Si è svolta il 27 luglio l’audizione Ance, in videoconferenza, presso la Commissione Politiche dell’unione europea della Camera su: Programma di lavoro della Commissione 2023 – Un’Unione salda e unita – COM (2022)548 ; Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nell’anno 2023 (Doc. LXXXVI, n. 1); Programma di diciotto mesi del Consiglio dell’Unione europea (1º luglio 2023 – 31 dicembre 2024).
Il Vicepresidente Centro Studi, Ing. Piero Petrucco ha ricordato in apertura che i documenti programmatici elencati definiscono numerosi ed importanti obiettivi da perseguire nell’ultimo anno della Legislatura europea 2019-2024.
Tra i provvedimenti di maggiore interesse per il settore delle costruzioni figurano in particolare quelli relativi all’attuazione del Green deal europeo – dalla nuova direttiva “case green” (Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia), al Regolamento sul ripristino della natura – di cui l’Ance condivide gli obiettivi.
Nello specifico, per quanto riguarda la Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD) attualmente in fase di Trilogo, ha evidenziato la necessità di predisporre in tempi brevi il Piano nazionale per la riqualificazione del parco immobiliare, che deve traguardare l’obiettivo al 2050 di “decarbonizzazione” degli edifici, con obiettivi intermedi al 2030 e 2040 e indicatori di progresso misurabili. Il Piano deve comprendere il quadro delle esigenze di investimento, le politiche e le misure previste per conseguire gli obiettivi.
Ad un piano così ambizioso e rapido da attuare devono essere affiancati importanti stanziamenti economici per permetterne la realizzazione, come sottolineato in particolare dal Parlamento europeo. Al momento la proposta di EPBD prevede solo il Fondo sociale per il clima con risorse insufficienti per avviare l’importante piano. Per l’Italia sono, infatti, previsti circa 7,8 miliardi di euro fino al 2032.
È essenziale inoltre assicurare il principio di neutralità tecnologica, che prevede di lavorare per obiettivi di riduzione dei consumi o di emissioni, senza l’imposizione di determinate soluzioni tecnologiche/costruttive. Inoltre, è importante attuare un’azione di armonizzazione normativa, per garantire che le altre direttive e i regolamenti che trattano di energia siano coerenti con la EPBD. Un esempio è nuovo Regolamento CPR (Construction Product Regulation), che sarà indispensabile per permettere di acquisire i dati e le informazioni utili a misurare la prestazione degli edifici, in termini ambientali e di economia circolare.
Per quanto riguarda la proposta di Regolamento sul ripristino della natura “Nature Restoration Law”, è indispensabile accompagnare un tale provvedimento da norme che consentono di favorire la riqualificazione urbana e la demolizione ricostruzione per consentire di dare maggiore spazio al verde nelle città. E’ quindi importante che nell’ambito delle trattative finali fra Commissione, Consiglio e Parlamento si continui a supportare un approccio più equilibrato “fra obiettivi, fattibilità e rischi” e a garantire un testo efficace ed attuabile con la necessaria flessibilità per gli Stati membri.
Quanto alla proposta di direttiva sul monitoraggio e la resilienza del suolo, è fondamentale che si lavori alla definizione di un monitoraggio che sia il più possibile equilibrato ed aderente alla realtà al fine di coniugare il sistema del suolo allo sviluppo sociale ed economico e che il nuovo meccanismo non si traduca poi in obblighi per gli Stati Membri che vadano a sovrapporsi con le indicazioni già provenienti a livello europeo (es. azzeramento consumo di suolo entro il 2050).
In tema di competitività dell’industria, al fine di rimuovere gli ostacoli che, ancora oggi, frenano le piccole imprese, la Commissione sottolinea la necessità di rivedere la direttiva sui ritardi di pagamento al fine di ridurre gli oneri a carico delle PMI.
L’Ance condivide tale impostazione, a garanzia di tutti gli operatori del settore, sottolineando al contempo i ritardi sistematici nei tempi di pagamento da parte delle nostre amministrazioni, più volte sanzionati a livello comunitario. Per Ance rimane quindi prioritaria la piena attuazione dell’attuale direttiva per quanto riguarda i pagamenti tra PA e imprese.
Inoltre, in virtù della specificità del settore dei lavori pubblici, che, come noto, prevedono pagamenti periodici in acconto, le nuove regole dovrebbero stabilire che il pagamento di tali acconti avvenga entro trenta giorni dalla certificazione del direttore dei lavori circa la conclusione della procedura di accettazione e verifica.
In materia di finanza pubblica, è condivisibile la necessità di una revisione della governance finanziaria ed economica al fine di superare le distorsioni generate dalle regole contabili del Patto di stabilità che, negli ultimi vent’anni, hanno penalizzato investimenti pubblici e manutenzione.
Il risultato di tali scelte è stato l’ampliamento del ritardo infrastrutturale italiano e, soprattutto, l’abbandono dell’attività di manutenzione del nostro territorio.
Occorre porre attenzione a non ripetere gli errori del passato e valutare l’efficacia delle nuove regole di finanza pubblica non solo sulla tenuta dei conti pubblici, ma soprattutto nella loro capacità di sostenere la crescita economica.
Emblematico è il fatto che, quando il Patto di stabilità è stato sospeso, c’è stata la più alta crescita europea dagli anni ’70 ed è migliorato il rapporto debito/Pil in Italia.
La soluzione è stabilire l’ordine delle priorità. Ciò vuol dire individuare quali investimenti siano necessari per la qualità della vita, per il funzionamento dei servizi, per l’assistenza alle persone e per la tutela dei fragili che andranno esclusi dall’applicazione delle nuove regole contabili (golden rule) e potranno sostenere la crescita economica.
In materia di salute e sicurezza, con specifico riferimento all’agente cancerogeno amianto, ferma restando l’importanza di perseguire un miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nel settore, l’Ance, insieme alla Federazione europea delle Costruzioni (FIEC), ha espresso sin dal principio perplessità sul netto abbassamento del valore limite di esposizione professionale. Un valore eccessivamente basso non solo non è realistico, ma la difficoltà nel rispettarlo potrebbe comportareaddirittura l’elusione della normativa e il conseguente svolgimento delle lavorazioni al di fuori degli standard definiti a livello europeo, con gravi conseguenze sulla salute dei lavoratori, vista la pericolosità dell’esposizione all’amianto.
Con riguardo alla transizione digitale, gli European Digital Innovation Hub (EDIH) sono uno delle principali azioni strategiche per raggiungere gli obiettivi del “Decennio Digitale” della Commissione europea. Il bando per l’assegnazione dei fondi agli hub si è concluso da un anno, ma ad oggi molti progetti in Europa hanno difficoltà a prendere avvio poiché rallentati della convenzione di co-finanziamento con i rispettivi stati membri. In Italia, il ritardo nella firma delle convenzioni di finanziamento dei 13 European Digital Innovation Hub da parte del Ministero delle Imprese e Made in Italy, sta di fatto rallentando l’avvio delle attività operative e dei servizi alle imprese. Occorre accelerare la firma delle convenzioni e assicurare che le regole di rendicontazione fissate a livello nazionale siano più vicine possibile a quelle già chiarite da tempo a livello europeo.
L’economia dei dati delle costruzioni è una componente sensibile nelle politiche Europee di settore, specialmente in ambito di sostenibilità. All’interno di questo contesto, è essenziale assicurare uno scambio di informazioni aperto, trasparente, sicuro e interoperabile attraverso la creazione di uno “spazio comune europeo di dati delle costruzioni”. La direttiva EPBD e il nuovo regolamento CPR imporrano ai diversi stakeholder la condivisione di dati cruciali per valutare la sostenibilità dell’ambiente costruito e dei materiali, quest’ultimi specialmente in termini di Ciclo di Vita e circolarità. La recente entrata in vigore del nuovo Codice dei Contratti, introduce importanti aggiornamenti in ambito di digitalizzazione delle procedure di appalto (e-procurement). Inoltre, le potenzialità del digitale per la gestione della richiesta dei titoli edilizi abilitativi (e-permit) e la raccolta dei dati sui fabbricati, sono in fase di approfondimento da parte della Commissione attraverso delle Innovation Action del programma Horizon Europe.
Per il dettaglio delle proposte e osservazioni ANCE si veda il documento allegato consegnato agli atti della Commissione.
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