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Pubblicato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro il Rapporto annuale sull’attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale relativo all’anno 2020

Archivio, Lavoro, welfare e sicurezza

INL – Rapporto annuale attività di vigilanza – Anno 2020

4 Maggio 2021
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Nel sito dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro è stato pubblicato il 30 aprile 2021 il “Rapporto annuale delle attività di tutela e vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale – Anno 2020”, avente a oggetto un’approfondita disamina degli interventi realizzati dall’Ispettorato del Lavoro, articolata per settori produttivi e per aree territoriali.

 

In via preliminare, è riportata una sintesi dei risultati dell’attività di vigilanza condotta nel corso del 2020 non soltanto dall’INL, ma anche da INPS e INAIL: nonostante la situazione pandemica abbia inciso fortemente sulle modalità di svolgimento dell’attività di vigilanza[1], nel 2020 il personale ispettivo ha comunque avviato nuovi controlli (tra ispezioni e verifiche/accertamenti) nei confronti di 103.857 aziende, di cui:

  • 83.421 controlli in materia lavoristica, di legislazione sociale e di salute e sicurezza sul lavoro (oltre l’80% del totale);
  • 13.181 controlli in materia previdenziale (circa il 13% del totale);
  • 7.255 controlli in materia assicurativa (il 7% del totale).

 

Tra gli interventi classificati come “verifiche e accertamenti” sono ricompresi 17.080 controlli sul rispetto dei “protocolli anti-COVID” nei luoghi di lavoro.

 

Per quanto riguarda invece gli esiti dell’attività ispettiva di INL, INPS e INAIL relativi all’anno 2020,  sono state definite 79.952 ispezioni e sono stati tutelati 267.677 lavoratori interessati da irregolarità (compresi 22.366 lavoratori in “nero”, pari all’8,4% del totale degli irregolari). Queste ispezioni hanno portato a riscontrare illeciti nei confronti di 55.664 aziende, con un tasso di irregolarità pari al 70%.

 

Fatti salvi i suddetti dati, il Rapporto è incentrato sull’esame delle sole attività poste in essere dal personale in servizio presso le strutture dell’INL.

 

Vengono forniti, in primo luogo, i dati relativi alle azioni di promozione e prevenzione della sicurezza e della legalità, alle richieste di intervento pervenute agli Ispettorati Territoriali (27.190, in calo di quasi il 40% rispetto alle 44.906 del 2019), ai risultati del ricorso agli strumenti della conciliazione monocratica e della diffida accertativa per crediti patrimoniali e alle conciliazioni ex art. 410 c.p.c.

 

Segue l’illustrazione dei dati relativi all’attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale, articolati per settori produttivi e per ambiti territoriali, con la precisazione che i valori numerici delle violazioni (lavoratori irregolari, lavoratori “in nero”, illeciti, ecc.) riferite ai settori e alle categorie considerati sono correlati alla distribuzione dei controlli ispettivi effettuati e/o definiti in ciascun ambito e non possono quindi essere assunti come indici assoluti di concentrazione delle irregolarità.

 

Per quanto riguarda la suddetta attività di vigilanza, nel 2020 l’INL ha avviato 57.979 nuove ispezioni (di cui 47.910 in materia di lavoro e legislazione sociale e 10.069 per profili di salute e sicurezza sul lavoro) e oltre 25 mila verifiche e accertamenti di altro genere. Di queste ispezioni, 15.923 hanno riguardato il settore dell’edilizia, di cui 9.212 in materia di lavoro e legislazione sociale e 6.711 in materia di sicurezza sul lavoro; il numero di verifiche/accertamenti di altro genere relative al predetto settore è stato di 4.033.

 

Passando a considerare le ispezioni definite nell’anno, si rileva che, su un totale di 61.942 ispezioni, 40.705 sono state chiuse con l’adozione di un verbale di contestazione di illeciti, in percentuale pari quindi a circa il 66%.  Per quanto riguarda il settore delle costruzioni, su 15.949 ispezioni definite, 10.731 hanno riscontrato irregolarità (67%); questo dato registra una riduzione di circa 4 punti percentuali rispetto al 2019 (71,5%).

 

Con riferimento ai 62.135 lavoratori cui si riferiscono individualmente e direttamente gli illeciti contestati[2], 6.849 rientrano nell’edilizia. Di questi ultimi, 2.649 sono lavoratori “in nero” (di cui 66 lavoratori extracomunitari privi di permesso di soggiorno), 32 lavoratori hanno subito fenomeni di caporalato e sfruttamento ex art. 603-bis c.p.c., 921 lavoratori sono stati oggetto di interposizione illecita, per 48 le violazioni hanno riguardato il distacco transnazionale, 278 sono stati interessati da provvedimenti di riqualificazione del rapporto di lavoro, 401 da violazioni in materia di orario di lavoro.

 

Il Rapporto prosegue esaminando nel dettaglio i dati relativi ai principali fenomeni oggetto dell’attività di vigilanza, per la generalità dei settori, nell’anno considerato: lavoro sommerso e provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo, violazioni della normativa in materia di appalto, distacco e somministrazione e di distacco transnazionale, irregolarità e frodi in materia di ammortizzatori sociali, violazioni in materia di orario di lavoro, non corretta qualificazione dei rapporti di lavoro.

 

Un ulteriore approfondimento è dedicato all’azione ispettiva svolta, per la generalità dei settori, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro: all’esito delle 10.179 ispezioni definite, di queste 8.068 aziende sono risultate irregolari (tasso di irregolarità del 79,3%). Nel corso degli accertamenti sono state contestate complessivamente 12.541 violazioni, di cui 12.020 penali e 521 amministrative.

 

Considerato che l’attività di vigilanza dell’Ispettorato riguarda prevalentemente il settore edile, il Rapporto rivolge un’analisi più dettagliata all’insieme dei dati riferiti alle violazioni delle norme contenute nei Titoli III “uso delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale” e IV “cantieri temporanei o mobili” del d.lgs. n. 81/2008. L’esame della tipologia di illeciti riscontrati evidenzia la costante prevalenza delle violazioni connesse a:

– i rischi di caduta dall’alto, pari al 50%;

– gli obblighi del coordinatore e del committente, pari al 12%;

– la valutazione dei rischi, POS, PSC e DUVRI, pari al 8%;

– i rischi elettrici, attrezzature, macchine e DPC/DPI, pari al 7%;

– i rischi di investimento e seppellimento, pari al 2%,

con una netta prevalenza quindi del rischio di caduta dall’alto, la più diffusa delle tipologie di incidenti sul lavoro che determinano infortuni gravi e mortali.

 

Per quel che invece concerne gli illeciti di natura amministrativa, il 39% riguarda la mancata fornitura/esposizione del tesserino di riconoscimento in edilizia, adempimento funzionale alla finalità dell’appalto sicuro, in quanto consente una più agevole identificazione del personale impegnato in contesti organizzativi complessi caratterizzati dalla compresenza, in uno stesso luogo, di lavoratori appartenenti a imprese diverse. Lo stesso obbligo è rivolto anche ai lavoratori autonomi.

 

Le rimanenti violazioni amministrative riguardano profili di carattere formale, involventi ciò non di meno importanti aspetti tecnici, quali:

  • Rischi elettrici, attrezzature, macchine e DPC/DPI (24%): si riferiscono alle verifiche periodiche delle attrezzature, degli impianti elettrici e di messa a terra;
  • Obblighi dei coordinatori e dei committenti (16%): riguardano la mancata comunicazione alle imprese affidatarie, alle imprese esecutrici ed ai lavoratori autonomi del nominativo del coordinatore per la progettazione e di quello del coordinatore per l’esecuzione dei lavori;
  • Valutazione dei rischi/POS/PSC/DUVRI (14%): ineriscono alla mancata trasmissione del PSC alle imprese esecutrici o del POS al coordinatore per la sicurezza del cantiere, o alla mancata tenuta del POS presso il cantiere stesso.

 

Il Rapporto prosegue con l’illustrazione delle attività di vigilanza straordinarie e/o speciali, tra cui quelle, correlate all’emergenza Covid, in materia di rispetto del divieto di licenziamento e di rispetto dei protocolli di sicurezza anticontagio.

 

Ulteriori sezioni del Rapporto riguardano, infine, un’analisi dei dati sotto il profilo della dimensione di genere e l’illustrazione dei risultati dell’attività di vigilanza a livello dei singoli territori.

 


[1] Al 31/12/2020 la consistenza del corpo ispettivo effettivamente adibito alla vigilanza era complessivamente pari a circa 3.000 unità (di cui 1.021 ispettori dell’INPS e 246 ispettori dell’INAIL), oltre il 10% delle quali prevalentemente adibite a funzioni di polizia giudiziaria (militari del Comando Carabinieri per la Tutela del lavoro).

[2] Escludendo, quindi, la più ampia platea dei lavoratori comunque interessati da violazioni di carattere “generale”, quali, ad  esempio, quelle in materia di sicurezza. Sono esclusi, altresì, i 20.051 lavoratori tutelati con l’adozione di provvedimenti di diffida accertativa (15.983) o all’esito positivo di conciliazioni monocratiche (4.068), poiché i sistemi di rilevazione attualmente in uso non ne consentono l’analisi per settore produttivo.

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