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Nell’Atto di controllo citati i dati ANCE sui tempi medi di pagamento e sull’ammontare dei debiti delle P.A. Tra gli impegni chiesti al Governo: potenziamento dei meccanismi di pagamento; piena operatività della compensazione tra debiti e crediti; attuazione del parere della Commissione UE sui tempi di pagamento delle fatture negli appalti pubblici

Archivio, Governo e Parlamento

Ritardati pagamenti delle P.A. verso le imprese: mozione alla Camera dei Deputati.

13 Luglio 2018
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In Aula della Camera dei Deputati, è stata presentata una Mozione (1-00013-primo firmatario On. Simone Baldelli del Gruppo FI), vertente sulla tematica dei ritardi di pagamento delle Pubbliche Amministrazioni verso le imprese.
 
Nelle premesse all’atto di controllo, viene, in particolare, evidenziato che:
-“ il ritardo con il quale le amministrazioni pubbliche pagano le imprese che forniscono beni e servizi al settore pubblico costituisce un elemento di debolezza dell’economia del Paese, in quanto la massa di risorse sottratte alle imprese ne rende difficile sia la gestione ordinaria che i piani di investimento, oltre a generare costi connessi alla ricerca di fonti alternative di finanziamento. Una situazione che colpisce principalmente le piccole e medie imprese, che sono le più esposte alle crisi di liquidità e per le quali è più difficile e oneroso l’accesso al credito. Tale ritardo, oltre ad ostacolare il ciclo economico, genera ulteriori costi a carico delle amministrazioni ritardatarie, sia in relazione alla gestione del debito, sia in forza dell’obbligo del pagamento di more ed interessi che ne deriva. In sede di approvazione della direttiva del Parlamento ed il Consiglio europeo 2011/7/EU del 16 febbraio 2011 sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali (sia della pubblica amministrazione, che tra imprese) la Commissione europea ha rilevato che tali ritardi, nell’Unione, sono all’origine di un fallimento d’impresa su quattro e della perdita di 450.000 posti di lavoro all’anno;
-“nel settore delle costruzioni l’attesa media è, secondo l’ANCE, di 96 giorni (dato del primo semestre 2017), certamente in calo rispetto ai 160 del primo semestre 2013, ma tuttavia ancora lontano dal rispetto dell’obbligo comunitario. Secondo l’Associazione dei costruttori il debito scaduto ammonta a 8 miliardi di euro. Un dato destinato a peggiorare a causa delle disposizioni introdotte dal codice degli appalti, peraltro poste sotto osservazione dell’Unione europea, come sopra evidenziato. Peraltro, i ritardi di pagamento penalizzano fortemente il rating delle imprese di costruzioni, in particolare nel settore delle grandi opere e di conseguenza la loro capacità di stare sul mercato. In questo settore i peggiori pagatori sono i comuni, con Napoli in testa (335 giorni di ritardo rispetto alla previsione di legge), seguita da Catania (135), Torino (107). A Roma il ritardo è di 52 giorni, a Milano 11. I comuni più virtuosi sono Bologna, Genova e Firenze, che riescono a pagare di una decina di giorni prima della scadenza”;
-“il 7 giugno 2018 la Commissione europea ha deciso di inviare un ulteriore parere motivato all’Italia in quanto il suo diritto nazionale non è conforme alla direttiva sui ritardi di pagamento (direttiva 2011/7/UE). Per la Commissione le modifiche al codice dei contratti pubblici dell’aprile 2017, che hanno esteso sistematicamente di ulteriori 30 giorni i tempi di gestione del pagamento delle fatture per stato avanzamento lavori negli appalti pubblici, si configurano come una violazione della direttiva sui ritardi di pagamento nella quale si prevede che le autorità pubbliche debbano eseguire i pagamenti non oltre 30 o 60 giorni dalla data di ricevimento della fattura o, se del caso, al termine della procedura di verifica della corretta prestazione dei servizi”;
-“dopo una fase sperimentale, dal 1° gennaio 2018 è in corso di implementazione Siope Plus, una nuova infrastruttura digitale avente l’obiettivo di migliorare la qualità dei dati per il monitoraggio della spesa pubblica e destinata anche a rilevare i tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese fornitrici”.
 
Alla luce delle premesse viene chiesto l’impegno del Governo a:
-assumere iniziative per potenziare e rifinanziare i meccanismi di pagamento dei debiti commerciali pregressi delle pubbliche amministrazioni, previsti dalle norme introdotte nel 2013-2014, descritte in premessa, al fine di consentire la sollecita chiusura dei procedimenti di richiamo e di messa in mora posti in essere dalla Commissione europea, con l’obiettivo di rientrare nei limiti temporali previsti dalla direttiva del Parlamento e il Consiglio europeo 2011/7/EU del 16 febbraio 2011 per il pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni;
– accelerare il processo di adesione di tutte le amministrazioni pubbliche alla infrastruttura digitale Siope Plus al fine provvedere in tempi certi alla completa gestione informatica della fatturazione e dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni, prevedendo specifiche misure per il monitoraggio del pagamento dei debiti commerciali della pubblica amministrazione e assicurando che i dati già disponibili sulla piattaforma elettronica per i crediti commerciali (Pcc) siano utilizzabili senza soluzione di continuità;
– adottare iniziative per rafforzare le sanzioni previste dal decreto-legge n. 66 del 2014 a carico degli enti e degli amministratori inadempienti, per violazione degli obblighi di comunicazione, per mancata certificazione dei crediti sulla piattaforma e per i ritardi nei tempi di pagamento, prevedendo sanzioni analoghe per le violazioni commesse in relazione agli adempimenti connessi alla infrastruttura digitale Siope Plus;
– adottare iniziative per rendere operativo e strutturale, con riferimento ai debiti commerciali della pubblica amministrazione, il meccanismo di compensazione tra partite di debito e credito, introdotto dall’articolo 12, comma 7-bis, del decreto-legge n. 145 del 2013;
– adottare iniziative per escludere dal regime dei controlli sui pagamenti delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 48-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, le imprese che aderiscono al regime dell’adempimento collaborativo (compliance) di cui all’articolo 3 e successivi del decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 128, al fine di accelerare il pagamento dei debiti commerciali e favorire l’accesso delle imprese al suddetto regime;
– adottare iniziative per modificare la normativa degli appalti nelle parti non conformi alla direttiva sui ritardi di pagamento, direttiva 2011/7/UE, dando corso al parere motivato emesso il 7 giugno 2018 dalla Commissione europea;
– adottare iniziative per introdurre, tra gli obiettivi generali di valutazione positiva delle performance delle pubbliche amministrazioni, da adottare su base triennale con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo n. 150 del 2009, specifici indicatori che misurino i tempi di pagamento dell’amministrazione alle imprese fornitrici e il tempo medio di conclusione dei procedimenti amministrativi.
 
Per le ulteriori Interrogazioni, Mozioni e Risoluzioni presentate in Parlamento si veda, da ultimo, la Notizia “In Evidenza” Atti di indirizzo e controllo n. 11/2018.
 
link alla mozione
 
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