Si è svolta il 17 ottobre l’audizione ANCE in videoconferenza presso La Commissione Attività produttive della Camera sul disegno di legge del Governo recante “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy” (DDL 1341/C).
Il Vicepresidente ANCE Centro studi, Ing. Piero Petrucco, ha espresso, in premessa, piena condivisione e apprezzamento per le misure del provvedimento volte a valorizzare e a promuovere le produzioni di eccellenza ed il patrimonio culturale nazionali.
Si è quindi soffermato, in particolare, sulle seguenti norme:
Articolo 4 – Fondo nazionale del made in Italy
Il profilo economico della filiera delle costruzioni, ossia quella porzione dell’economia che comprende sia il settore delle costruzioni in senso stretto, sia l’insieme dei settori ad esso collegati, ha realizzato nel 2018 un giro d’affari di circa 400 miliardi di euro ed occupato 2,7 milioni di addetti.
Questo risultato discende da importanti relazioni di interdipendenza, diretta e indiretta, basti pensare che il settore delle costruzioni acquista beni e servizi dall’88% dell’insieme dei settori economici, rivolgendosi quasi esclusivamente a produzione interna.
Il 95,8% degli acquisti effettuati dal settore delle costruzioni è, infatti, prodotto dal sistema produttivo nazionale e solo il 4,2% degli acquisti è rappresentato da prodotti di importazione: la produzione e l’occupazione di un significativo numero di settori produttivi, quindi, dipendono in misura consistente, ed in alcuni casi pressoché totale, dall’attività del settore delle costruzioni.
I prossimi anni ci vedranno impegnati ad affrontare un numero incredibile di sfide: cambiamenti demografici e climatici, globalizzazione, declino delle risorse naturali, trasformazioni sociali, crisi economiche mondiali.
Rispetto a tali obiettivi, la filiera delle costruzioni può svolgere un ruolo importante in molte sfide.
Progettare, costruire, demolire, recuperare edifici ed infrastrutture, secondo criteri di qualità e funzionalità, sostenibilità ambientale, sociale ed economica, sono attività che non solo definiscono gli spazi ma influiscono fortemente sulla qualità della vita delle persone e lo stesso ridisegno delle città, oltre ad ampi risultati economici e sociali, può perseguire importanti obiettivi di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.
La filiera delle costruzioni, nelle sue singole componenti e nel suo risultato finale, può dare un contributo rilevante alla strategia di contenimento del surriscaldamento globale e alla decarbonizzazione.
L’istituzione di un Fondo nazionale del made in Italy può costituire un utile strumento per supportare la crescita e il consolidamento anche una filiera strategica come quella delle costruzioni.
In particolare, le imprese edili hanno avviato, negli ultimi 20 anni, un importante processo di patrimonializzazione, migliorando la propria struttura economico-finanziaria e investendo in modo decisivo per far fronte alle nuove esigenze della produzione.
I continui e imprevisti sconvolgimenti del contesto economico (crisi finanziarie ed economiche prima, pandemie e guerre poi) stanno creando condizioni di forte instabilità nell’economia, con conseguenze molto negative sulle aziende.
La possibilità, quindi, di poter contare su uno strumento che consenta allo Stato di intervenire nel capitale sociale delle imprese, può avere una valenza strategica, ma non deve alterare la libera concorrenza sui mercati.
Un aspetto delicato riguarda le soglie di accesso. Alcune esperienze del recente passato avrebbero potuto avere maggiore efficacia se tali soglie fossero state fissate a livelli più contenuti (per esempio, Patrimonio Destinato aveva come soglia 50 milioni di euro di fatturato).
Il PNRR può costituire un forte stimolo al mercato ma il tessuto produttivo, a prescindere dalla dimensione aziendale ha necessità di fare un salto strutturale per poter dare un contributo decisivo allo sviluppo del Paese.
Per questa ragione, è importante che i decreti di attuazione della presente norma permettano l’accesso al Fondo ad una platea di aziende più ampia possibile.
Articolo 6 – Misure di incentivazione della proprietà industriale
Il testo prevede misure di incentivazione della proprietà industriale, nella forma di un voucher (“Voucher 3I”) dedicato alle startup innovative e alle microimprese, per l’acquisto di servizi di consulenza relativi ai brevetti e alle procedure di brevettazione delle invenzioni.
Seppure si condivida l’obiettivo della misura, espressamente mirata alla “valorizzazione dei processi di innovazione”, si evidenzia come essa di fatto non sia applicabile alle imprese di costruzione, bensì ai settori della ricerca e dell’innovazione nel settore manifatturiero. È quindi auspicabile che i benefici dell’incentivo possano manifestarsi anche nel sostegno a progetti di ricerca che riguardino il settore dell’edilizia, a cui sono richiesti importanti contributi in termini di decarbonizzazione e riduzione dei consumi energetici.
Articolo 37 – Blockchain per la tracciabilità delle filiere
Il provvedimento affronta il tema dell’utilizzo della tecnologia basata su registri distribuiti (DLT), anche detta “Block-chain” a tutela del Made in Italy. Oltre a dettare iniziative di tipo operativo in materia, offre spazio a misure di incentivazione alle imprese per l’implementazione di progetti che utilizzino questa tecnologia, in particolare riportati all’interno del comma 4, lettere a.
Si ritiene che tale tecnologia abbia potenzialità anche all’interno della filiera delle costruzioni, non solo nell’ottica di tutela del prodotto ma anche di processo inteso come installazione e posa.
A tal riguardo sarebbe opportuno chiarire che il “ciclo di vita” descritto nel testo – “dalla produzione delle materie prime fino alla distribuzione commerciale” – a supporto degli incentivi ivi previsti, non si esaurisca con la sola produzione commerciale ma venga esteso anche alla fornitura e posa del prodotto stesso, caratteristiche tipiche del know-how del settore delle costruzioni da tutelare.
Il Vicepresidente ha evidenziato, quindi, un ulteriore aspetto importante relativo al sostegno all’espansione all’estero del Made in Italy cui è stato dedicato un apposito capitolo nel documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sul Made in Italy (a cui Ance ha partecipato il 17 febbraio 2023).
In particolare, nel documento è stata condivisa la nostra istanza di creare un fondo per il finanziamento di studi di fattibilità all’estero dedicato prevalentemente ai paesi in via di sviluppo in una logica di cooperazione internazionale, al fine di favorire l’internazionalizzazione delle imprese di costruzioni.
Lo strumento dello studio di fattibilità – già impiegato con successo da diversi anni in altri Paesi europei, come Francia e Spagna che vi stanno oggi investendo ancora di più nell’ambito dei rispettivi PNRR – viene offerto dallo Stato ai Paesi target (con risorse a fondo perduto) al fine di valorizzare tecnologie e forniture nazionali, consentendo di fatto di esportare all’estero l’eccellenza dell’intera filiera produttiva.
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