Apprezzamento sugli obiettivi del cosiddetto “Decreto Emergenze” e, soprattutto, per il finanziamento di un piano straordinario per i quartieri ad alta vulnerabilità sociale. Ma ci sono alcuni capitoli relativi alla piena realizzazione del PNRR che necessitano di interventi correttivi, in particolare per quanto riguarda le norme sulla qualificazione in materia di subappalti e quelle sul caro materiali. È questa, in sintesi, la posizione espressa dalla presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, nel corso della sua audizione alle Commissioni riunite Bilancio e Ambiente della Camera, sul dl PNRR (o “Emergenze”).
“Il finanziamento di un piano straordinario triennale, per circa 180 milioni di euro, è un segnale molto positivo, che può rappresentare il primo passo verso la necessaria adozione di un più ampio piano di rigenerazione urbana, consentendo la riqualificazione delle nostre periferie”, ha spiegato la presidente Ance. Inoltre, in attesa della riprogrammazione del PNRR annunciata per febbraio, il decreto contiene anche prime misure puntuali per assicurare la piena realizzazione del Piano. Ma, per centrare questo obiettivo, ci sono due punti importanti da rivedere.
Il decreto correttivo del Codice degli appalti, approvato a fine dicembre, contiene molte misure positive, come la revisione prezzi, il maggiore allineamento alla disciplina dei settori ordinari rispetto a quella dei settori speciali e gli interventi volti a favorire una più celere ed efficace esecuzione dei lavori (CCT, varianti, anticipazione prezzi, ecc.). Tuttavia, sottolinea la presidente dell’Ance, c’è una norma che presenta profili di criticità e che richiede un intervento immediato, pena potenziali ripercussioni negative anche sui lavori in corso, a partire da quelli del PNRR: quella del subappalto e, in particolare, la previsione secondo cui solo i subappaltatori possono utilizzare, in sede di qualificazione, i Certificati di Esecuzione Lavori (CEL) relativi alle prestazioni eseguite. “La norma appare in contrasto con le regole europee e rappresenta un ostacolo indiretto alla possibilità di ricorrere a questo istituto che, invece, dovrebbe costituire un’utile modalità di coinvolgimento di micro, piccole e medie imprese nel mercato”.
Il secondo intervento correttivo riguarda le misure sul caro materiali: la proroga per il 2025 va estesa anche alle tre grandi opere PNRR dimenticate dalla norma inserita nell’ultima Legge di bilancio. Deve infatti essere prorogato il cosiddetto DL Asset relativo al Terzo Valico dei Giovi e ai due lotti dell’alta velocità nel Nord-Est (Brescia-Verona e Verona-Vicenza). Inoltre, nell’ambito delle misure adottate dalla Legge di bilancio (proroga del DL Aiuti), relative a tutti gli altri cantieri, è indispensabile fare chiarezza sull’applicazione delle disposizioni. “A causa della stratificazione normativa derivante dalle proroghe degli ultimi anni – ha concluso Federica Brancaccio – la norma risulta cosparsa di riferimenti superati, oltre che di previsioni non sempre perfettamente coordinate né coerenti con l’impianto originario, il cui obiettivo era fornire un aiuto alle imprese per far fronte all’aumento dei prezzi”.
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