Uno sguardo sul futuro, sulle prospettive post-Pnrr. Ma anche sul presente, sul correttivo al nuovo codice degli appalti ma anche sulla necessità di garantire pagamenti con tempi certi alle imprese. La due giorni organizzata dall’Ance Nazionale a Vico Equense sul tema delle “Opere Pubbliche oltre il 2026” un’occasione importante per fare il punto sul settore alla presenza di una numerosissima platea di imprenditori, professionisti ed esperti. Nell’intervento introduttivo del convegno la Presidente dell’Associazione, Federica Brancaccio, ha ripercorso i trent’anni dalla Legge Merloni, un periodo segnato da una vera e propria “bulimia normativa”. Si è passati in media da circa 9 provvedimenti l’anno, nel decennio 1994-2003, ai 36 nell’ultimo decennio. Ma non basta. Perchè a rendere difficile la vita delle imprese è il tema dei ritardati pagamenti. Un problema che “continua ad affliggere il nostro settore, nonostante le diverse procedure di infrazione avviate dall’Europa. Le imprese devono essere pagate non si può lasciare sulle loro spalle il costo dell’opera. Se non ci sono abbastanza soldi per fare tutto, allora bisogna fare meno”. In particolare, la presidente dell’Ance ha espresso la massima preoccupazione sui ritardi nei pagamenti relativi al dl Aiuti, che risultano ancora “tragicamente arretrati: le imprese sono in attesa di almeno 1,1 miliardi perché le istruttorie sono lente e non c’è cassa disponibile”. Subito dopo la relazione della Presidente si è svolta una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Arturo Cancrini, Avvocato già membro Commissione regolamento Merloni Marco Corsini, Avvocato Generale aggiunto dello Stato Paolo Costa, già Ministro dei Lavori Pubblici Ercole Incalza, già Capo struttura Tecnica di Missione Mit. In videcollegamento, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha assicurato l’impegno del governo nell’ambito “della valutazione e dell’uso delle risorse del Pnrr”.
Sotto i riflettori della sessione pomeridiana c’è stato, invece, il nuovo codice degli appalti. Un provvedimento – ha sottolineato aprendo i lavori il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante – fortemente voluto da questo Governo, “amico delle imprese, per definire in maniera condivisa le regole del settore e restituire centralità al tessuto produttivo. Stiamo già rielaborando le proposte raccolte per armonizzarle, laddove possibile, con il testo in vigore e introdurre dei correttivi non per stravolgere o riscrivere, ma per chiarire e migliorare il quadro delle norme in vigore in tema di appalti pubblici”. Un tema sul quale ha insistito anche il Vicepresidente dell’Ance, Luigi Schiavo, per il quale “i principi di apertura del mercato e di tutela della concorrenza sono messi a rischio dalla scelta di liberalizzare sino alla soglia comunitaria le procedure negoziate senza gara, che limitano fortemente la concorrenza”. Schiavo ha proposto anche alcuni interventi concreti per favorire il mercato e la concorrenza, a cominciare dalla necessità di rivedere le soglie degli appalti. Un confronto a tutto campo al quale hanno partecipato Alessandro Botto, Avvocato docente Diritto e regolazione contratti pubblici della Luiss, Giuseppe Busia, Presidente Anac, Aldo Isi, Amministratore delegato e Direttore generale ANAS, Massimo Sessa, Presidente Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Chiara Braga, Presidente Gruppo PD Camera dei deputati, Elena Griglio, Capo Ufficio legislativo Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Erica Mazzetti, Commissione Ambiente Camera dei deputati Gruppo FI, Massimo Milani, Commissione Ambiente Camera dei deputati Gruppo FdI, Angelo Vitale, Vice capo vicario Dagl Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianpiero Zinzi, Capogruppo Lega Commissione Ambiente Camera dei deputati. Nella seconda giornata del convegno, si è fatto il punto sugli investimenti pubblici in Italia. Piero Petrucco, Vicepresidente Ance Centro studi ha sottolineato come a partire dal 2019, ci sia stata una significativa crescita del comparto delle opere pubbliche, sostenuta prima da misure specifiche di rilancio degli investimenti, soprattutto locali, poi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che ha dato al settore delle costruzioni un ruolo prioritario per gli investimenti e per avviare un percorso di modernizzazione e sviluppo sostenibile del Paese. Inoltre il Piano ha avuto un impatto significativo sulla velocità con cui vengono avviati i progetti, accelerando le fasi di bando, aggiudicazione e apertura dei cantieri. Un dinamismo confermato anche nella fase realizzativa delle opere medio-piccole diffuse sul territorio nazionale. Purtroppo, non emerge altrettanta vivacità nei lavori più grandi. “La nostra esperienza imprenditoriale ha sottolineato Petrucco – ci porta a dire che molti cantieri non sono ancora nelle condizioni di lavorare a pieno regime e rischiano di accumulare ritardi che potrebbero risultare irrecuperabili entro la scadenza imposta dal Pnrr”. Tra le criticità, emergono con particolare evidenza i problemi di natura autorizzativa, soprattutto ambientale, la sovrapposizione di regimi normativi differenti e le carenze progettuali. Le riflessioni e i numeri sulle opere pubbliche hanno animato la seconda giornata del convegno alla quale hanno partecipato Vincenzo Salamone, Presidente TAR Campania, Sauro Mocetti, Capo della divisione Economia e diritto della Banca d’Italia, Davide Ciferri, Responsabile Unità di Missione per il Pnrr Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Gasparri, Presidente Gruppo FI Senato della Repubblica, Antonio Misiani, Vicepresidente Commissione Bilancio Senato della Repubblica Gruppo PD, Agostino Santillo, Vicepresidente Gruppo M5S Camera dei deputati, Stefano Scalera, Amministratore delegato Invimit, Luca Fontana ,Direttore Ingegneria e Realizzazione di Autostrade per l’Italia. A tirare le conclusioni della due giorni di Vico Equense, la Presidente dell’Ance, Federica Brancaccio.
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