Tra le misure per il rilancio del Paese, approvato il Recovery Found che porta all'Italia 209 miliardi di euro nonché il Quadro Finanziario Pluriennale” 2021-2027
Si sono svolte oggi le comunicazioni del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alle Camere sulle conclusioni del Consiglio europeo a Bruxelles dal 17 al 21 luglio scorsi.
Il Presidente, in prima analisi, ha evidenziato, tra l’altro, che l’Italia riceverà 209 miliardi di euro, il 28% delle risorse totali previste da Next Generation EU, pari a 750 miliardi di euro; in particolare, resta fissato a 81 miliardi l’ammontare di trasferimenti (grants) destinati all’Italia, così come previsto dalla proposta della Commissione, mentre aumenta la componente di prestiti disponibili, che arriva così alla ragguardevole cifra 127 miliardi di euro.
Tali risorse potranno essere impegnate fino al 31 dicembre 2023.
Inoltre, ha sottolineato che “il 70% di queste risorse saranno disponibili tra il 2021 e il 2022 e i relativi pagamenti, legati allo svolgimento dei progetti, definiti all’interno dei Piani nazionali per la ripresa, saranno disponibili fino alla fine del 2026, quando l’Unione interromperà l’emissione di titoli e inizierà il periodo di restituzione da parte dei Paesi membri”.
Per quanto riguarda le principali misure per il rilancio del Paese, viene riferito che, oltre alla componente principale di “Next Generation EU”, cioè la “Recovery and Resilience Facility” (potenziata a 672,5 miliardi di euro dai 560 miliardi proposti dalla Commissione Europea), giocheranno un ruolo importante anche due strumenti:
a) “InvestEU” (dotazione complessiva di 8,4 miliardi di euro), che sosterrà gli investimenti privati ed è erede del “piano Juncker” per gli investimenti di cui l’Italia si è dimostrata tra i principali destinatari;
b) “ReactEU” (dotazione complessiva di 47,5 miliardi di euro), grazie al quale potranno essere proseguiti gli investimenti anti- Covid a favore del sistema sanitario e a sostegno del reddito dei lavoratori e della liquidità delle imprese”.
Altro risultato politicamente rilevante indicato da Conte riguarda il meccanismo di “governance” di “Next Generation EU” che preserva le competenze della Commissione europea sull’attuazione dei Piani nazionali di ripresa e di resilienza. A tal riguardo “i Piani saranno approvati dal Consiglio dell’Unione europea a maggioranza qualificata, come peraltro già avviene oggi per i Programmi nazionali di riforma del Semestre europeo, mentre i singoli esborsi verranno decisi dalla Commissione, sentito il Consiglio.
Inoltre, “il 10% delle risorse sotto forma di trasferimenti del Recovery and Resilience Facility potrà essere anticipato come prefinanziamento nel 2021; in secondo luogo, anche i progetti di investimento già avviati a partire dal 1° febbraio 2020 potranno beneficiare dei finanziamenti del pacchetto europeo, purché siano coerenti con gli obiettivi del programma”.
In relazione all’approvazione del bilancio settennale (il “Quadro Finanziario Pluriennale” 2021-2027), ha sottolineato, tra l’altro, che “il saldo italiano sul Quadro Finanziario Pluriennale, pur restando negativo, migliora rispetto a quello attuale (2014-2020), passando da – 0,24% a -0,17% del PIL (in termini assoluti, da -4,11 miliardi di euro a -2,9 miliardi di euro in media all’anno) ed è più che compensato dai rientri attesi da “Next Generation EU”. Siamo inoltre uno dei pochi Stati membri che vede aumentare, rispetto al Quadro Finanziario Pluriennale attuale, da 36,2 a 38 miliardi di euro le proprie dotazioni sulla politica di Coesione, che invece è stata ridotta per un totale di 37 miliardi per i vari Stati Membri. Si tratta di un risultato decisivo, perché la politica di coesione, tanto più in questa particolare congiuntura socio-economica, svolge un ruolo fondamentale a beneficio dei territori”.
Sempre in materia di coesione, il Presidente ha ribadito che “è stata ottenuta maggiore flessibilità nell’uso dei fondi strutturali, grazie a obblighi di concentrazione tematica meno stringenti e disimpegni più lunghi, il che consente di orientare in modo più proficuo la spesa verso le esigenze specifiche delle diverse aree territoriali, anche in chiave di sostegno ai settori più colpiti dalla crisi da Covid”.
Quanto all’ambito della Politica Agricola Comune, il rafforzamento delle dotazioni per lo sviluppo rurale (77,1 miliardi a valere sul Quadro Finanziario Pluriennale e 7,5 su “Next Generation EU”) avvantaggia l’Italia, che ne ha ritorni elevati (oltre l’11% del totale).
E’ stato poi confermato l’impegno a introdurre nuove risorse proprie già a partire dal 2021, mentre è stata evitata – come auspicato dall’Italia – l’abolizione della risorsa basata sull’IVA, che sarebbe costata all’Italia circa 1,1 miliardi in sette anni.
Confermato, altresì, l’impegno a introdurre nuove risorse proprie già a partire dal 2021, mentre è stata evitata – come auspicato dall’Italia – l’abolizione della risorsa basata sull’IVA, che sarebbe costata all’Italia circa 1,1 miliardi in sette anni.
Riguardo alla lotta al cambiamento climatico, “il 30% della spesa europea sarà collegato al raggiungimento di questo ambizioso obiettivo. La riduzione, rispetto alla proposta iniziale, della dotazione complessiva del “Just Transition Fund”, che comunque ammonta a 10 miliardi di euro, non ha uno specifico impatto negativo sull’Italia. In via generale, occorre riconoscere che il fondo soffre purtroppo di un’impostazione disfunzionale, perché premia i Paesi che sin qui non si sono impegnati abbastanza nella transizione ecologica, trascurando la necessità di riconoscere gli sforzi di quegli Stati che, come l’Italia, hanno già intrapreso l’ineludibile percorso del green deal”.
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