Si e svolta il 17 c.m. l’audizione dell’ANCE in videoconferenza, presso la Commissione Territorio e Ambiente del Senato, nell’ambito dell’esame, in sede referente, in prima lettura, dei disegni di legge in materia di rigenerazione urbana (DDL 1131/S ed abb., Relatori i Sen. Franco Mirabelli del Gruppo Pd e Paola Nugnes del Gruppo M5S).
Il Presidente Buia ha evidenziato, in premessa, come le città siano i luoghi della nostra vita, e l’emergenza sanitaria che stiamo ancora vivendo ci ha costretti a rilevanti cambiamenti nei comportamenti e nelle relazioni sociali e ci ha fatto guardare con occhi diversi le città e le nostre case, facendoci riscoprire il senso e il bisogno della prossimità. I cambiamenti strutturali della popolazione e della società italiana, il peggioramento delle condizioni economiche indotto dalla pandemia, la stessa crisi sanitaria ci spingono a riflettere sulla necessità di ripensare lo spazio urbano, pubblico e privato. Le città rappresentano quindi il fulcro della strategia di sviluppo per il futuro.
Questo è ancora più vero oggi, la pandemia in corso ha svelato i punti deboli della nostra società e della nostra economia, ne ha accelerato cambiamenti già in atto e se la politica non sarà all’altezza condividendo una visione di lungo periodo chiara e definita, avremo davanti a noi un paese in grandi difficoltà, lacerato da una crescente disuguaglianza e dalla incapacità di offrire a tutti pari opportunità di istruzione, di cura e salute, di lavoro, di casa, di bellezza, di città.
Per ripensare il vivere urbano profondamente segnato dalla crisi economica e dalla pandemia e posizionare al centro le nuove esigenze sociali occorre mettere mano ad un vero e proprio “Progetto per le città”, incentrato sulla rigenerazione urbana, tema strategico per il futuro del Paese. Per farlo occorre innanzitutto superare steccati e divisioni ideologiche e dotare il Paese di una politica urbana a livello nazionale ed una nuova normativa in grado di supportare efficacemente l’avvio di un vasto piano di interventi sul patrimonio edilizio esistente.
Mai come ora in tutta Europa, e in Italia in particolare, le città sono in grave difficoltà ed è inutile, pensare a soluzioni avveniristiche se i centri urbani ancora sono regolati dalle norme del ’42 e del ’68, concepite per rispondere ai fabbisogni di un’altra epoca storica.
Il Presidente ha ricordato, quindi, il recente discorso sullo stato dell’Unione, in cui la Presidente von der Leyen ha definito il settore delle costruzioni un asse fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, non solo ambientale, ma anche economica e sociale. E in particolare ha richiamato la necessità di dare vita a “una grande ondata di rinnovamento urbano”, che deve anche essere messa al centro degli interventi del Recovery Fund. Non è pensabile quindi perdere questa occasione per eliminare degrado e ridare bellezza e vivibilità alle nostre città, ma per raggiungere questi obiettivi dobbiamo dotare il Sistema Paese di strumenti flessibili e dinamici adatti alle nuove esigenze. Non ulteriori vincoli. Il degrado e le tensioni sociali attendono soluzioni concrete che si ha il dovere di individuare al più presto.
Al riguardo, è necessario dunque avviare un percorso politico e normativo che permetta di ripensare le nostre città, superando visioni che offrono una risposta parziale e inadeguata ai fabbisogni espressi dalla società. Ci vuole una visione politica e un coordinatore unico. In particolare, mentre in tutto il resto d’Europa, le politiche urbane sono una priorità del Governo. In Italia sono troppi anni che mancano. L’esempio più recente ed emblematico dell’assenza di una visione è rappresentato dalle 77 proposte elaborate dai nostri Ministeri per sfruttare le risorse del Recovery fund a favore della città che rimandano a ulteriori 22 centri decisionali (Ministeri, Dipartimenti) per complessivi 180 miliardi.
Il Presidente ha altresì menzionato anche i diversi programmi finanziati direttamente dallo Stato per interventi su scala urbana che si sono susseguiti negli ultimi anni, per i quali sono stati stanziati addirittura più di 5 miliardi di euro negli ultimi 8 anni, con scarsi risultati:
In allegato il Documento con il dettaglio della posizione dell’ANCE consegnato agli atti delle Commissioni.
Si veda precedente del 16 novembre 2020
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