La Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame del disegno di legge recante “Delega al Governo per la riforma della disciplina dell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza” (DDL 1494/C – Relatore On. Diego Zardini del Gruppo parlamentare PD), ha deliberato lo svolgimento di un ciclo di audizioni per l’approfondimento del testo.
In merito ai contenuti del provvedimento, l’ANCE ha inviato un proprio documento di posizione in cui ha ricordato, in premessa, che la disciplina vigente è improntata ad evitare, laddove possibile, il fallimento della grande impresa commerciale insolvente mediante la conservazione del patrimonio produttivo, la prosecuzione, la riattivazione ovvero la riconversione dell’attività imprenditoriale, e la previsione di strumenti di tutela dei creditori dell’impresa in crisi. La proposta di legge delega in oggetto è finalizzata a ridefinire i parametri per l’accesso alla procedura e le modalità di gestione e svolgimento della stessa, mantenendo i principi sopra espressi.
Si è, poi, soffermata su un tema che ha notevoli ripercussioni sul mondo imprenditoriale, in particolar modo sulla realizzazione di lavori pubblici, relativo alla partecipazione alle procedure di gara pubbliche delle imprese che si trovino in amministrazione straordinaria, che non è attualmente preclusa dalla normativa vigente.
Tuttavia, nel settore delle infrastrutture, la crisi di una grande impresa comporta un notevole effetto domino: l’impresa in difficoltà trascina nel baratro tutta la filiera dei soggetti “a valle” (subappaltatori, fornitori ecc.) coinvolti nell’esecuzione dei lavori.
È indubbio come le cause di tale patologia, ormai sistemica, siano molteplici e di varia natura, e la circostanza che la normativa vigente sia contraddittoria, poco chiara, incompleta e ridondante non ha contribuito al regredire del fenomeno.
In tale ambito, ad avviso dell’Ance occorre evitare il contagio delle imprese sane, vietando la partecipazione a nuove procedure di gara per le imprese che si trovino in amministrazione straordinaria.
Occorre, infatti, tutelare, in primo luogo, il principio di concorrenza e par condicio fra le imprese, evitando che i soggetti in crisi, nella formulazione delle offerte, possano trarre vantaggio dalla propria situazione, stanti le particolari tutele dalle azioni esecutive dei creditori di cui godono.
Peraltro, l’impresa sottoposta a tali procedure, potrebbe non offrire sufficienti garanzie circa l’effettiva possibilità di adempiere alla propria offerta, essendo in una fase critica della sua attività. Ne deriva che la preclusione alla partecipazione per tali soggetti (sia in forma singola che raggruppati) tutelerebbe anche il buon andamento dell’attività amministrativa, e soprattutto il superiore interesse pubblico alla realizzazione dell’opera.
Ad avviso dell’Ance, la preclusione suddetta dovrebbe essere inserita fra i criteri di delega individuati dal legislatore allo scopo di ridefinire l’istituto dell’amministrazione straordinaria, così da costituire il paradigma per la successiva legislazione attuativa in materia.
In allegato il Documento con il dettaglio della posizione ANCE consegnato agli atti della Commissione.
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