Si è svolta il 6 dicembre scorso, presso le Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato, in seduta congiunta, l’audizione del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sulle linee programmatiche del Ministero.
In particolare, si evidenziano i seguenti passaggi:
Politica industriale europea e Made in Italy
Il Made in Italy deve fare un passo ulteriore: deve essere bello, ben fatto (come negli anni scorsi) ma anche sostenibile. Occorre una politica industriale europea per fa fronte alla concorrenza sia asiatica (Cina; India) sia degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti hanno messo in campo 3 vantaggi competitivi imprese USA rispetto a imprese europee:
-Gas liquefatto Mercato interno usa 20 dollari a noi a 140 dollari- il tetto 220 (11 volte di più del prezzo del gas che pagano le imprese americane vantaggio competitivo che spiazza completamente le nostre imprese;
-Massa monetaria USA : 69 miliardi di dollari per affrontare emergenza economica;
-Norme secondo le quali gli incentivi e i sussidi vanno a chi produce negli USA -imposizioni su utilizzo componenti assemblati in Nord America.
A queste tre sfide la risposta dell’Europa alla crisi energetica è stata una risposta di ogni singolo Stato (non c’è stata strategia congiunta come per la pandemia), occorre invece realizzare anche noi una forte politica industriale europea- servono risorse ingenti per il mantenimento in Europa degli investimenti ma anche per l’approvvigionamento delle materie prime.
-Si è svolto da poco il vertice trilaterale delle imprese francesi tedesche e italiane che insieme rappresentano il 55 per cento del PIL europeo e la terza forza manifatturiera mondiale dopo USA e CINA.
Ne parlerò presto con il Commissario Breton (Commissario europeo per il mercato interno e i servizi della commissione Von der Leyen): siamo in condizioni di creare una forte politica industriale europea ed essere attori protagonisti della politica globale. La politica industriale europea dovrà basarsi innanzitutto su una politica energetica comune.
Incentivi industriali
-Il Piano transizione 4.0 va rifinanziato : ci sono più di 3 miliardi di euro di risorse di PNRR da ricollocare. La Commissione ci deve autorizzare a utilizzare i 3 miliardi non che non sono stati utilizzati.
E’ assolutamente necessario il rifinanziamento e per il 2023 l’obiettivo del Governo è mantenere le stesse aliquote agevolative del 2022: In questi giorni, il Ministro Fitto (Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR) ha avviato un’interlocuzione con la Commissione europea per chiedere di utilizzare le risorse del PNRR non spese per il periodo che si conclude 2021-2022 per mantenere le stesse aliquote agevolative anche nel 2023.
-Abbiamo in cantiere un disegno di legge di riforma degli incentivi che porteremo a breve come collegato alla manovra economica, per una riforma degli incentivi sulla base dell’esperienza, quindi del tiraggio, della soddisfazione riscossa dalle misure messe in campo.
Il secondo collegato sara’ sul made in Italy e terra’ conto dell’indagine conoscitiva avviata in Parlamento.
Complessità amministrativa
I dati del decennio 2008-2018 ci dicono che la complessità ammnistrativa che grava sulle imprese in Italia è fortemente superiore rispetto ai competitors e negli ultimi 10 anni siamo peggiorati di 3 posizioni (136 posto al mondo). Al sud, dove avremmo bisogno di maggiori investimenti la situazione burocratica è ancora più lenta complessa.
Per ovviare a questo abbiamo creato una figura che abbiamo chiamato “difensore civico delle imprese”: apposita struttura di supporto e tutela dei diritti delle imprese con specifici compiti volta a raccogliere e a dare seguito alle segnalazioni dei ritardi e dell’inerzia della PA centrale da parte delle imprese. Questo secondo il principio (mission del Ministero) “Non disturbare chi vuole fare“. Ove le amministrazioni competenti per la loro parte non dovessero assolvere in tempo breve alle richieste delle imprese, creando un ostacolo all’attività dell’impresa il nostro dicastero avrà il potere di avocare a se’ questi processi autorizzativi. Penso che possa esser una leva fondamentale per gli investimenti nazionali ed esteri.
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