Via libera alla nuova riforma del mercato del lavoro: il Senato ha infatti approvato, in via definitiva, il disegno di legge 1264 che, con i suoi 33 articoli, introduce norme di semplificazione e regolazione, con particolare riferimento ai temi della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, della disciplina dei contratti, dell’adempimento degli obblighi contributivi e degli ammortizzatori sociali.
Ma quali sono le disposizioni di maggiore interesse per il settore dell’edilizia? L’Ance ha messo a punto un dossier illustrativo per orientare gli operatori fra le tante novità previste dalla legge.
In particolare, la riforma interviene sui temi della salute e sicurezza sul lavoro e introduce nuove disposizioni per la semplificazione delle procedure sui ricorsi in materia di applicazione delle tariffe dei premi per l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali. Sono previste importanti novità sulla somministrazione di lavoro e sulla durata del periodo di prova nel contratto a termine ed è stata semplificata la norma sulla compatibilità dello svolgimento di altra attività lavorativa nel caso di cassa integrazione.
La riforma fissa, poi, un termine per le comunicazioni obbligatorie in materia di lavoro agile e interviene anche sulle politiche relative all’apprendistato. Il governo ha deciso anche di incrementare le risorse destinate, per il 2024, alle spese generali di amministrazione degli enti privati gestori di attività formative.
Sotto i riflettori anche le norme in materia di risoluzione del rapporto di lavoro: in particolare, viene previsto che, in caso di assenza ingiustificata del lavoratore, protratta oltre il termine fissato dal rispettivo contratto collettivo nazionale di lavoro o, in mancanza di una previsione contrattuale, superiore a quindici giorni, il datore di lavoro debba darne comunicazione alla sede territoriale dell’INL, che può verificare la veridicità della comunicazione stessa. Il rapporto di lavoro si intende risolto per volontà del lavoratore e non si applica la disciplina sull’obbligo della procedura telematica per le dimissioni. Tali disposizioni non si applicano se il lavoratore dimostra l’impossibilità, per causa di forza maggiore o per fatto imputabile al datore di lavoro, di comunicare i motivi che giustificano la sua assenza. Nell’articolo successivo della riforma sono state poi inserite nuove disposizioni relative ai procedimenti di conciliazione in materia di lavoro.
Il provvedimento consentirà poi alle imprese, a partire dal primo gennaio 2025, di dilazionare fino a un massimo di 60 mesi i debiti per contributi, premi e accessori di legge dovuti a INPS e INAIL, nei casi che saranno definiti con un apposito decreto. Nella riforma anche nuove disposizioni sulla notificazione delle controversie in materia contributiva.
Le domande per il riconoscimento delle condizioni di accesso all’APE e per il pensionamento anticipato con requisito contributivo ridotto (riservato ai cosiddetti lavoratori precoci) dovranno essere presentate entro il 31 marzo, il 15 luglio e, comunque, entro il 30 novembre di ciascun anno. Novità anche per la disciplina della rendita vitalizia.
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