Il titolare del dicastero ha evidenziato le priorità di azione che hanno come comune denominatore l’ambiente: le infrastrutture green, il supporto alle imprese che incrementano la sostenibilità, la transizione verso l’economia circolare nonché le azioni di contrasto ai cambiamenti climatici
Il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, nella seduta del 10 settembre u.s della Commissione Ambiente della Camera, ha svolto l’audizione sull’individuazione delle priorità nell’utilizzo del Recovery Fund.
Al riguardo, come da comunicato del Ministero, ha evidenziato che:
– “l’Italia riceverà circa 208 miliardi di euro dal Recovery Fund, la quota maggiore tra i Paesi membri e risulta il primo beneficiario delle risorse previste a carico dell’intero Fondo Next Generation EU con una quota pari al 28% del totale. Avremo a disposizione circa 81 miliardi a titolo di sussidi, cui si aggiungono 127 miliardi di euro di prestiti, presentando alla Commissione e al Consiglio un Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) che consenta di definire un progetto di riforme e investimenti per il periodo 2021-2023”;
-il 37% delle risorse assegnate all’Italia devono andare al green;
-le missioni nell’utilizzo del Recovery fund Ue riguardano sei aree principali di azione, che hanno come comune denominatore l’ambiente: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per la mobilità; Istruzione, formazione, ricerca e cultura; Equità sociale, di genere e territoriale; Salute;
-la sostenibilità ambientale non è soltanto un cluster ma un criterio trasversale di valutazione, attraverso cui è fondamentale valutare l’impatto degli altri progetti.
–le priorità ambientali devono rappresentare quindi un asse di investimento e un obiettivo di medio e lungo periodo nella programmazione di tali risorse.
Il Ministero dell’Ambiente ha indicato una serie di priorità che si innestano sulle seguenti quattro linee tematiche:
· le infrastrutture per l’ambiente;
· il supporto alle imprese virtuose o che vogliano incrementare la sostenibilità dei loro processi produttivi e delle filiere;
· la transizione ecologica con uno sguardo specifico all’economia circolare;
· il potenziamento delle azioni di contrasto ai cambiamenti climatici”.
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