Il Consiglio di Stato, Sez VI, con sentenza n. 4296 del 9 settembre 2008 ha rigettato l`eccezione sollevata da un Comune con cui si chiedeva che venisse dichiarata l`irricevibilità per tardiva proposizione di un ricorso esperito avverso il provvedimento determinativo del contributo concessorio, in quanto impugnato oltre il termine di 60 giorni fissato dalla legge.
In particolare, il Collegio ha evidenziato come sotto il profilo sostanziale la pretesa azionata consista in un giudizio di accertamento sul rapporto obbligatorio pecuniario, pretesa coinvolgente diritti soggettivi e non interessi legittimi e conseguentemente azionabile nel termine di prescrizione e non in quello più breve di decadenza.
D`altronde, la possibilità di impugnare giudizialmente l`atto determinativo del contributo e di chiederne l`annullamento non presuppone l`espletamento di un giudizio modellato sul rito impugnatorio, ma rinvia piuttosto ad un giudizio di accertamento circa la sussistenza del diritto di credito e dei relativi presupposti di fatto e di diritto.
Trattasi, pertanto, di una configurazione del tutto compatibile con il modello di un giudizio di accertamento in tema di diritti, deducibile nell`ordinario termine di prescrizione decennale.
Allegato sentenza