreto al settore agricolo”;
– “ad orientare il Quadro finanziario pluriennale perché sostenga un’innovazione rivolta allo sviluppo e all’occupazione, attraverso il sostegno degli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo e che supporti le imprese nella creazione di nuovi posti di lavoro”;
– “a negoziare una ridefinizione degli stanziamenti destinati alla politica di coesione e alla Politica agricola comune, così da consentire il mantenimento dei livelli di finanziamento, in una prospettiva di sostegno e di sviluppo dell’agricoltura italiana, considerata la centralità del settore primario nelle sfide della sicurezza alimentare globale e rispetto ai cambiamenti climatici”.
Al Senato è stata, altresì, approvata la Risoluzione 6-00006 n. 1 testo 2 (primo firmatario Sen. Gasparri – FI) sull’esclusione delle concessioni demaniali dall’applicazione della direttiva 2006/123/CE, sul presupposto che la direttiva Bolkestein è una normativa dell’Unione europea relativa ai servizi nel mercato europeo comune e non ai “beni”.
Risoluzione 6-00008 n. 3
Risoluzione 6-00006
Risoluzione 6-00006 n. 1 (testo 2)
33118-Atto Senato(6-00006) n. 1 (testo 2).pdfApri
33118-Atto Camera (6-00006).pdfApri
33118-Atto Senato (6-00008) n. 3.pdfApri