Il 22 giugno la commissione europea ha approvato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentato dal Governo italiano. Il via libera finale al Piano italiano dovrebbe essere dato dal Consiglio ECOFIN del 13 luglio. Il Piano prevede l’erogazione di 68,9 miliardi di euro di sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro di prestiti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza. In seguito all’approvazione definitiva l’Italia potrà ricevere l’anticipo del 13% dell’importo, pari a circa 23 miliardi di euro. E’ importante sottolineare che le successive erogazioni saranno subordinate alla realizzazione delle misure e delle riforme. La proposta di approvazione della Commissione è accompagnata da un allegato di 565 pagine che dettaglia tutte le misure del piano, lei milestone (tappe) e gli obiettivi da raggiungere (target) ed entro quando: sono 190 misure di cui 58 riforme e 132 investimenti per un totale di 525 tra tappe e target.
L’analisi della Commissione, basata sui criteri stabiliti nel regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF- Resilience and Recovery Facility), ha valutato in particolar modo se gli investimenti e le riforme esposti nel piano italiano sostenessero la transizione verde e digitale, se rafforzassero il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro e la resilienza economica e sociale dell’Italia e se contribuissero a risolvere le criticità individuate nell’ambito del semestre europeo. Il piano mira inoltre a ridurre le disparità territoriali, destinando specificamente almeno il 40 % degli investimenti alle regioni meridionali.
La transizione verde
Il contributo del piano italiano alla transizione verde ammonta al 37 % della dotazione totale di 191,5 miliardi di €, equivalente all’obiettivo del 37 % richiesto dal regolamento RRF. Il piano contiene un’ampia serie di investimenti: prevede ristrutturazioni di edifici a fini di efficienza energetica, sia attraverso incentivi fiscali che investimenti diretti per la ristrutturazione di edifici pubblici, scuole, tribunali, alberghi, musei, cinema e teatri. Il piano include misure volte a ridurre le emissioni di gas a effetto serra prodotte dai trasporti, con investimenti nella mobilità urbana sostenibile e nelle infrastrutture ferroviarie per sostenere l’abbandono di modi di trasporto a maggiore intensità di carbonio. Il piano sostiene anche misure per l’adattamento ai cambiamenti climatici, di resilienza sismica e di qualità delle infrastrutture. Esso affronta le attuali sfide relative alla gestione delle risorse idriche e delle acque reflue. Prevede l’adozione di una nuova strategia per promuovere l’economia circolare. Gli investimenti consentiranno di ammodernare gli impianti di gestione dei rifiuti esistenti e di costruirne di nuovi. Le infrastrutture idriche saranno migliorate per proteggere gli approvvigionamenti e ridurre le perdite. Il piano mira anche ad aumentare la concorrenza a promuovere l’uso di fonti energetiche rinnovabili. In particolare:
con riferimento alla mobilità sostenibile si prevede di integrare più regioni nella rete ferroviaria ad alta velocità e di completare i corridoi ferroviari per il trasporto merci, di promuovere il trasporto locale sostenibile attraverso l’estensione di piste ciclabili, metropolitane, tram e autobus a zero emissioni, compresa la costruzione di stazioni di ricarica elettrica in tutto il paese e punti di rifornimento di idrogeno per il trasporto stradale e ferroviario. Allo scopo sono destinati 32,1 miliardi di euro.
Per quanto riguarda l’efficienza energetica negli edifici si prevede il finanziamento di ristrutturazioni su larga scala di edifici residenziali per renderli più efficienti dal punto di vista energetico, destinando allo scopo 12,1 miliardi di euro.
11,2 miliardi di euro saranno disponibili per promuovere sviluppare la produzione e incentivare l’uso di energie rinnovabili, compreso l’idrogeno verde, e l’economia circolare nonché aumentare il riciclaggio, ridurre i rifiuti in discarica e migliorare la gestione delle acque.
La transizione digitale
Per quanto riguarda il contributo del piano italiano alla transizione digitale, questo ammonta al 25 % della dotazione totale, superando la percentuale minima del 20 % richiesta dal regolamento RRF. In particolare:
6,7 miliardi di euro sono destinati allo sviluppo di reti ultraveloci e 5G;
13,4 miliardi di euro alla digitalizzazione delle imprese;
6 miliardi di euro alla digitalizzazione della pubblica amministrazione.
Il rafforzamento della resilienza economica e sociale
In questo ambito il piano si concentra sulle principali sfide dell’Italia, come la bassa crescita della produttività. Gli investimenti e le riforme contenuti nel piano mirano ad aumentare l’efficacia della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario, a soddisfare i bisogni sociali ed educativi del paese, a rafforzare la competitività in settori chiave, a stimolare l’innovazione e a rendere il contesto imprenditoriale italiano più attraente per gli investimenti. Comprende riforme volte a rimuovere gli ostacoli all’ingresso in una serie di settori strategici, a semplificare le norme in materia di appalti pubblici e a eliminare gli inutili ostacoli normativi e amministrativi incontrati dalle imprese. Le misure incentrate sul sistema giudiziario, compresa la riduzione della durata dei procedimenti giudiziari e la riorganizzazione dei tribunali, rafforzeranno la certezza del diritto. Il piano comprende anche investimenti e riforme per rafforzare le politiche attive del mercato del lavoro, con un’attenzione particolare ai gruppi vulnerabili della popolazione.
In particolare misure specifiche riguardano:
Istruzione e mercato del lavoro: aumentare l’offerta di dell’infanzia, riformare la professione di insegnante, migliorare le politiche attive del politiche attive del mercato del lavoro e la partecipazione delle donne e dei giovani al mercato del lavoro e rafforzare la formazione professionale, investendo nel sistema di apprendistato. 26 miliardi di euro
Pubblica amministrazione e sistema giudiziario: riformare e modernizzare il pubblico impiego, rafforzare la capacità amministrativa, riformare e digitalizzare i tribunali civili e penali, per ridurre la durata dei procedimenti giudiziari. 3,7 miliardi di euro
Ambiente imprenditoriale: migliorare gli appalti pubblici e i servizi pubblici locali, ridurre i ritardi di pagamento, eliminare gli ostacoli alla concorrenza.
Rafforzare la coesione sociale e territoriale: promuovere la trasformazione dei territori vulnerabili in aree intelligenti e investendo nell’edilizia sociale, rafforzando i servizi sociali locali per sostenere i bambini e le famiglie, migliorando la qualità della vita delle persone con disabilità e investendo in infrastrutture per le Zone Economiche Speciali del Sud Italia. 13,2 miliardi di euro
Sanità, telemedicina e assistenza domiciliare: utilizzare le nuove tecnologie per migliorare gli ospedali e l’assistenza sanitaria a domicilio, anche attraverso il potenziamento dell’uso della telemedicina, riducendo la frammentazione territoriale. 15,6 miliardi di euro
L’importanza delle riforme
Le riforme costituiscono una parte essenziale e imprescindibile del Piano. La Commissione ritiene che il piano dell’Italia comprenda un’ampia serie di riforme sinergiche agli investimenti per contribuire ad affrontare efficacemente tutte le sfide economiche e sociali individuate nelle raccomandazioni specifiche per paese rivolte all’Italia dal Consiglio nel semestre europeo nel 2019 e nel 2020.
Il piano comprende anche diverse misure che dovrebbero contribuire alla sostenibilità delle finanze pubbliche, tra cui il miglioramento della riscossione delle imposte e l’impegno a intensificare la lotta contro l’evasione fiscale. Comprende anche misure volte a migliorare l’efficienza della spesa pubblica attraverso un quadro rafforzato per le revisioni della spesa e il completamento della riforma delle relazioni di bilancio nelle amministrazioni subnazionali.
Affrontando le sfide individuate nel contesto del semestre europeo, il piano dovrebbe contribuire anche a correggere gli squilibri che l’Italia presenta. Tra questi figurano l’elevato debito pubblico e la protratta debolezza della dinamica della produttività in un contesto di elevata disoccupazione e un livello ancora elevato di crediti deteriorati.
Inoltre i sistemi di controllo predisposti dall’Italia sono ritenuti adatti a proteggere gli interessi finanziari dell’Unione. Il piano illustra sufficientemente nel dettaglio le modalità con cui le autorità nazionali intendono prevenire, rilevare e correggere i casi di conflitto di interessi, corruzione e frode in relazione all’uso dei fondi.
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