L’Aula del Senato ha licenziato, in seconda lettura, il DDL recante “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici” (DDL 955/S – Relatori Sen. Angela Anna Bruna Piarulli e Sen. Alessandra Riccardi del Gruppo M5S), con la votazione di fiducia su un maxiemendamento interamente sostitutivo del provvedimento che riproduce il testo approvato dalla Commissione Giustizia.
In particolare, la Commissione ha apportato una sola modifica volta ad espungere dal testo la disposizione sul peculato che era stata introdotta alla Camera con un emendamento votato a scrutinio segreto. Al riguardo, la norma soppressa interveniva sul reato di abuso d’ufficio, aggiungendo un terzo comma all’articolo 323 c.p. volto a punire, con la pena non inferiore a due anni, la condotta del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio consistente nell’appropriazione, mediante distrazione, di somme di denaro o di altra cosa mobile altrui delle quali ha il possesso o la disponibilità per ragione del suo ufficio o servizio, nell’ambito di un procedimento disciplinato da legge o regolamento che appartenga alla sua competenza.
Restano confermate, tra le altre, le disposizioni su:
– l’inasprimento delle pene accessorie conseguenti alla condanna per reati contro la P.A., quali l’incapacità di contrattare con la PA e l’interdizione dai pubblici uffici;
– l’aumento delle sanzioni interdittive che possono essere comminate alle società e agli enti riconosciuti amministrativamente responsabili di una serie di reati contro la P.A (a modifica del Dlgs 231/2001);
– la sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado anche di assoluzione. Le modifiche alla disciplina sulla decorrenza dei termini di prescrizione dei reati entreranno in vigore dal 1° gennaio 2020.
Il testo torna ora alla terza e definitiva lettura della Camera.